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<strong>Det</strong>..<strong>tagli</strong> <strong>di</strong> <strong>carne</strong><br />
Mostra multime<strong>di</strong>ale e documentaria sul tema<br />
“<strong>Det</strong>..<strong>tagli</strong> <strong>di</strong> <strong>carne</strong>”<br />
Autori<br />
gli studenti delle classi Ibt, IIbt, III bt, IV bt, I bp, II bp, III bp, II cp IV cp e delle docenti Ciccarone G.,<br />
Convertini G., Cofano D., D’Amico A.M.<br />
“Beato chi in vita ha potuto percorrere in lungo e in largo tutta quanta la regione dov’è nato,<br />
imparato a conoscere anzitutto quelli della sua antica stirpe.”<br />
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T. Fiore da “Il cafone all’inferno”<br />
Tra<strong>di</strong>zioni conta<strong>di</strong>ne nella Murgia dei Trulli<br />
Il laboratorio “<strong>Det</strong>-<strong>tagli</strong> <strong>di</strong> <strong>carne</strong>” é stato realizzato dagli studenti del liceo polivalente “Don Quirico<br />
Punzi” <strong>di</strong> Cisternino, con l’intento <strong>di</strong> ripercorrere la storia del territorio, interrogando fonti <strong>di</strong>rette e<br />
documentarie, e giungere così ad una riscoperta consapevole delle ra<strong>di</strong>ci comuni.<br />
Esso si è articolato in <strong>di</strong>verse fasi, nelle quali sono stati reperiti materiali provenienti da più paesi<br />
dell’area murgiana, attraverso:<br />
• testimonianze <strong>di</strong>rette <strong>di</strong> anziani, conta<strong>di</strong>ni, massari e ristoratori;<br />
• documentazione bibliografica;<br />
• ricerca <strong>di</strong> informazioni storico-culturali e antropologiche, poesie <strong>di</strong>alettali, mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>re, proverbi,<br />
tra<strong>di</strong>zioni;<br />
• ascolto <strong>di</strong> brani musicali della tra<strong>di</strong>zione locale;<br />
• selezione <strong>di</strong> immagini raffiguranti volti e paesaggi del passato;<br />
• scelta <strong>di</strong> utensili impiegati nelle masserie della zona;<br />
• stu<strong>di</strong> sui valori energetico-nutrizionali delle carni povere e delle frat<strong>tagli</strong>e utilizzate nella<br />
preparazione dei piatti locali.<br />
La fase successiva è stata de<strong>di</strong>cata al montaggio del power-point e all’allestimento della mostra<br />
documentaria e multime<strong>di</strong>ale.<br />
Infine, sulla scorta delle notizie acquisite intorno agli aspetti antropologici legati al consumo <strong>di</strong><br />
<strong>carne</strong>, alcune ragazze hanno allestito un balletto in cui hanno messo in scena la “storia <strong>di</strong> una gallina<br />
che non vuole finire in padella”.<br />
<strong>Det</strong>..<strong>tagli</strong> <strong>di</strong> <strong>carne</strong><br />
Non c’è viaggio più fruttuoso <strong>di</strong> quello rivolto alla conoscenza del passato per orientare il<br />
presente: noi, viaggiando nella microstroria del nostro territorio altrettanto degna della macrostoria,<br />
abbiamo ripercorso quella cultura conta<strong>di</strong>na la cui memoria oggi rischia <strong>di</strong> perdersi<br />
irrime<strong>di</strong>abilmente.<br />
Un po’ <strong>di</strong> storia…<br />
Le risorse della Murgia dei Trulli provengono essenzialmente dalla TERRA: il settore agricolo rappresenta<br />
ancora oggi un comparto <strong>di</strong> primaria importanza per le sue variegate produzioni.<br />
Fino all’Ottocento non esistevano molte abitazioni rurali a <strong>di</strong>mora fissa: circa il 15% delle popolazioni<br />
risiedeva in campagna, soprattutto massai e pastori.<br />
Negli anni venti del Novecento, Tommaso Fiore presentava così la Murgia dei Trulli: “…spuntano<br />
Trulli innumerevoli dal terreno, non più soli o ra<strong>di</strong>, ma aggruppati come fratellini per mano, a due,<br />
a tre, a quattro… e ovunque muri e muretti, non <strong>di</strong>eci, non venti, ma più, allineati sui fianchi <strong>di</strong><br />
ogni rilievo, per contenere il terreno, per raccogliere e reggerne un po’ fra tanto calcare. Mi chiederai<br />
come ha fatto questa gente a scavare ed allineare tanta pietra. Io penso che la cosa avrebbe<br />
spaventato un popolo <strong>di</strong> giganti. Questa è la Murgia più aspra e più sassosa; per ridurla a coltivazione….<br />
non ci voleva meno della laboriosità d’un popolo <strong>di</strong> formiche…”<br />
Le masserie si sono configurate nel tempo non solo come complessi produttivi ma anche come<br />
strutture abitative per la massa bracciantile. hanno svolto una funzione sociale <strong>di</strong> aggregazione,<br />
specialmente per la massa bracciantile, rappresentavano l’unica forma stabile <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento in<br />
campagna, permettendo l’alternanza <strong>di</strong> pascoli e coltivazione in base ai cambiamenti climatici.<br />
La rigi<strong>di</strong>tà dei salari determinava un’economia chiusa in strutture immobili. Permaneva una società<br />
conta<strong>di</strong>na arcaica in lotta perenne per la sopravvivenza.<br />
Il declino definitivo del dominio signorile si registra tra gli anni quaranta e cinquanta del Novecento<br />
con la polverizzazione dell’assetto proprietario che ha favorito lo sviluppo dei microfon<strong>di</strong><br />
conta<strong>di</strong>ni, completando quel processo <strong>di</strong> trasformazione colturale avviato nel secondo Ottocento.<br />
Negli anni cinquanta, la maggioranza delle strutture fon<strong>di</strong>arie appare ancora <strong>di</strong>mensionata su<br />
un’agricoltura <strong>di</strong> autoconsumo.<br />
Di recente, soprattutto a seguito dell’industrializzazione e <strong>di</strong> processi <strong>di</strong> modernizzazione poco<br />
lungimiranti, si è registrato un abbandono dei campi, anche da una miope politica agricola.<br />
Gastronomia locale<br />
La <strong>carne</strong> compariva sulle mense solo nei giorni <strong>di</strong> festa: si adoperava soprattutto ovina e <strong>di</strong> animali<br />
da cortile. Essa era considerata un alimento destinato alle classi privilegiate, mentre la povera gente<br />
la mangiava solo in occasione<br />
<strong>di</strong> feste comandate.<br />
Nemmeno i ricchi facevano<br />
grande consumo <strong>di</strong> <strong>carne</strong>,<br />
specie <strong>di</strong> quella bovina. Sulle<br />
tavole comparivano, con<br />
molta moderazione, polli,<br />
conigli, agnelli e capretti,<br />
non per preferenza gastronomica,<br />
ma perchè allevati<br />
e macellati nelle masserie e<br />
non richiedevano esborso<br />
<strong>di</strong> danaro.<br />
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