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Det..tagli di carne - Crsa

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<strong>Det</strong>..<strong>tagli</strong> <strong>di</strong> <strong>carne</strong><br />

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Il consumo <strong>di</strong> <strong>carne</strong> avicola in Europa nel<br />

2000 (kg per abitante)<br />

Fonte : UNA 2001<br />

Nel 2000 il maggior consumatore europeo<br />

<strong>di</strong> <strong>carne</strong> bianca era l’Irlanda, seguita da Gran<br />

Bretagna e Francia che registrano quasi il medesimo<br />

valore e infine da Olanda e Italia che<br />

riportano anch’esse valori vicinissimi.<br />

L’Aviaria<br />

Identificata per la prima volta in Italia più <strong>di</strong> un secolo fa, l’influenza<br />

aviaria è una malattia virale, dovuta a virus influenzali<br />

tipo A, che normalmente colpisce solo volatili selvatici e domestici<br />

e, più raramente, maiali. A seconda del tipo <strong>di</strong> proteina<br />

combinata con il virus, il virus acquisisce una denominazione<br />

<strong>di</strong>versa. Si conoscono almeno 15 sottotipi <strong>di</strong> virus influenzali<br />

che infettano gli uccelli.<br />

I virus si possono trasmettere da azienda ad azienda tramite i<br />

mezzi meccanici, gli attrezzi e gli strumenti contaminati, le macchine,<br />

i mangimi, le gabbie e perfino gli indumenti degli operatori.<br />

Una volta infettati, gli animali colpiti eliminano il virus in gran<strong>di</strong><br />

quantità attraverso le feci e le secrezioni respiratorie. Il virus può<br />

sopravvivere nei tessuti e nelle feci <strong>di</strong> animali infetti per lunghi<br />

perio<strong>di</strong>, soprattutto a basse temperature.<br />

I virus dell’influenza aviaria tendono a colpire soggetti della<br />

stessa specie, ma, in rare occasioni, hanno attraversato le barriere tra le specie per infettare anche<br />

altre specie come maiali, gatti, topi e uomo.<br />

La trasmissione da animale ad uomo è correlata al contatto stretto con animali malati o morti per<br />

influenza aviaria o loro carni o superfici contaminate dai loro escrementi o al consumo <strong>di</strong> carni o<br />

altri prodotti avicoli, incluso il sangue, cru<strong>di</strong> o poco cotti. Secondo quanto riportato dall’Organizzazione<br />

Mon<strong>di</strong>ale della Sanità, i casi umani da virus aviario confermati da laboratorio accre<strong>di</strong>tato,<br />

verificatisi dal gennaio 2003 al 10 settembre 2008, sono stati in totale 387, <strong>di</strong> cui 245 mortali. I Paesi<br />

più colpiti sono stati quelli asiatici (Cambogia, Azerbaijan, Bangladesh, Birmania, Cina, Indonesia,<br />

Iraq e Laos), mentre solo due sono i Paesi africani coinvolti (Egitto e Gibuti).<br />

La situazione nel Sud-Est Barese<br />

Dai dati reperiti dalla ASL ex BA-5 si deduce che gli animali più allevati sono le galline ovaiole e i<br />

bovini, seguiti da vitelli, equini, ovini,caprini e conigli.<br />

E’ possibile inoltre notare che nel territorio <strong>di</strong> Turi non sono presenti aziende che trattano animali<br />

<strong>Det</strong>..<strong>tagli</strong> <strong>di</strong> <strong>carne</strong><br />

da <strong>carne</strong> bianca, ma sono in forte crescita le produzioni <strong>di</strong> equini e <strong>di</strong> api.<br />

In tutto il <strong>di</strong>stretto mancano gli allevamenti avicoli da <strong>carne</strong> per l’assenza <strong>di</strong> macelli che garantiscono<br />

il bollino CEE (il più vicino è in Molise). Pertanto è poco conveniente avviare questo tipo <strong>di</strong> attività.<br />

Il mercato delle carni bianche viene gestito da alcune multinazionali attive su tutto il territorio<br />

nazionale. Le galline ovaiole, giunte a fine carriera, vengono smaltite presso industrie del Nord per<br />

essere macellate e trasformate in prodotti alimentari per cani e gatti. I conigli vengono, invece, per<br />

l’esiguità del numero, macellati in loco e destinati all’alimentazione umana.<br />

La tabella non contempla le aziende con un numero <strong>di</strong> capi inferiore a 25 in quanto per questi casi<br />

non sono previste denunce specifiche. Sono in crescita gli allevamenti biologici.<br />

Questionario<br />

Già lo scorso anno la nostra scuola aveva proposto un questionario alimentare, in relazione al progetto<br />

“PROSIT”, effettuato tra alunni e genitori. Dai dati raccolti, era emerso che, tra gli alunni, il<br />

60% mangiava <strong>carne</strong> più <strong>di</strong> 2 volte a settimana il 24% due volte a settimana, il 14% una volta<br />

a settimana e lo 0.2% mai. Tra i genitori, invece, il 37.5% <strong>di</strong>chiarava <strong>di</strong> utilizzare spesso alimenti<br />

già pronti e il 62.5% li utilizzava meno frequentemente. Da questi risultati emerge che la <strong>carne</strong> è<br />

un alimento molto gra<strong>di</strong>to e che, per tanti motivi, gli alimenti già pronti sono molto apprezzati.<br />

Quest’anno, invece, in relazione al progetto “<strong>Det</strong><strong>tagli</strong> <strong>di</strong> <strong>carne</strong>”, i dati precedentemente raccolti<br />

sono stati integrati con un nuovo questionario proposto ad un gruppo <strong>di</strong> 108 alunni della nostra<br />

scuola. Dall’indagine è emerso che il 100% <strong>di</strong> questi consuma <strong>carne</strong>, <strong>di</strong> cui lo 0,92% una volta a<br />

settimana, il 33,34% due volte a settimana e il 65,74% più <strong>di</strong> due volte a settimana. Si è potuto constatare<br />

che il consumo <strong>di</strong> carni bianche avviene per il 15,73% una volta a settimana, per il 44,44%<br />

due volte a settimana, per il 37,04% più <strong>di</strong> due volte a settimana e per il 2,7% mai. Dai dati si evince<br />

che in riferimento alle carni bianche (pollo, tacchino, faraona, oca, colombi, piccioni, ecc), i <strong>tagli</strong><br />

preferiti sono per il 30,43% il filetto, per il 45,22% la coscia e per il 24,35% altre parti.<br />

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Polli e cultura<br />

In tutti i campi, da quello religioso a quello storico, letterario<br />

e artistico nonché nella cultura popolare, sono reperibili<br />

riferimenti agli animali da cortile, abbiamo scelto<br />

alcuni esempi:<br />

Himera e Camarina, ambedue in Sicilia, coniavano monete<br />

con galli dalla tipologia variabile, talora bankivoi<strong>di</strong>,<br />

come è quello <strong>di</strong> Karystos in Eubea, talora spilungoni<br />

(Camarina 420-405 aC).<br />

Interessante la prima moneta - Himera (520-482 aC) -<br />

che reca due galli dalla tipologia <strong>di</strong>fferente.<br />

Tra gli storiografi degli animali da <strong>carne</strong> bianca possiamo<br />

citare:<br />

Pier Can<strong>di</strong>do Decembrio, che scrisse un manoscritto, il De natura avium et animalium.<br />

Cesare, con il De bello gallico, nel quale esso riferisce che presso i Britanni era ritenuto illecito<br />

mangiare galline, lepri e oche.<br />

Columella, scrisse il De Re Rustica, in cui viene trattato l’allevamento degli animali gran<strong>di</strong>,<br />

piccoli e da cortile.<br />

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