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<strong>Det</strong>..<strong>tagli</strong> <strong>di</strong> <strong>carne</strong><br />
Denominazione dei suini alle varie età<br />
Lattonzolo= il suinetto maschio o femmina dalla nascita allo svezzamento;<br />
Lattone= il suinetto maschio o femmina dallo svezzamento a 25-35 Kg;<br />
Verretto= maschio destinato alla riproduzione: dalla fase <strong>di</strong> lattone fino alla pubertà e al 1° salto;<br />
Verro= maschio adulto in riproduzione;<br />
Scrofetta= femmina destinata alla riproduzione: dalla fase <strong>di</strong> lattone fino alla pubertà e al 1° salto;<br />
Scofa= femmina in riproduzione dopo il 1° parto;<br />
Magroncello= maschio o femmina dai 25-35 Kg ai 50-60Kg, destinati all’ingrasso;<br />
Magrone= maschio o femmina dai 50-60 Kg ai 90-100 Kg destinati all’ingrasso per la produzione<br />
del suino pesante;<br />
Maiale magro da macelleria = maschio o femmina destinati al macello al peso <strong>di</strong> 100-110 Kg;<br />
Maiale pesante = maschio o femmina destinati al macello al peso <strong>di</strong> 150-185 Kg e anche più generalmente<br />
destinato alla produzione <strong>di</strong> prosciutti;<br />
Le razze allevate<br />
In Italia vengono allevate <strong>di</strong>verse razze, alcune in purezza, altre derivanti da incroci, nelle singole<br />
regioni vengono poi allevate, in numero ridotto, razze locali. La scelta delle razze allevate è dettata<br />
oltre che da motivi economici anche da esigenze legate alla conformazione e composizione<br />
delle carcasse in quanto la loro utilizzazione<br />
può essere orientata alla produzione <strong>di</strong><br />
<strong>carne</strong> da macelleria, per insaccati o per la<br />
produzione <strong>di</strong> prosciutti. Tra le razze più<br />
<strong>di</strong>ffuse a livello nazionale troviamo la Large<br />
White Italiana che è <strong>di</strong> tipo robusto, rustico,<br />
<strong>di</strong> buona <strong>tagli</strong>a, non a<strong>di</strong>poso con scheletro<br />
solido, la Landrace Italiana che è <strong>di</strong> tipo robusto,<br />
longilineo, <strong>di</strong> buona <strong>tagli</strong>a, non a<strong>di</strong>poso<br />
con scheletro solido, la Duroc Italiana<br />
che è <strong>di</strong> buona mole, armonico, tendente<br />
al compatto, la razza Spot Italiana che è <strong>di</strong><br />
tipo a mole me<strong>di</strong>a, armonico, la Hampshire<br />
Italiana che è <strong>di</strong> buona mole, compatto,<br />
armonico, vivace e <strong>di</strong> notevole rusticità, la<br />
Pietrain Italiana che è <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a mole, molto<br />
carnoso, scheletro leggero e solido, la Cinta Senese che è <strong>di</strong> tipo robusto, rustico, <strong>tagli</strong>a me<strong>di</strong>a con<br />
scheletro solido. A queste razze <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione nazionale si affiancano altre razze autoctone locali.<br />
Sono da segnalare a livello regionale la razza Pugliese, la razza Nero dei Monti Dauni meri<strong>di</strong>onali e<br />
la razza Nero <strong>di</strong> Capitanata. Sul nostro territorio provinciale ed interprovinciale non ci sono razze<br />
specifiche ma vengono allevati soggetti delle principali razze italiane o incroci <strong>di</strong> esse. Tra la provincia<br />
<strong>di</strong> Bari e Taranto esistono circa 450 allevamenti con un numero complessivo <strong>di</strong> 8400 capi<br />
circa; capi comprensivi <strong>di</strong> tutte le categorie in allevamento con una me<strong>di</strong>a per allevamento <strong>di</strong> circa<br />
18 capi.<br />
Tipologie <strong>di</strong> allevamenti<br />
La suinicoltura italiana e quella regionale in particolare è caratterizzata da un numero elevatissimo<br />
<strong>di</strong> piccoli allevamenti tra<strong>di</strong>zionali per uso familiare. Le tipologie <strong>di</strong> allevamento sono:<br />
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<strong>Det</strong>..<strong>tagli</strong> <strong>di</strong> <strong>carne</strong><br />
• l’allevamento a ciclo aperto nel quale vengono allevate scrofe per la produzione <strong>di</strong> lattonzoli<br />
che poi vengono venduti ad altri allevamenti <strong>di</strong> norma a carattere industriale che provvedono<br />
o ad a<strong>di</strong>birli alla riproduzione o all’ingrasso;<br />
• l’allevamento a ciclo chiuso nei quali all’interno dello stesso allevamento sono presenti le<br />
scrofe, lattonzoli e tutte le categorie interme<strong>di</strong>e e finali. L’azienda vende i capi pronti per la<br />
macellazione;<br />
Alcune varianti a queste tipologie anzidette sono:<br />
• l’allevamento dei suini allo stato brado finalizzato a combinare il benessere degli animali con<br />
l’ottenimento <strong>di</strong> prodotti <strong>di</strong> qualità, possibile solo se si ha a <strong>di</strong>sposizione ampie superfici a<br />
basso costo con variazioni termiche non eccessive;<br />
• l’allevamento <strong>di</strong> verri interi nei quali non è prevista la castrazione dei maschi ma la macellazione<br />
avviene prematuramente per evitare che le carni si impregnano del tipico “odore <strong>di</strong> verro”<br />
poco accettabile dal consumatore;<br />
Nel nostro territorio interprovinciale si sta <strong>di</strong>ffondendo un’altra tipologia che è quella della filiera<br />
corta, in pratica è un allevamento a ciclo chiuso in cui i maiali che hanno completato lo sviluppo<br />
vengono macellati, in strutture esterne all’azienda <strong>di</strong> allevamento, ma poi la commercializzazione<br />
avviene nello spaccio aziendale della stessa azienda agrituristica che in parte utilizza questi prodotti<br />
per la ristorazione interna.<br />
Caratteristiche salienti dell’allevamento<br />
L’azienda zootecnica che alleva maiali è dotata <strong>di</strong> strutture <strong>di</strong>verse in funzione della tipologia <strong>di</strong><br />
allevamento, spazi e con<strong>di</strong>zioni ambientali devono ormai rispettare le normative comunitarie<br />
sul benessere animale, negli allevamenti stallini tutti gli spazi, le temperature, i ricambi <strong>di</strong> aria e<br />
l’umi<strong>di</strong>tà. Le modalità <strong>di</strong> asportazione delle deiezioni vengono progettate e realizzate in funzione<br />
della categoria (si tenga presente che<br />
i suinetti appena nati necessitano <strong>di</strong> una<br />
temperatura <strong>di</strong> 22-23°), anche la modalità<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione degli alimenti può essere<br />
<strong>di</strong>versa a seconda della categoria e del tipo<br />
<strong>di</strong> alimenti che si utilizzano. Oggi l’orientamento<br />
è anche quello <strong>di</strong> meccanizzare il<br />
più possibile tutte le operazioni per ridurre<br />
i costi <strong>di</strong> manodopera e <strong>di</strong> produzione in<br />
generale.<br />
Per i suini occorrono alimenti ben <strong>di</strong>geribili,<br />
contenenti poca cellulosa in quanto animali<br />
monogastrici (come l’uomo, tanto che nel<br />
campo della me<strong>di</strong>cina umana sono in atto<br />
sperimentazioni per utilizzare i maiali come<br />
donatori <strong>di</strong> organi per l’uomo).<br />
I suini sono onnivori (come l’uomo mangiano<br />
<strong>di</strong> tutto) e fra gli alimenti più utilizzati<br />
troviamo i cereali, il granturco, l’orzo, e sottoprodotti come crusca e cruschello, ma anche altri<br />
come il siero <strong>di</strong> latte, il latticello e il latte scremato che vengono utilizzati per la preparazione dei<br />
pastoni.<br />
I suini sono anche degli ottimi pascolatori, nel nostro ambiente la presenza <strong>di</strong> boschi <strong>di</strong> querce e<br />
lecci in alcuni perio<strong>di</strong> dell’anno rende possibile l’allevamento brado.<br />
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