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LA CITTà COME NON L'AVETE MAI VISTa - Urban

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UNA <strong>CITTà</strong> IN CUI <strong>LA</strong> MAGIA STA DAPPERTUTTO... PERSINO AI GIARDINI REALI, PER UNA PRESENTAZIONE FIAT...<br />

Il tempo di un giro di tacco scaramantico sui “gioielli” del<br />

torello, in galleria Vittorio Emanuele a Milano, e veloce come<br />

un intercity sono già a Torino Porta Susa, destinazione<br />

piazza Statuto e poi via, in via San Donato, dove incontro<br />

Giuditta Dembech, classe 1937, autrice del best-seller<br />

Torino Magica (Edizioni l’Ariete, volume 1 e 2) a casa sua.<br />

Una casa luminosa e letteralmente piena di angeli, angeli<br />

e ancora angeli. Una bottiglietta a forma di Madonna<br />

(provenienza Lourdes) con (probabilmente) acqua santa<br />

inside è sulla scrivania, e qui e là c’è pure qualche Budda<br />

che, dall’alto del suo nirvana, protegge le stanze. Come dire:<br />

non ci credo, ma mi adeguo. Torino Magica è un libro che<br />

dagli anni ’70 a oggi continua a vendere, a essere<br />

ripubblicato di anno in anno e aggiornato con fatti, notizie<br />

e leggende che attestano la città come il vero capoluogo<br />

esoterico dello stivale. Perché Augusta Taurinorum è<br />

bella e drammatica, magica ed enigmatica, decadente e<br />

austera, ma anche vero e proprio laboratorio alchemico.<br />

Dove, in una dimensione parallela invisibile e occulta,<br />

le forze evolutive del “bene” convivono con quelle<br />

distruttive del “male” in straordinario equilibrismo.<br />

Una città di luce e tenebre, di benessere e di malessere.<br />

Di energie, di forze sottili, di forme-pensiero. Di fiumi<br />

e di monti. Bianca e nera. Oscura e solare. Angelica<br />

e demoniaca. O almeno, così la “vede” la Dembech.<br />

La tradizione esoterica più antica la vuole inserita sia<br />

nel triangolo della magia bianca con Praga e Lione, che<br />

in quello del satanismo con Londra e San Francisco.<br />

Qui si giocherebbe il derby apocalittico tra le creature<br />

celesti e gli esseri infernali. Botte da orbi. Sopra questo<br />

cielo opaco e giù nelle profondissime intimità del<br />

sottosuolo chissà quali battaglie, quali scontri…<br />

Ma camminando per le piazze e per le vie, a prima vista<br />

tutto questo non appare, non si vedono codoni e<br />

zampini e nemmeno battiti d’ali folgoranti. Sembra però<br />

più bella di Milano, quello sì, il che è tutto dire, vista la<br />

reputazione. Ma dov’è la magia? Dove la stregoneria?<br />

“Un’immagine simbolo, che rende bene l’identità della<br />

Torino di oggi, si trova adesso al Museo del Cinema<br />

sotto la Mole, dove forse a caso (ma il caso non esiste),<br />

hanno messo a fianco della statua in rame dell’angelo<br />

Tauriel (che un tempo svettava sulla Mole) un<br />

inquietante Moloch”, dice la Dembech.<br />

Bisogna finirla con il luogo comune che identifica la città<br />

come demoniaca, maligna e satanica soltanto. Torino per<br />

fortuna non è solo questo, è anche una città di luce. Una<br />

città che possiede i suoi talismani bianchi come la<br />

Sindone, o il tempio della Gran Madre.<br />

Una città dove gli opposti sono in straordinaria<br />

armonia”, così mi illumina la signora Dembech. “Il<br />

fulcro della zona bianca è l’area di piazza Castello.<br />

Qui le energie fluiscono attraverso i canali simbolici<br />

rappresentati dai quattro elementi. Il Duomo con la<br />

Sindone, centro protettivo che emana l’elemento<br />

‘fuoco’. Il varco tra i Dioscuri, all’entrata dei Giardini<br />

Reali, dove si propaga l’energia rigenerante<br />

dell’elemento ‘aria’. La fontana dei Tritoni all’interno<br />

dei Giardini Reali, dove invece troviamo l’energia<br />

intuitiva dell’elemento ‘acqua’. E la grotta alchemica,<br />

presente nel sottosuolo e non visibile ai più,<br />

catalizzatrice delle energie telluriche rappresentate<br />

dall’elemento ‘terra’. Tutti questi luoghi magici si<br />

trovano a pochi metri di distanza l’uno dall’altro.”<br />

Perbacco.<br />

Si vabbè, ma a Torino non c’erano 40.000 satanisti,<br />

faccio io (ben sapendo che l’argomento non incontra<br />

proprio il suo massimo gradimento)? “Sciocchezze.<br />

Quelli veri sono pochi e stanno bene attenti a non farsi<br />

scoprire, sono persone di potere che evitano i luoghi<br />

‘satanici’ da cartolina che qui ormai conoscono tutti,<br />

come il vecchio cimitero dei nobili o la Rella Rosin,<br />

dove sui ruderi di una chiesa sconsacrata si officiavano<br />

messe nere. Il centro diabolico della città è invece<br />

piazza Statuto, dove si trova un obelisco su cui a volte<br />

appaiono scritte sataniche, proprio lì sotto c’è la<br />

centrale fognaria cittadina, ed è una zona dove<br />

transitano tossicomani in pena. Sempre qui, una<br />

ventina d’anni fa, mentre da un’altra parte della città<br />

andava in scena un carnevale allegorico – che<br />

rappresentava in modo molto realistico un sabba (teste<br />

di caprone mozzate comprese) – il cinema Statuto<br />

andava a fuoco. Sessantaquattro le vittime. Trentuno<br />

uomini, trentuno donne. Un bambino e una bambina.<br />

Sulle ceneri del cinema hanno costruito poi un edificio,<br />

ma che per moltissimo tempo è rimasto disabitato…<br />

Ma così si entra nel regno dell’imponderabile…”<br />

Ma è proprio a due passi da qui!, penso a voce alta. “Sì,<br />

ma come può vedere, c’è un campanile da un lato e un<br />

campanile (con un bellissimo angelo) dall’altro”, mi<br />

conforta Giuditta Dembech. Ah, beh!<br />

Allora, via, andiamo a dare un’occhiata alla fontana<br />

“angelica” di piazza Solferino, con le due figure maschili<br />

che apparentemente rappresentano l’autunno e<br />

l’inverno, mentre esotericamente (Dembech docet)<br />

simboleggiano i due Giovanni: l’Evangelista e<br />

l’Annunciatore, il Giovanni che ride e il Giovanni che<br />

piange… e così mi torna in mente un altro Giovanni, che<br />

a Torino è figura imprescindibile… Speravo di trovare la<br />

mia guida impreparata? Macchè, la Dembech parte in<br />

quarta: “L’Avvocato si interessava agli aspetti esoterici<br />

della città e so per certo che ha letto alcuni dei miei libri.<br />

Era molto amato, persino dagli operai più umili, e ha<br />

avuto un funerale degno di un faraone. Mi ricordo anche<br />

una strana coincidenza: in occasione della presentazione<br />

di un nuovo modello di automobile (non mi ricordo se<br />

fosse una Punto o una Panda), si chiusero i Giardini<br />

Reali, allestiti e notevolmente abbelliti per l’occasione.<br />

Poi, durante la presentazione la nuova vettura compì tre<br />

giri completi. Tre giri rituali importantissimi dal punto di<br />

vista simbolico. Chissà…”. Affascinante ipotesi, anche se<br />

mi costringo a restare con i piedi per terra prima di<br />

cadere vittima della vertigine tra analogie, coincidenze,<br />

dietrologia…<br />

Mah. Angeli e angeli caduti. Ciò che sta in alto e ciò<br />

che sta in basso. Caso, sorpresa, fortuna, malasorte e<br />

caos. Incantesimi, miracoli e fatture. È già tutto scritto<br />

nel destino? Il presente è solo una delle tante realtà<br />

dell’immaginazione? Ma quale realtà? Quale<br />

immaginazione? Sogniamo o siamo sognati?<br />

Enigmi marzulliani mi affollano i pensieri mentre<br />

passeggio in una Torino come da copione grigia…<br />

Forse decriptare il presente sotto forma di presagi non<br />

è affatto sano. Però, osservando un po’ meglio inizio ad<br />

accorgermi di piccoli particolari a cui prima non avevo<br />

fatto caso: toh, una fioriera nel giardino con testa di<br />

diavolo… e guarda, guarda lì… c’è un bassorilievo con<br />

il muso da gargoyle … e là un battiporta a forma di<br />

caprone. Ma soprattutto: Cosa ci fa questa stella a<br />

cinque punte intarsiata nel pavè? Boh, meglio andare,<br />

comunque…<br />

URBAN 25

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