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LA CITTà COME NON L'AVETE MAI VISTa - Urban

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testo: Lia Celi / illustrazione: Annalisa Pagetti<br />

PADRENASTROADIEU<br />

LE NUOVE TECNOLOGIE SONO UNA COSA BELLISSIMA, ma ti obbligano a buttare quelle vecchie. Così, milioni<br />

di italiani devono rottamare i loro vecchi vhs, raccolti in una vita di sforzi da cinéphiles, dopo aver buttato le loro<br />

vecchie cassette sostituite dai cd. Domanda: tra quanto tempo dovremo buttare i nuovi dvd diventati vecchi?<br />

Ottaviano Augusto, che di home-theater si intendeva<br />

poco, ma in materia di imperi era un’autorità, l’aveva già<br />

intuito duemila anni fa: “dvd et impera”. Il nuovo supporto<br />

digitale sta invadendo le nostre cineteche domestiche,<br />

e le vecchie videocassette non oppongono più<br />

resistenza della Guardia Nazionale irachena. Una razza<br />

superiore cerca il suo spazio vitale sui tuoi scaffali, e per<br />

la meno progredita etnia dei vhs non c’è scampo. E sei<br />

tu l’incaricato che deve toglierla materialmente di mezzo,<br />

in fretta. Ma non è facile.<br />

PADRE NASTRO<br />

Il buon senso ti consiglierebbe di gestire con calma l’interregno<br />

fra analogico e digitale e di liquidare le cassette<br />

alla spicciolata, via via che gli stessi titoli escono su<br />

dvd. Ma sono già usciti. I tuoi amici ce li hanno. Ogni<br />

giorno fissi con odio crescente la Grande Muraglia di<br />

astucci che un tempo era il tuo orgoglio e oggi ti inchioda<br />

a un medioevo mediatico in cui risuona il cigolio del<br />

rewind. Niente doppiaggi multipli e sottotitolati, niente<br />

supplementi da cinéphile. E poi, vuoi mettere l’estetica?<br />

Il dvd, snello e iridescente, contro lo squallido parallelepipedo<br />

nero? Tanto più che il grosso della tua cineteca<br />

è robaccia presa all’edicola, con la custodia in cartoncino<br />

che già a una settimana dall’acquisto pendeva lacera<br />

come le bende di un lebbroso. L’ideale sarebbe sbolognare<br />

tutta quella robaccia a un pirla che pur avendo già<br />

comprato un lettore dvd non sa resistere alla tentazione<br />

di portarsi via un sacco di vhs per quattro soldi. Peccato<br />

che il tuo negoziante ci abbia già pensato e il pirla in<br />

questione sia tu.<br />

DVD KILLED THE VIDEO STARS<br />

Le cassette sono un cadavere scomodo. Pura plastica riciclabile<br />

allo zero per cento. Il tuo cuore di ambientalista<br />

sanguina all’idea di lordare il pianeta con un’altra carriolata<br />

di derivati del petrolio. Che fare? O rifili tutta la collezione<br />

al prete dell’oratorio (ricordandoti troppo tardi che<br />

nella custodia dei Tre moschettieri c’è ancora la cassetta<br />

pirata di Buchi roventi, un acquisto giovanile che volevi<br />

occultare agli sguardi indiscreti), oppure srotoli il nastro<br />

e lo servi agli ospiti a mo’ di spaghetti cinesi (ci vuole<br />

molta salsa di soia, ma l’illusione è perfetta). Terza soluzione,<br />

stivare i vhs in cantina in attesa dell’inevitabile revival.<br />

Tempo un anno, e si ripeterà quel che successe dopo<br />

il passaggio dal vinile al compact disc: i gourmet del<br />

timpano, stufi del suono freddo e pulito del ciddì, hanno<br />

riscoperto le sonorità dei vecchi lp, ruvide e saporose come<br />

la pasta tirata al mattarello. Presto qualcuno rimpiangerà<br />

la definizione crepuscolare del vhs, il suo appeal plasticoso<br />

e casalingo, quel formato che riempiva così bene<br />

le mani, e soprattutto una qualità indispensabile per la<br />

classica serata pizza-film in casa: la cassetta, anche se incrostata<br />

di mozzarella, funziona. Il dvd si inceppa con<br />

URBANSATIRA<br />

una ditata, e manco puoi metterlo in lavastoviglie.<br />

IL RITORNO DEL RE(MAKE)<br />

Uno degli aspetti più seducenti del dvd è la sua inalterabilità.<br />

Il vhs era più umano, invecchiava e si sbiadiva,<br />

mentre il dvd è praticamente eterno. Ma qui sta la vera<br />

rivoluzione digitale: il supporto è imperituro, ma l’opera<br />

diventa più deperibile dello stracchino. Un film di successo<br />

può essere riproposto ogni due anni in “new edition”,<br />

siliconandolo con un nuovo supplemento superfluo: un<br />

finale alternativo, il making of del making of, un’ora di<br />

girato originariamente soppressa perché l’opera venisse<br />

classificata come film e non come sonnifero, l’intervista<br />

all’unico attore che aveva marinato il giorno che furono<br />

girate le interviste al cast del dvd precedente, il rarissimo<br />

trailer per il mercato papua e così via. Il fan di Guerre<br />

Stellari rinuncerà più volentieri alle mutande che all’ennesima<br />

minuzia inedita sul suo mito. Gli ottimisti inneggiano<br />

all’opera aperta, i pessimisti temono la perdita dell’“aura”.<br />

In effetti, se Michelangelo, appena scolpito il David,<br />

avesse inondato il mercato non solo con i bozzetti preparatori,<br />

ma anche con tutti i pezzi di marmo scartati, più<br />

le interviste al modello (“Imbarazzato a posare nudo? No,<br />

con Mike è scattato subito il feeling giusto”) e al cavatore<br />

di Carrara (“Gli voglio bene più che alla mi’ mamma”),<br />

i fiorentini l’avrebbero consegnato al bargello.<br />

Giustamente.<br />

URBAN 71

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