LA CITTà COME NON L'AVETE MAI VISTa - Urban

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illustrazione: Squaz POLVERI RISTORANTI-BAR »»»» ROMA LE BUONE TAVOLE, LE BUONE CANTINE LE PAPERE 06-41205790 Nuovo, carino e coraggioso, apre i battenti in una zona periferica (Rebibbia) celebre a Roma finora più per motivi giudiziari (qui c’è il secondo carcere) che gastronomici. Ma l’arrivo del metro, l’insediamento di nuovi residenti, la vicinanza del Raccordo ha evidentemente incoraggiato i due titolari, fan uno della cucina l’altro del buon vino, ad aprire tentando la sorte. Il risultato, per ora, è una vera e bella sorpresa. Gentilezza e fantasia si accompagnano alla scelta di ottime e rare materie prime (il cece piccino toscano, le grandi lenticchie umbre e laziali, i migliori fagioli aretini) elaborate con mano prudente ma felice. Un po’ semplici i dessert (ma a ragione Anthony Burdain scrive che la pasticceria sta alla cucina come la neurologia alla medicina...), piacevolissima invece la scelta dei vini e il loro servizio. Pubblico bello misto che ha già decretato il successo di questa new entry dal conto ragionevole: 30-35 euro. Via Casale di San Basilio, 211. Chiuso lunedì. VINARIUM 06-4462110 Mancava proprio un altro wine bar, a San Lorenzo: dove cioè i locali si susseguono uno via l’altro e dove, proprio nella via un tempo centro della contestazione più dura, ora convogliano allo stesso tempo ragazzi alternativi e maturi ricercatori di golosità. Non era facile, ma Vinarium si sta invece strameritando il suo posto al sole con un’atmosfera allegra e accogliente, un’ottima offerta di calici a prezzo umano e con i (pochi) piatti caldi del giorno che variano alla velocità della luce senza mai tradire. Con 20 euro vi fate un buon piatto e un buon bicchiere: al giorno d’oggi, meglio prendere che lasciare. Via dei Volsci, 103. Chiuso lunedì. F.I.S.H. 06-47824962 È decisamente in progress questo ristorante nato, come dice il nome (che sta, non lo indovinerete mai, per Fine International Seafood House), sull’onda dell’innamoramento marittimittico dei risto-clienti romani. Piazzato in uno dei quartieri (Monti) più divertenti e fitti di locali in città, propone piatti tendenzialmente esotici e fusion, oltre ai classici (ormai) sashimi e sushi anche se in versioni personalizzate. Piatti che dopo qualche incertezza iniziale mostrano adesso mano più sicura e sapori più divertenti, per non dire dei vini scelti ancor meglio e con più dovizia. I tavolini “eat & drink” affacciati sulla strada e il pur piccolo bancone assicurano insieme alla sala una strong aria metropolitana e un pubblico vario, dal ricambio frequente. Si va dai 16-20 euro di un sushi-break ai 40-50 per un menu Per tèstare fino in fondo, bisogna essere intènditori. E non è così semplice come credetè. Secondo Darrell Corti, mitico “tèstertaster” italoamericano famoso sia tra gli enofan che tra le tazze “bone china”, degustare tè sarebbe molto più complesso che degustare vino. Lui per primo dunque approverebbe il rinnovato teaboom che i tealover romani (sì, anche tèenager) hanno decretato a varietà come Taiping Hokui, Dong Yang Dong Bai, China Mao Feng, China White Monkey (i rari e preziosi bianchi) o il commovente verde Jin Shang Tien Hua, cammeo di gemme dal cui centro, una volta in infusione, spuntano d’incanto due capolini fioriti. Senza contare i tè neri della Kusmi, storica azienda russa fornitrice dello zar. Tutto questo tèrremoto grazie alla recentè apertura da partè di Yara Bitetti, reduce da esperienze al Riccioli Café, a L’ecole du thè parigina o al Tea College con Mr. Twinings in completo. Via dei Serpenti, 16. Chiuso lunedì. JOIA 06-5740802 Decisamente accogliente, al secondo piano di una palazzina di Testaccio, il posto comprende anche discoteca e piano bar sugli altri livelli. È il ristorante però a brillare di luce propria, condotto com’è da uno chef giovane e ambizioso alla caccia della qualità. Mare e terra in menu, apertura fino a tarda ora (in sintonia con la location) e bella terrazza sono i punti fermi di un locale dove abbondano classici riletti (uno per tutti: “cacio e pepe” con fiori di zucca), crudità modaiole ben eseguite, dolci golosi con evidente, amorosa abbondanza cioccolatosa. Cantina in sviluppo ma già promettente, pubblico nottambulo e modaiolo, conto sui 45-50 euro. Via Galvani, 20. Chiuso a pranzo e lunedì. E BUSTINE Cinesi, russi, orientali in genere. Roma scopre la sua nuova passione per gli infusi persona, di un suo “tèatro” in via del Pellegrino 85 (Tè e teiere, tel. 06-6868824), già affollato di tèmaniaci di ogni età e sesso. “Il tè è un’eredità dalla culla della civiltà – spiega lei – e per me è oggetto di studio perenne e di rispetto”. Già, perché in questo barnegozio c’è proprio tutto quel che vorreste acquistare (anche tazze, copriteiere, zuccheriere, cucchiaini, libri), gustare e conoscere in matèria. A cominciare proprio dal tè, che qui trovatè a foglia intera, cioè non in bustina o miscela (orrore!), nelle più diverse e rare provenienze e tipologie. Siete incuriositè ma non così tèmerarie? Fatevi tèntare da Yara, che oltre a proporvi gli aromi più esclusivi, organizza vari tèminari essendo anche tèacher di “Cuoche per caso”. Quando? Informatèvi in negozio o, se proprio avetè fretta, chiamatè da casa o ufficio: un tè(lefonico) non ve lo negherà nessuno. PAUL DE CELLAR YETI Mangiare e leggere, leggere e mangiare Uno yeti si è stabilito al Pigneto, ma più che terrorizzare i passanti accoglie chi è alla ricerca di un posto tranquillo in cui mangiare, leggere qualcosa e chiacchierare. Lo Yeti è infatti il nome di un locale che ha aperto quest’inverno in via Perugia 4 (tel. 06-7025633), in mezzo all’isola pedonale di uno dei quartieri più vivaci della città. Alla faccia della Roma che corre e si affanna, Lo Yeti propone un modello di intrattenimento slow e ragionato: accanto al bancone della sala caffè, che sforna piatti freddi, insalate, brunch, colazioni e aperitivi molto gustosi, c’è una libreria con annesso internet point. Così chi passa di qui può guardare le ultime novità librarie gustando un vino novello biologico pugliese, o fare colazione leggendo uno dei quotidiani o dei fumetti messi a disposizione per la consultazione all’interno del locale. Salvatore, Salvo, Maurizio e Daniele della cooperativa “Libera… mente” hanno puntato sull’accessibilità di questo spazio che, privo di qualsiasi barriera architettonica è interamente accessibile anche a visitatori sulla sedia a rotelle. Ma Lo Yeti è accessibile anche per le tasche dell’eterogenea popolazione del quartiere, che può contare su prodotti biologici controllati senza dover rompere il salvadanaio. Buono il piatto di formaggi misti (6 euro), che si accompagna benissimo con i vini proposti dalla carta. E non snobbate la piccola e fornita libreria, che strizza l’occhio alla piccola editoria e alle produzioni indipendenti e offre un’ampia scelta di titoli di narrativa, di fumetti di autore e di libri su e per i bambini. LUCREZIA CIPPITELLI URBAN 63
illustrazione: Squaz RISTORANTI-BAR »»»» BOLOGNA TUTTI CARNIVORI, LESSO CHI LEGGE Non siete mai stati a Bologna se non avete affrontato un serio carrello dei bolliti. Ecco dove e come. Andateci piano Vi danno del bollito? Può capitare anche ai più svegli. Noi però vi conosciamo bene: non l’accogliereste con molto fair play. Sbottando e meravigliandovi per un simile affronto, protestereste subito tutta la vostra vivacità. Invece sbaglia- te a fraintendere, perché davanti a un bel lesso la scelta è una sola: aprire la bocca, chiudere gli occhi e… affondare i denti in quella carne così tenera che si disfa in bocca. Già, il bollito di carne: un piatto per bolliti, direte voi. Invece no, cari miei. Piuttosto, un rito che oggi torna di moda proprio grazie ai primi rigetti da fast burger. Tant’è che insieme a questo piattino leggero leggero, ecco rifarsi avanti arrosti e cotolette, zamponi e cotechini, grigliate e bisteccone. Piatti tosti e robusti che acco- IL FASCINO DISCRETO DELLA GRIGLIA ROADHOUSE GRILL 051-6311705 Vi ricordate Il duro del Roadhouse, il film con Patrick Swayze? Bene, ecco una cosuccia del genere, scazzottate a parte: un american saloon con cucina texana e pure tex-mex a base di piattoni unici. Di cosa? Che domande: meat rigorosamente alla griglia (Ribeye, New York Strip, Prime Rib, Filet Mignon, T-Bone Steak) con super contorni di chili, patatine fritte e ketchup. Conto sui 20, 25 euro. Via Stalingrado, 40. Sempre aperto. LA GRIGLIA D’ORO 051-307406 D’accordo, d’accordo, l’arredamento non sarà il massimo dello stile, però il mancamento davanti al carrello degli arrosti o dei bolliti, da manuale o quasi, è assicurato. Senza contare poi la vasta scelta di carne alla griglia o di cotolette (quelle vere, una volta tanto) alla bolognese. Alla fine spenderete tra i 20 e i 30 euro, bevande escluse. Via Mazzini, 119. Chiuso mercoledì. munano nonni e nipoti, non così frequenti però al ristorante (i nonni? Ma no, i piatti!) in tempi di mangiarlight. Così, è certo più facile imbattersi nei soliti carpacci o straccetti di filetto con rucola e/o grana: secondi più dietetici e recenti ma oggetto ormai di lunch impiegatizi nei baretti più periferici. Meno male però che nella Bologna lussuriosa la ciccia più vera e carnosa, quella al forno o alla griglia per capirci, non manca: fate un salto al Don Camillo in via San Gervaso 5/d, alla Trattoria Boni in via Sturzo TRATTORIA MELONCELLO 051-6143947 Una trattoria d’una volta, ma già adeguata ai giorni nostri, dove andare allegramente di mascelle tra succulenti classici carnali. Per esempio? Spezzatino di vitello, ossobuco al sugo rosso, coniglio disossato, arista di maiale e arrosto di vitello al forno. E per contorno ecco un’altra delizia tutta emiliana, il friggione. Via Saragozza 240/a. Chiuso lunedì sera e martedì. 22/c, da Vito in via Musolesi 9 o alla Trattoria San Sisto in via San Donato 194, cioè tutti paradisi per meat-lovers a base di filettazzi, tagliate, stinchi (di maiale), trippe e spezzatini, e capirete masticando di che cos(ci)a stiamo parlando. Se poi avete appetito da cowboy/girl, potete farvi la vostra amata bi-steak alla griglia in una steakhouse american-style, il Roadhouse Grill in via Stalingrado 40. Come si dice, a ognuno la carnazza (anche quella nel piatto) che si merita... CICCERIA 051-942896 CARLO FRASSOLDATI Un nome, una garanzia (di ciccia). Anche perché il castrato è una specialità di Castel San Pietro che vale la trasferta: in questa trattoria lo trovate ricco e ben cotto, in compagnia di verdure alla griglia e vini delle colline. Non mancano piadine, crescentine e pasta fatta in casa (sì, ancora al mattarello!). Prezzi carnalmente onesti. Castel San Pietro, via Matteotti, 41. Chiuso mercoledi. FARE NOTTE Dal wine bar alla notte cubana. L’importante è tirar tardi, mangiare e bere bene BAR & WINERY 051-227048 Il nome non sarà molto originale, però è uno dei posticini più trendesclusivi in città, grazie anche alla fashion-location, in mezzo ai negozi di moda più top (conta? Eccome se conta). Per questo, per tutto l’arco della giornata, tra abatjour e arredo minimal, ci potete trovare modaiol people che prima o dopo lo shopping e con bel savoir-faire si schicchera un caffè, sorseggia bei cocktail, degusta bei vini, sgranocchia mini-pasticcini o assaggia mini-spicchietti di formaggi. Il tutto, s’intende, a prezzi adeguati: modesse oblige… Galleria Cavour, 1/r. Sempre aperto. COHIBA 051-6390527 Cercate una noche caliente per gambe e stomaco? Ecco un ristodiscopub dall’aria tropicalcubankitsch, dove bailar anche la salsa fino alle ore piccole. Nella zona ristorante, più tranquilla, potete invece assaggiare specialità di Fidel doc tipo platanos fritos (similbanane fritte), lechon asado (un leccone? Ma no, il maialino alla brace!), camaron borracho (gamberetti stufati) e anche langosta (bravi, l’aragosta!) cotta in birra e vino. Peccato solo per il servizio, un po’ lento e svagato... esattamente come a Cuba: rifatevi pure con un buon rum e un bel sigaro, entrambi cuban-caraibici. Via del Borgo San Pietro, 54 a/b. Sempre aperto. URBAN 65
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