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storia pittorica della italia dell'abate luigi lanzi antiquario della r ...

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all'apostolato nella chiesa <strong>della</strong> Certosa; che ripetuta in tavola si vede nella Imperial Galleria di<br />

Vienna. E' questa una delle più belle pitture di quella età; e generalmente non vi è pregio in Gian<br />

Bellini nel quale il [32] Basaiti o non lo pareggi, o non gli vada molto vicino; anzi par che mostri un<br />

genio più sciolto, una composizione più felice, un'arte migliore di legare i campi colle figure.<br />

Queste son belle e danno per lo più nello svelto; la lor guardatura è vivacissima, le tinte delle carni<br />

ben rosseggianti, le mezze tinte lividette alcuna volta, né senza grazia. Benché nato altrove, visse<br />

lungamente in Venezia, ov'esiste buon numero di sue opere, qualcuna di antico gusto, ma per lo più<br />

vicine al moderno.<br />

Fra gli scolari di Gian Bellini, che n'ebbe moltissimi, alcuni devon riserbarsi ad altra epoca, come<br />

Giorgione; altri a diversa scuola, come il Rondinello di Ravenna; ed altri qui deono aver luogo, i<br />

quali a giudizio de' lor nazionali non giunsero a posseder pienamente il novello stile. La famiglia de'<br />

capiscuola diede anco un Bellin Bellini, che, istruito in quell'accademia, ne imitò la maniera<br />

felicemente. Dipinse Madonne per privati, le quali, essendo lui noto a pochissimi, per lo più si<br />

ascrivono a Gentile o a Giovanni. Quegli che il Vasari chiamò creato di Giovanni, per nome<br />

Girolamo Mocetto, fu de' suoi primi e men raffinati discepoli. Egli non toccò il secolo XVI, e lasciò<br />

morendo intagli in rame, divenuti oggidì rarissimi, e quadri non grandi; un de' quali soscritto<br />

dall'autore nel 1484 è nella prefata casa Corer. Altro men noto, e similmente aridetto imitator del<br />

Bellini, si trova in più luoghi soscritto a piè d'immagini sacre così: Marcus Martialis Venetus; e in<br />

una Purificazione che ne ha il conservatorio delle Penitenti si legge l'anno 1488.<br />

[33] Di miglior gusto fu Vincenzio Catena, facoltoso cittadino, che assai si distinse in ritratti e in<br />

quadri da stanza. Il suo capo d'opera sullo stile giorgionesco è una Sacra Famiglia nell'insigne<br />

Galleria Pesaro. Se altra cosa non avesse dipinta, saria da rimuoversi da quest'epoca: vi sta però<br />

bene per altre sue produzioni rimaste in San Simeone Grande, alla Carità, in San Maurizio e altrove;<br />

belle veramente, ma non moderne a bastanza. Fu anche in molta estimazione un Giannetto<br />

Cordegliaghi, come il Vasari lo nomina; e lo commenda per la sua maniera assai delicata e dolce, e<br />

migliore assai di molti contemporanei, aggiungendo aver lui fatti infiniti quadri da camera. In<br />

Venezia è detto, credo, per brevità il Cor<strong>della</strong>; e a lui si ascrive il bellissimo ritratto del Card.<br />

Bessarione alla scuola <strong>della</strong> Carità e qualche altro pezzo; caduti gli altri nella dimenticanza. Forse il<br />

vero suo nome era doppio: Cor<strong>della</strong> Aghi. Certamente in una bella Madonna dell'ecc. Zeno lesse lo<br />

Zanetti: Andreas Cordelle Agi F.. Costui è <strong>della</strong> famiglia medesima di Giannetto; o forse anco in<br />

luogo di Giannetto dovea il Vasari scrivere Andrea, come in vece di Jacopo dovea dir Francesco<br />

Squarcione. Né può negarsi che, se si eccettuino i Veronesi e i Friulani, circa gli altri pittori <strong>della</strong><br />

Scuola veneta mancò di notizie, come protesta egli medesimo; e gliene crediamo. Veggasi il<br />

proemio <strong>della</strong> vita del Carpaccio e si osservi quante volte in pochissimi versi egli errasse. Di<br />

Lazzaro Sebastiani fece due pittori, e due altri di Marco Basaiti, distinguendoli in Marco Basarini e<br />

in Marco Bassiti e assegnando a [34] ciascuno le sue opere; scrisse inoltre Vittore Scarpaccia, Vittor<br />

Bellini, Giambatista da Cornigliano e confuse i lavori dell'uno con quei dell'altro; altrove di<br />

Mansueti fece Mansuchi, di Guariento Guerriero e Guarriero, di Foppa Zoppa; e così in altri nomi<br />

lombardi e veneti errò sì spesso che può quasi paragonarsi all'Harms, al Cochin, a simili<br />

oltramontani meno accurati.<br />

Poco furono pregiati dal Vasari o poco conosciuti, e perciò omessi, Piermaria Pennacchi trevigiano,<br />

di cui restano in Venezia due soffitti di chiese, migliori assai per colore che per disegno; e Pier<br />

Francesco Bissolo veneto, meno macchinoso pittore, ma più lindo e più vago. Le sue tavole in<br />

Murano e nella cattedral di Trevigi possono andar del pari con quelle del vecchio Palma; ed una che<br />

ne possiedono gli ecc. Renier con l'Incontro di Simeone è anche più vicina alla pastosità de'<br />

moderni.<br />

Più degno di <strong>storia</strong> era Girolamo di Santa Croce. Il Vasari l'omise; ne tacque il Boschini; e il Ridolfi<br />

ne ha detto più mal che bene, asserendo che mai non si dipartì dall'antico stile, ancorché fiorisse<br />

quando anche i mediocri ingegni lo rimodernavano. Fortuna di questo valentuomo che si son<br />

conservate non poche delle opere sue migliori; onde lo Zanetti poté asseverare che più degli altri<br />

tutti si accostò alla maniera di Giorgione e a quella di Tiziano. Comprova tal detto una Cena di

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