10.06.2013 Views

storia pittorica della italia dell'abate luigi lanzi antiquario della r ...

storia pittorica della italia dell'abate luigi lanzi antiquario della r ...

storia pittorica della italia dell'abate luigi lanzi antiquario della r ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

danno all'occhio una quiete che trattiene l'occhio senza noiarlo. I più nondimeno lo danno per<br />

coloritor debole e migliore in freschi che a olio. Non so se fosse predilezione mia o merito di questo<br />

grand'uomo: egli è quel pittore, di cui lasciando Verona mi è dispiaciuto di non aver veduta ogni<br />

opera; tanto ho trovato di raro e di bello in quelle che vidi; e ne vidi anco in Mantova, in San Sisto<br />

di Piacenza, nella Galleria Ducale di Modena, in Padova e altrove. Vi ho talora osservata una<br />

chiocciola, che Paolo avea scelta per sua impresa; dicendo che ancor egli aveva la casa in testa per<br />

cozzare co' soverchiatori.<br />

Orazio suo figlio fu imprestato all'arte per pochi anni. L'elogio maggiore è d'essersi in quella sua<br />

breve età avvicinato molto allo stile e al merito del padre. È a Santo Stefano una sua tela con Fedeli<br />

che dagli Apostoli ricevono lo Spirito Santo: e in vista de' miglior veronesi che vi han dipinto,<br />

eccetto solo il Caliari, fa gran comparsa.<br />

Ora ripigliando il filo del già ordito discorso, Paolo Caliari trovò il pubblico prevenuto a favore de'<br />

già nominati artefici e non fu considerato in patria ne' primi anni. Il pubblico, tardo sempre a far<br />

plauso a una fama nascente, o non seppe, o non credé ch'egli nel concorso di Mantova avesse<br />

avanzato tutti; talché il giovane spinto dal bisogno uscì di Verona. Passò prima a Vicenza e quindi a<br />

Vene[132]zia. Era il suo talento naturalmente nobile, elevato, magnifico, ameno, vasto; e niuna città<br />

di provincia potea fornirlo d'idee proporzionate a tal genio come Venezia. Le prime opere, che vi<br />

fece nella sagrestia di San Sebastiano, non presentano altro che i primi semi del suo stile nell'arie<br />

delle teste e nella varietà de' panni e delle mosse: nel resto il suo pennello era ancor timido; portato<br />

piuttosto ad unir le tinte con diligenza, che a un colpeggiar franco e leggiero. Più libero sempre e<br />

più vago riuscì poco appresso ne' soffitti <strong>della</strong> medesima chiesa, ove figurò la <strong>storia</strong> di Ester; lavoro<br />

che per la novità sua gli conciliò l'ammirazione pubblica e gli fu scala a commissioni<br />

onorevolissime del Senato.<br />

Ebbe intanto agio di veder Roma condottovi dall'ambasciadore Grimani, e alla presenza di quelle<br />

opere antiche e moderne al volo suo sentì crescer le penne, siccome di poi fece vedere nel Palazzo<br />

pubblico. Qui è dove sfoggia la sua immaginazione in ogni tela che ha colorita; ma specialmente in<br />

quella quasi Apoteosi di Venezia regalmente vestita, posata in alto, coronata dalla Gloria, celebrata<br />

dalla Fama, corteggiata dall'Onore, dalla Libertà, dalla Pace: vi assistono Giunone e Cerere per<br />

simboleggiarne la Grandezza e la Felicità. La cima è ornata di magnifiche architetture con colonne;<br />

più a basso vedesi in un ballatoio una gran moltitudine di Matrone co' loro figli, e Signori in vari<br />

abiti di dignità; e nel fondo guerrieri a cavallo, armi, insegne, prigionieri, trofei di guerra. È questo<br />

quadro un compendio di quelle maraviglie con cui Paolo affascina l'occhio presen[133]tandogli un<br />

insieme che incanta, e che comprende assai parti tutte leggiadre: spazi aerei lucidissimi, fabbriche<br />

suntuose, che invoglian quasi a passeggiarvi; volti gai, dignitosi, scelti le più volte dal naturale e<br />

abbelliti coll'arte; mosse graziose, espressive, ben contrapposte; vestiti signorili e pel taglio e pe'<br />

drappi; corone, scettri, ricchezza, magnificenza degna di sì augusta immagine; prospettiva che<br />

allontana gli oggetti senzaché dispiaccian dappresso 24 ; colori vivacissimi 25 or simili, ora opposti,<br />

accordati con un'arte ch'è tutta sua e che non potrebbe insegnarsi; maneggio di pennello che a<br />

somma celerità unisce somma intelligenza, che con ogni colpo opera, conchiude, ammaestra; doti<br />

tutte che gli si erano a quell'ora rese familiari e che fanno il carattere del suo ingegno.<br />

Tuttavia questo lavoro non gli fece tanto nome quanto le Cene. A chi scrive del suo stile non potria<br />

perdonarsi il silenzio di una rappresentanza che fu a lui familiare sopra tutte, che replicò molte<br />

volte; che col tanto esercitarvisi e tanto variarla giunse a farne desiosi i maggior sovrani del mondo.<br />

Ne ho vedute in tele minori e sempre vaghe: il Convi[134]to di Cana in Roma in palazzo<br />

Giustiniani; quello che S. Gregorio dà a’ poveri presso i serviti di Vicenza, altri in più quadrerie. In<br />

Venezia quattro cene dipinse per altrettanti refettori di case religiose, grandi e copiose d’invenzioni.<br />

La prima colle nozze di Cana è tuttavia a San Giorgio Maggiore lunga 30 palmi, delle cui copie è<br />

24 Ottenea egli questo segnando con assai decisi contorni esse figure e le parti tutte dopo finite l'opere; e mercé del<br />

molto sapere, e <strong>della</strong> felicità e grazia <strong>della</strong> mano niente offendono chi le mira anche da vicino. Zanetti, pag. 181.<br />

25 Nascea facilmente ciò dalla prontezza di operare, per cui restavano esse tinte semplici e nette. Chi replica più volte e<br />

ricerca non può conservare freschezza, e a quello certamente altra via tener si conviene. Zanetti, pag. 163.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!