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storia pittorica della italia dell'abate luigi lanzi antiquario della r ...

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ha Venezia alla chiesa Patriarcale, a' Servi e altrove lo dimostra di tutto altro gusto da quel de'<br />

maggiori: forme più grandi, ma men grandiose; pennello assai franco e pieno, ma senza sapore:<br />

tanto può l'esempio sopra la stirpe e sopra l'educazione.<br />

Uscendo dalla famiglia di Tiziano, ma non ancor dal suo studio, prima che altri vuol rammentarsi<br />

Girolamo Dante, o sia Girolamo di Tiziano, di cui fu creato, come allora dicevano, cioè scolare ed<br />

aiuto per lavori meno sublimi. E veramente, aiutando il maestro e copiandone gli originali, venne a<br />

tale, che le sue tele spesso ritocche da Tiziano fan difficoltà a' conoscitori. Operò anco d'invenzione,<br />

e la tavola che si addita per sua a San Giovanni in Olio è degna di tanta scuola. Domenico delle<br />

Greche, detto nell'Abbecedario Domenico Greco e in altro articolo Domenico Teoscopoli, fu<br />

adoperato da Tiziano a incidere i suoi disegni: la copiosa stampa di Faraone sommerso, senza dir<br />

delle altre, è prova del suo valore in genere d'intaglio. Delle sue pitture niuna con certezza se ne<br />

addita in Italia; molte nella Spagna, ove condotto dal maestro vi restò finché visse. Vi fece ritratti e<br />

tavole che parean, dice il Palomino, di Tiziano stesso: tentò di poi nuovo stile, ma con successo<br />

infelicissimo.<br />

Al nome di due veneti ostò la brevità <strong>della</strong> vita; morti giovanetti dopo aver eccitata un'aspettazione<br />

[89] grandissima dell'ingegno loro. L'uno è Lorenzino, che a' Santi Giovanni e Paolo fece intorno a<br />

un sepolcro vari ornamenti e due grandi figure di Virtù, pregiatissime tuttora per simmetria, per<br />

mossa, per colorito. L'altro è Natalino da Murano, eccellente ne' ritratti quanto altri de' condiscepoli,<br />

e buon compositore di quadri da stanza, da' quali più di lui traean utile i veneti rigattieri. Vi fu anco<br />

un Polidoro veneziano, che di sacre immagini empié le botteghe. Comparisce per lo più un debole<br />

scolare di Tiziano, che lavorò di pratica e per mestiero. Da una sua tavola a' Servi in Venezia si<br />

argomenta che seppe fare assai bene, quantunque non arrivasse mai a figurare fra' coetanei. Spenta<br />

la grande scuola, i suoi lavori, qualunque fossero, crebbero di stima e si tennero negli studi di que'<br />

pittori; non altrimenti che si usi da' nostri scultori quando raccolgono marmi antichi, sempre<br />

giovevoli all'arte, benché di artefici mediocri.<br />

Bonifazio veneziano creduto dal Ridolfi scolare del Palma; dal Boschini è detto discepolo di<br />

Tiziano e suo seguace come l'ombra è del corpo. Spesso udivasi a' tempi del Boschini, e si ode in<br />

Venezia tuttora in certe dubbie pitture, questo parlare: è ella di Tiziano o di Bonifazio? Più che<br />

altrove si appressò al Vecellio nella Cena di Nostro Signore al monastero <strong>della</strong> Certosa. Più spesso<br />

ha un carattere che fa conoscere un genio libero e creatore; quella sveltezza, quello spirito, quella<br />

grandiosità par propria sua; ancorché si conosca che assai gli piacque il forte di Giorgione, il<br />

delicato del Palma, la mossa e la com[90]posizione di Tiziano. Il merito di questo professore fu<br />

conosciuto per tempo, e gli storici più volte han detto che i tre allora più riputati erano Tiziano, il<br />

Palma e Bonifazio. Gli uffizi pubblici abbondano de' suoi dipinti, e il palazzo Ducale ha fra le altre<br />

sue storie quel Discacciamento de' venditori dal Tempio, che pel gran numero delle figure, per lo<br />

spirito, pel colorito, per la superba prospettiva solo basterebbe a farlo immortale. Si han di lui altri<br />

quadri da stanza macchinosi e ricchi di figure; nel qual genere son celebratissimi i suoi Trionfi presi<br />

dalle poesie del Petrarca e passati in Inghilterra. Anche in piccioli quadretti si esercitò; ma è raro a<br />

vederne. Ve ne ha una Sacra Famiglia in Roma presso il sig. principe Rezzonico. La scena è<br />

l'officina di S. Giuseppe; e mentr'egli dorme e Nostra Signora è intesa a' donneschi lavori, una<br />

truppa di Angiolini stanno intorno a Gesù fanciullo trattando fabbrili strumenti, e un di loro sta<br />

disponendo due assi in forma di croce; idea che più volte imitò l'Albano. Notisi in fine che l'Orlandi<br />

e altri lo confondono con Bonifazio Bembo, anteriore a lui di molti anni e cremonese.<br />

Fu anche tizianesco nel colorito, ma con certa vivacità originale, Andrea Schiavone di Sebenico,<br />

detto Medula per soprannome. Pochi talenti uscirono di mano a natura così disposti al dipingere; e<br />

dicesi che il padre se ne avvedesse quando condottolo per città ancor fanciullo, perché si scegliesse<br />

una professione, lo vide cupidissimo di star fra' pittori, e l'acconciò fra loro per garzoncello. [91]<br />

Ma la fortuna gli era nemica, e colla povertà sollecitavalo a guadagnarsi il vitto quotidiano da<br />

mercenario, non già da artefice. Quindi senza fondamento di disegno cominciò a dipingere; né ebbe<br />

per alquanti anni altri mecenati che qualche maestro muratore che lo raccomandasse per le facciate,<br />

o qualche maestro pittor di banche o di casse che lo prendesse in suo aiuto. Tiziano lo mise in

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