storia pittorica della italia dell'abate luigi lanzi antiquario della r ...
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elementi, sia paese, sia qualunque altro soggetto, in tutto ha impresso la vera sua naturalezza. Avea<br />
sortito dal nascere uno spirito sodo, tranquillo, sagace, portato al vero piuttosto che al nuovo e allo<br />
specioso; ed è quello spirito che forma siccome i veri letterati, così i veri pittori.<br />
[76] L'educazione ch'ebbe prima da Sebastiano Zuccati da Trevigi, e poi da Giovanni Bellini lo rese<br />
diligente e fine osservatore di ogni minuzia che cade sotto de' sensi; cosicché, quando già adulto<br />
competer volle con Alberto Durero, e dipinse in Ferrara quel Cristo a cui un Fariseo mostra la<br />
moneta 12 , lavorò tanto sottilmente che vinse anco quell'artefice sì minuto. Si conterebbero in quelle<br />
immagini i capelli, i peli delle mani, i pori delle carni, i riflessi degli oggetti nelle pupille; e tuttavia<br />
l'opera non iscapitò, perciocché ove le pitture di Alberto, slontanandosi, sceman di pregio e<br />
rimpiccoliscono, questa cresce e diviene più grandiosa. Ma in tale stile non fece opera compagna; e<br />
si sa che ancor giovanetto si mise a quel più libero e sciolto metodo che avea trovato Giorgione,<br />
prima suo condiscepolo e poi rivale. Alcuni ritratti dipinti da Tiziano in quel breve spazio non si<br />
discernono da quei di Giorgione istesso. Ho detto in quel breve spazio, perché non istette guari a<br />
formarsi un suo nuovo stile meno sfumato, men focoso, men grande; ma più soave, e che rapisce lo<br />
spettatore non colla novità dell'effetto, ma colla rappresentazione sincera <strong>della</strong> verità. La prima<br />
opera che si conosca tutta tizianesca è nella sagrestia di San Marziale un Arcangiolo Raffaello con<br />
Tobia al fianco, dipinto da lui di trent'anni; né con molto in[77]tervallo di tempo, se vuol credersi al<br />
Ridolfi, fece alla scuola <strong>della</strong> Carità quella Presentazione di Nostro Signore ch'è uno dei quadri che<br />
ne abbiamo più grandi e ricchi di figure, peritine molti in diversi incendi.<br />
Da questi e dagli altri che fece nell'età sua migliore, hanno i critici raccolta l'idea del suo stile; e la<br />
maggiore opposizione che fra sé abbiano, è nel disegno. Mengs nega di poter metterlo fra' buoni<br />
disegnatori 13 , come pittore di un gusto ordinario e lontano dal fare antico, quantunque, se avesse<br />
voluto studiarlo, vi saria riuscito, avendo avuta tanta esattezza di vista a copiar la natura. Lo stesso<br />
sente il Vasari, ove introduce Michelangiolo, dopo veduta una Leda di Tiziano 14 , a dire essere un<br />
peccato che in Venezia non s'imparasse da principio a disegnar bene. Men severo fu il giudizio del<br />
Tintoretto, comunque suo emolo, che Tiziano fece alcune cose che far non si potevano migliori; ma<br />
che altre ne fece che si potean meglio disegnare. E fra le ottime poté riporre certamente quel S.<br />
Pietro Martire a' Santi Giovanni e Paolo, in cui i più gran maestri confessarono, dice l'Algarotti, di<br />
non ci aver saputo trovare ombra di difetto; e quel Baccanale e quanto altro dipinse per un<br />
gabinetto del duca di Ferrara, che Agostin Caracci chiama 15 le più belle pitture del mondo e le<br />
maraviglie dell'arte. Il Fresnoy giudicò che nelle figure degli uomini non fosse così perfetto e ne'<br />
pan[78]neggiamenti desse nel piccolo 16 , ma che si veggano di sua mano delle donne e de' putti di<br />
disegno e di colore squisito; lode che rispetto a' corpi donneschi gli conferma l'Algarotti e rispetto a'<br />
fanciulli lo stesso Mengs. Anzi è quasi un parer comune che in tal genere di figure niuno mai lo<br />
agguagliasse; e che il Poussin e il Fiammingo, che tanto valsero in questa parte, l'apprendessero da'<br />
quadri di Tiziano. Reynolds afferma 17 che quantunque il suo stile non sia tanto castigato, quanto<br />
quello di alcune altre scuole d'Italia, nulladimeno egli va accompagnato da certa sorta di dignità<br />
senatoria; e che ne' ritratti fu pittore del massimo carattere: conclude finalmente potersi studiare<br />
anco da chi cerca il sublime.<br />
Lo Zanetti lo pone primo in disegno fra tutti i bravi coloritori; lo rappresenta come studioso molto<br />
<strong>della</strong> notomia e copista anche del buono antico 18 ; ma crede che non si curasse mai di affettare una<br />
12<br />
V. il Ridolfi. Ora è in Dresda e l'Italia è piena delle sue copie. A San Saverio di Rimini una ne vidi col nome di<br />
Tiziano scritto nella fascia del Fariseo, veramente bellissima e da molti creduta replica piuttosto che copia.<br />
13<br />
Opere, t. I, pag. 177.<br />
14<br />
Nella Vita di Tiziano.<br />
15<br />
V. Bottari, note al Vasari nella Vita di Tiziano.<br />
16<br />
Idea <strong>della</strong> Pittura, edizione romana, pag. 287.<br />
17<br />
Delle arti del disegno, Discorso 4.<br />
18<br />
Trasse da un gesso del Laocoonte la testa di S. Niccolò a' Frari, da altri antichi quella di S. Giovanni Batista e <strong>della</strong><br />
Maddalena di Spagna; da un bassorilievo greco, ch'è alla chiesa de' Miracoli, imitò gli Angioli del S. Pietro Martire.<br />
Dipinse anche i Cesari in Mantova, opera delle sue più lodate e impossibile a condursi bene senza aver veduto scoltura