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storia pittorica della italia dell'abate luigi lanzi antiquario della r ...

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[1]<br />

DELLA STORIA PITTORICA DELLA ITALIA SUPERIORE<br />

LIBRO PRIMO<br />

SCUOLA VENEZIANA<br />

Questa scuola non avria mestieri di essere da altra penna descritta, se il sig. Antonio Zanetti<br />

nell'applauditissima opera <strong>della</strong> Pittura Veneziana avesse gli artefici dello stato considerati alquanto<br />

maggiormente ch'egli non fece, scrivendo solo di quelli che per le chiese o per altri luoghi esposti<br />

alla vista del pubblico avean dipinto in Venezia. Egli però non ha reso picciolo giovamento a chi<br />

vuol succedergli e distendere il soggetto medesimo a più ampi confini; avendo egli con buon<br />

metodo divisate l'epoche, descritti gli stili, bilanciati i meriti di non pochi pittori, e così mostrato<br />

qual età e qual grado spetti a ciascun di essi. Gli altri poi che lasciò innominati possono facilmente<br />

ridursi ad una o ad un'altra delle schiere ch'egli distinse, e tutta la <strong>storia</strong> aumentarsi sul piano ch'egli<br />

formò. A conoscere questi altri aiutano le memorie che di tutto lo stato veneto raccolse prima il<br />

Vasari, e più ampiamente di[2]poi il cavaliere Ridolfi nelle vite de' pittor veneti e il Boschini nelle<br />

Miniere <strong>della</strong> pittura, nella Carta del navegar pittoresco ed in altri libri. A niuno spiaccia di legger<br />

qui citato il Vasari, del quale gli storici <strong>della</strong> Scuola veneziana furono più scontenti di quel che ne<br />

fossero quei <strong>della</strong> Scuola romana, e <strong>della</strong> senese, e <strong>della</strong> napolitana, le cui querele ho già riferite<br />

altrove; aggiuntevi, ove ho potuto farne, le mie apologie. Non serve ora ripeterle per rispondere agli<br />

scrittori veneti. Dico solamente che il Vasari a' professori di Venezia tessé elogi amplissimi in più<br />

luoghi <strong>della</strong> sua <strong>storia</strong>, e specialmente nelle vite del Carpaccio, di Liberale, del Pordenone.<br />

Aggiungo poi che se talora egli errò o per mancanza di più esatte notizie, o anche per un certo<br />

spirito di rivalità o di patriottismo che celatamente guidò forse la sua penna e animò i suoi scritti,<br />

non mi sarà malagevole in tanta luce di lettere, quanta oggi splende 1 , sostituir ragguagli più veri e<br />

giudizi meno alterati verso i più antichi <strong>della</strong> scuola. Quanto è a' più moderni, a' quali egli non<br />

giunse, ho suppellettile istorica, se non copiosa, meno scarsa certamente che in varie altre Scuole<br />

d'Italia. Oltre il Ridolfi, e il Boschini, e lo Zanetti, ho gl'istorici delle particolari città, onde anche<br />

l'Orlandi ha trascelte varie notizie di artefici; [3] ed ho in oltre alcuni scrittori che segnatamente di<br />

questi raccolsero le memorie o pubblicaron le vite; siccome han fatto de' Veronesi il commendatore<br />

del Pozzo, de' Bergamaschi il conte Tassi, il signor Verci de' Bassanesi. Né niuna luce porgon le<br />

Guide, o sia le Descrizioni de' quadri esposti in molte città dello stato, ancorché non sian tutte di<br />

pari merito. Vi è la trevigiana del Rigamonti, la vicentina del Vendramini, la bresciana del Carboni,<br />

la veronese tratta specialmente dalla Verona illustrata del marchese Maffei. Molto ricca di memorie<br />

istoriche sopra i pittori è quella di Padova tessuta già dal Rossetti, ed ora corretta e migliorata dal<br />

Brandolesi; né poche nuove cose ed interessanti, per fissare meglio cert'epoche di professori, ci ha<br />

comunicate il Bartoli nella Guida di Rovigo; ed alquante pure in quella di Bergamo il dottor Pasta.<br />

A questi aiuti ho aggiunte non poche notizie edite in alcuni cataloghi di particolari quadrerie; ed<br />

altre aneddote in parte raccolte per me medesimo, in parte datemi dagli amici, e particolarmente dal<br />

coltissimo sig. Giovanni Maria Sasso, che fa sperarci una Venezia pittrice co' disegni delle migliori<br />

pitture di questa scuola incisi accuratamente.<br />

[4]<br />

EPOCA PRIMA<br />

GLI ANTICHI.<br />

Il più antico monumento pittorico ch'esista nel Veneziano credo essere a Verona in un sotterraneo<br />

delle monache di San Giorgio, che, inaccessibile al comune dei curiosi, è stato nondimeno fatto<br />

incidere in vari rami dal ch. monsignor Dionisi. In questo, che fu già oratorio de' fedeli, son dipinti<br />

alcuni misteri di nostra redenzione, alcuni Apostoli, alcuni santi Martiri; e specialmente il passaggio<br />

1 Osserva monsignor Bottari che Giorgio nella vita del Franco lodò troppo parcamente il Tintoretto e Paol Veronese; e<br />

lo stesso dirsi del Gambara e di molti altri che vivevano allora o ch'erano già morti quando egli scriveva. A' suoi giudizi<br />

son succeduti que' de' Caracci e di molt'insigni professori, che posson seguirsi con sicurezza.

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