10.06.2013 Views

storia pittorica della italia dell'abate luigi lanzi antiquario della r ...

storia pittorica della italia dell'abate luigi lanzi antiquario della r ...

storia pittorica della italia dell'abate luigi lanzi antiquario della r ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

un quadro de' conti Albani che contiene vari ritratti di quella nobile famiglia; e veduto ivi al<br />

confronto di ottimi coloritori pare quasi il solo che meriti l'ammirazione.<br />

Due <strong>della</strong> medesima setta conta Trevigi, molto però fra loro distanti. L'uno è Rocco Marconi, lodato<br />

dallo Zanetti fra' buoni allievi del Bellini e mal riposto dal Ridolfi fra que' del Palma. Si distinse in<br />

esattezza di disegno, in sapore di colorito, in diligenza di pennello; quantunque non morbido sempre<br />

ne' contorni e per lo più austero ne' volti, anzi talora quasi dissi plebeo. Fin dalla prima tavola che di<br />

lui si conosce, ed è in San Niccolò di Trevigi, lavorata nel 1505, nota il Ridolfi lo sfumato modo<br />

con cui è condotta; e lo stesso può scriversi de' tre [70] Apostoli a' Santi Giovanni e Paolo e delle<br />

altre poche tavole poste in pubblico. In privati luoghi non è raro a vedersene tele di mezze figure; né<br />

cosa di lui sì bella o sì giorgionesca credo vi sia quanto quel Giudizio dell'Adultera ch'è nella<br />

sagrestia di San Pantaleo ed è replicato in più luoghi. L'altro è Paris Bordone, che, nato nobilmente,<br />

ebbe simile alla condizione l'ingegno e l'artifizio; scolare per poco tempo di Tiziano, dipoi fervido<br />

imitatore di Giorgione; finalmente pittore originale di una grazia che niuno somiglia fuor che sé<br />

stesso. Ridono veramente le sue immagini per un colorito che non potendo esser più vero di quello<br />

di Tiziano, pare che volesse farlo più vario almeno e più vago; né vi manca finezza di disegno,<br />

bizzarria di vestiti, vivacità di teste, proprietà di composizione. Dipinse a San Giobbe un S. Andrea<br />

abbracciato alla sua croce con sopra un Angiolo che lo corona martire; e dovendo porgli a lato i due<br />

Santi, fra' quali S. Pietro, lo fece in atto di riguardarlo, e in certo modo d'invidiarlo; partito nuovo e<br />

pittoresco. Così è in altre sue opere, fatte in gran parte per la patria e pe' luoghi vicini. Ogni tema è<br />

antico; ma ogni tema è trattato con novità. Tal è quel vero Paradiso a Ognissanti di Trevigi, e nel<br />

duomo <strong>della</strong> città que' Misteri evangelici in una tavola in sei spartimenti, ne' quali sembra avere<br />

compendiato in poco spazio quanto di più ameno, di più leggiadro, di più bello avea sparso in tutte<br />

le sue tele. Celebre molto è in Venezia la <strong>storia</strong> dell'anello reso da un pescatore al Doge; che<br />

accompagnata colla Tempesta di Giorgione sopra descrit[71]ta fa a quell'orrido un mirabile<br />

contrapposto di leggiadria. È ornata di belle architetture e di una quantità di figure pronte, ben<br />

disposte, variate di mosse e di abiti; ond'è qualificata dal Vasari per l'opera sua migliore. Nelle<br />

quadrerie è prezioso. Se ne veggon Madonne che si ravvisano per l'uniformità de' volti; ed anco<br />

ritratti, che spesso veste alla giorgionesca e compone con invenzioni belle e capricciose. Invitato<br />

alla corte di Francesco Primo, vi operò con gradimento di quel sovrano e del successore, e con suo<br />

grand'utile. Vi fu allora un Girolamo da Trevigi, diverso dall'omonimo già rammentato, che forse<br />

dall'esempio del nobile concittadino volto a uno stile più scelto che il comune <strong>della</strong> veneta Scuola,<br />

studiò assai in Raffaello e ne' Romani. Poco ne rimane in Venezia; più in Bologna, particolarmente<br />

a San Petronio, ove fece a olio le storie di Sant'Antonio di Padova con giudizio, bontà, grazia e<br />

grandissima pulitezza, come ne scrive il Vasari. Vi si trova un felice innesto delle due scuole, ma<br />

per maturarlo egli visse poco e troppo si distrasse nel mestiero d'ingegnere militare, che in<br />

Inghilterra il condusse a morte.<br />

Ultimo in questo numero nomino Giovanni Antonio Licinio (dipoi volle esser detto Regillo) da<br />

Pordenone, terra del Friuli, dove, dice il Vasari, erano stati a suo tempo infiniti pittori eccellenti<br />

senza veder Fiorenza, né Roma ... ma questi era stato il più raro e celebre per aver passato i<br />

precedenti nell'invenzione delle storie, nel disegno, nella bravura, nella pratica de' colori, nel<br />

lavoro a fresco, nella velocità, [72] nel rilievo grande, e in ogni altra cosa delle nostre arti. Non è<br />

certo che frequentasse la scuola del Castelfranco; è certo che, avendo già studiato in Pellegrino, si<br />

volse poi a quest’altro esemplare, scorto dall'indole propria, ch'è la miglior guida de' pittori a<br />

sceglier lo stile. Gli altri seguaci di Giorgione lo somigliarono nella maniera qual più qual meno; il<br />

Pordenone lo somigliò ancora nell'anima, di cui è difficile trovarne altra più fiera, più risoluta, più<br />

grande in tutta la veneta scuola. Nell'Italia inferiore è cognito poco più che per nome. Il quadro co'<br />

ritratti <strong>della</strong> sua famiglia in palazzo Borghese è la maggior cosa che io ne vedessi in queste bande.<br />

Anche altrove è raro trovarne istorie com'è quel bellissimo Risorgimento di Lazzaro a Brescia<br />

presso i conti Lecchi. Né in tavole d'altare è frequente. Vi è chi antepone a tutte quella di Santa<br />

Maria dell'Orto a Venezia. E' un S. Lorenzo Giustiniani con vari Santi che gli fan cerchio; fra' quali<br />

S. Giovanni Batista, di un nudo che par disegnato in una delle più dotte scuole, e S. Agostino, che

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!