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Disastro Records sceglie il salentino Genio per<br />
affacciarsi sul mercato dell’indie <strong>it</strong>aliano, non si<br />
vergogna di essere pop perché lo fa con intelligenza,<br />
è orgogliosa di essere parente della storica<br />
Cramps e ha le idee molto chiare sul suo futuro<br />
prossimo. Con lo stile che contraddistingue la<br />
discografia degli anni ‘70 e gli occhi ben sintonizzati<br />
sul presente, Disastro Records ironizza sul<br />
nome ma per il resto fa le cose sul serio. Abbiamo<br />
parlato con Davide.<br />
Cramps è un nome con una storia lunghissima<br />
alle spalle, voi siete giovanissimi, come<br />
vi siete avvicinati a questa “avventura”?<br />
Diciamo che tra noi e Cramps c’è una sorta di<br />
legame di parentela. Con le opere del suo catalogo<br />
siamo, in un certo senso, cresciuti. Questo<br />
ci ha permesso di dare la giusta considerazione<br />
all’etichetta, nel rispetto del suo valore storico. Il<br />
nostro intento, infatti, è quello di rivalorizzare il<br />
marchio Cramps attraverso le ristampe dei suoi<br />
t<strong>it</strong>oli, cercando di far capire al pubblico quelli<br />
che sono i presupposti cronologici su cui nasce e<br />
si fonda, un pò come per un quadro in continuo<br />
restauro.<br />
Come se non bastasse nasce Disastro Records.<br />
Che rapporti ha con la madre e soprattutto<br />
in cosa è differente?<br />
Disastro Records nasce nel Settembre 2007 come<br />
nuova label di casa Cramps Music. Quest’ultima<br />
è una società attiva come publishing e come discografica,<br />
con tre differenti marchi al suo interno:<br />
la storica e più famosa Cramps Records,<br />
la Artis Records e, ultima della famiglia, la Disastro.Cramps<br />
Records è stata, negli anni ’70,<br />
la prima etichetta indipendente <strong>it</strong>aliana, nata<br />
e vissuta in un periodo storico-socio-pol<strong>it</strong>ico in<br />
grande fermento, e che ha avuto il mer<strong>it</strong>o assoluto<br />
di lasciare in ered<strong>it</strong>à alla storia della musica<br />
artisti oggi riconosciuti a livello internazionale,<br />
come John Cage, Area, Demetrio Stratos e molti<br />
altri; le sue produzioni si sono sempre rivolte alla<br />
sperimentazione e all’avanguardia, nel tentativo<br />
di percorrere nuovi ed inesplorati sentieri, in bilico<br />
tra la musica e la performance artistica in<br />
senso lato. Disastro Records nasce oggi, invece,<br />
in un periodo culturalmente molto diverso, con<br />
l’intento di creare un marchio ad alta credibil<strong>it</strong>à<br />
nella scena indie attuale, e di seguire quelli che<br />
sono, inutile nasconderlo, i nostri personalissimi<br />
gusti in fatto di musica. Per rispondere alla tua<br />
domanda, quindi, intenti e contenuti artistici<br />
sono davvero diversi, così come lo è, del resto, il<br />
contesto temporale in cui le due realtà si collocano.Sono<br />
questi i motivi principali per cui abbiamo<br />
scelto di creare un nuovo marchio dedicato.<br />
piuttosto che proseguire con quello storico, che<br />
non ci sembrava giusto contaminare con nuove<br />
proposte, indipendentemente dal loro valore artistico.<br />
Al momento avete lanciato il Genio, progetto<br />
tutto salentino, avete già in programma<br />
nuove usc<strong>it</strong>e?<br />
Certo: a settembre usciremo con Girl w<strong>it</strong>h the<br />
gun, un interessantissimo lavoro electro-folk,<br />
per chi ama dare le definizioni alle cose, che vede<br />
come protagonisti Populous (eclettico sperimentatore<br />
elettronico per la cult label berlinese Morr<br />
Music) e Matilde Davoli (già raffinata voce del<br />
progetto Studiodavoli). Probabilmente sempre<br />
quest’anno, pubblicheremo l’album d’esordio di<br />
una giovanissima indie-rock band delle nostre<br />
parti (Vicenza), i Leggins, realtà già acclamata<br />
nella scena indie <strong>it</strong>aliana e vinc<strong>it</strong>ori del Nordkapp<br />
Indiependent Tour di quest’anno.Oltre a<br />
questo, abbiamo anche qualche altro asso nella<br />
manica che, per ora, preferiamo non calare,<br />
e, naturalmente, siamo alla continua ricerca in<br />
quello che, devo dire, oggi è un sottobosco musicale<br />
<strong>it</strong>aliano molto fertile.<br />
Quale ered<strong>it</strong>à e quale responsabil<strong>it</strong>à sent<strong>it</strong>e<br />
nel possedere (con Cramps) un patrimonio<br />
musicale dal valore inestimabile?<br />
Direi enorme. Nutriamo un profondo rispetto per<br />
tutti i t<strong>it</strong>oli e gli artisti che hanno contribu<strong>it</strong>o a<br />
creare questo patrimonio, come dici giustamente<br />
tu, inestimabile. Senza esagerare, il catalogo<br />
Cramps rappresenta una fetta di storia importantissima<br />
della musica <strong>it</strong>aliana e non. Per questo<br />
motivo, ci sentiamo molto fortunati e cerchiamo<br />
ogni giorno, col nostro lavoro, di conservare e<br />
valorizzare questa grande ered<strong>it</strong>à.<br />
Indie e mainstream possono convivere?<br />
Credo proprio di sì, in una certa misura, o, quantomeno<br />
noi cerchiamo di lavorare proprio in questa<br />
direzione, per far sì che questo accada. Chiaramente<br />
non parlo del mainstream più sfacciato,<br />
ma di quella zona, a cavallo tra i due mondi,<br />
fatta di prodotti, in primo luogo, di buonissimo<br />
livello, e che sono, al tempo stesso, sia originali e<br />
credibili per piacere all’universo indie sia catchy<br />
quanto basta da soddisfare quello mainstream.<br />
Penso che in questa zona sia ancora possibile lavorare<br />
bene, con un buon apprezzamento da parte<br />
del pubblico, proponendo progetti di qual<strong>it</strong>à,<br />
che non sacrificano nulla nè in nome dell’essere<br />
indie a tutti i costi nè, tantomeno, dell’essere<br />
mainstream, r<strong>it</strong>ornando ad un sempre valido<br />
concetto di fare in primo luogo della buona musica,<br />
secondo quello che è il proprio gusto personale.<br />
Crediamo, ad esempio, che il lavoro de Il<br />
Genio si possa calare molto bene in questa realtà<br />
trasversale.<br />
Osvaldo Piliego<br />
mUSICA 35