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LIBRI<br />
fino in fondo, senza giochini. Dagli i sogni e le<br />
illusioni. Se metti in scena un uomo disilluso be’,<br />
allora sono cazzi di chi legge. Fino in fondo.<br />
Nonostante tutto, nonostante il sangue e una<br />
narrazione in cui Dànilo sembra senza via<br />
di scampo, portato a infrangere il proprio<br />
destino contro quello di personaggi la cui<br />
morale è imbevuta nell’abiezione e nella<br />
violenza, lasci sempre che tracce comiche<br />
attraversino la scena in una modal<strong>it</strong>à che,<br />
forse, sortisce l’effetto di amplificare lo<br />
stesso spessore tragico degli eventi. Sei<br />
d’accordo sul fatto che il grottesco può<br />
essere più triste della tragedia?<br />
Sì, d’accordissimo. La v<strong>it</strong>a è così. Uno cade<br />
dalle scale e si rompe l’osso del collo e scatta la<br />
ghignata del pubblico pagante. Io a volte sono<br />
spir<strong>it</strong>oso quando sto male. Se sto forte forte di<br />
sol<strong>it</strong>o resto sereno. Se sto male faccio il buffone.<br />
Alighiero Noschese si suicidò e tutti dissero ma<br />
come? Faceva ridere!<br />
C’è un personaggio nel tuo libro che gioca<br />
un ruolo cruciale. È Anselmo di cui dici:<br />
“Era vissuto troppo e male. Era un segnalato<br />
di Dio, uno che per statuto sarebbe dovuto<br />
essere cattivo ma io ero l’esempio vivente<br />
che le cose non erano andate propriamente<br />
così. Anselmo era stato quello che gli altri<br />
manco avevano provato ad essere: uno dalla<br />
mia parte. Punto”. Anselmo è un angelo, una<br />
figura protettrice. Potresti dirci due parole<br />
su questo personaggio?<br />
Ne so quanto voi, su Anselmo. Però posso dire che<br />
a volte la pugnalata arriva da chi non ti aspetti<br />
e parimenti l’aiuto giunge da persone che non<br />
avresti neanche preso in considerazione. Anselmo<br />
è cieco. Chi è ab<strong>it</strong>uato a soffrire o diventa un<br />
bastardo più bastardo di chiunque altro oppure<br />
diventa buono, comprensivo e sensibile. Io sono<br />
attratto dalle persone che hanno sofferto molto<br />
nella loro v<strong>it</strong>a. E di contro mi stanno sulle scatole<br />
quelli che sono precisi e sicuri.<br />
Caserma, ospedale mil<strong>it</strong>are, fabbrica,<br />
univers<strong>it</strong>à, studio legale. Dalle tue pagine<br />
viene fuori una forte sensazione di cattiv<strong>it</strong>à.<br />
Kuma, maschio adulto sol<strong>it</strong>ario, costretto<br />
ad abbandonare i ghiacci dell’antartide per<br />
adattarsi alle gabbie della v<strong>it</strong>a moderna.<br />
Secondo te la scr<strong>it</strong>tura è una maniera di<br />
seguire la propria selvaggia natura di<br />
lupo?<br />
Siamo tutti in trappola. Tutti in gabbia ma il 99%<br />
di noi non lo sa o fa finta di non saperlo e allora<br />
colleziona francobolli, scopa un sacco di donne<br />
o scrive. La scr<strong>it</strong>tura è il MIO modo di tornare<br />
al senso puro delle cose. Ognuno ha il suo.<br />
Un’illusione, forse. Un falso scopo. Mettila come<br />
meglio credi ma se ci dovessimo fermare un solo<br />
istante capiremmo che non siamo niente. Siamo<br />
una parentesi di carne nell’infin<strong>it</strong>o. Certo, c’è la<br />
speranza di Dio. Ma tolto quello siamo fottuti.<br />
Kafka, Edgar Allan Poe, Arthur Rimbaud,<br />
Bukowski, Dostoevskij, la Divina Commedia.<br />
La libreria di Dànilo è anche la tua?<br />
Vediamo un po’… di Kafka devo aver letto quasi<br />
tutto ma non riesco a rileggere i suoi romanzi.<br />
Edgar Allan Poe è uno dei padri fondatori della<br />
d<strong>it</strong>ta Argentina C. perché leggendo le sue cose,<br />
tutte le sue cose, ho cap<strong>it</strong>o, a vent’anni, che<br />
volevo essere come lui, un inventore di storie. Di<br />
Rimbaud ho letto tutto e lui rappresenta il genio.<br />
Un genio muore in fretta. Non conviene esserlo<br />
fino al punto dell’uomo delle Ardenne. Bukowski<br />
sì, è uno dei miei prediletti per la semplic<strong>it</strong>à e<br />
forza descr<strong>it</strong>tiva. Dostoevskij è un dio della<br />
letteratura ma bisogna prendere le distanze<br />
da lui. E… vabbè, Dante. Non da leggere o da<br />
ascoltare Benignamente quanto da tenere lì e<br />
sfogliare e poi scegliere un brano e respirarlo.<br />
Ovviamente ce ne sono altri. Ma questi della<br />
biblioteca Colombia non li rinnego.<br />
“Mi sentivo uno che doveva risalire tutti<br />
i fiumi Mekong della terra ma una era la<br />
foce in cui arrivare: Taranto”. Perché,<br />
nonostante tutto, si torna ostinatamente a<br />
sud?<br />
A dire il vero io non sono tornato. Vivo a Meda<br />
con Clara e due figli: Francesco un cabarettista<br />
di 5 anni e Milena, una donnina di 5 mesi. Ma<br />
la mia penna torna. Torna ossessivamente.<br />
Torna ogni santo giorno. Io scrivo del mio<br />
passato mescolandolo al mio presente. Taranto,<br />
il Sud, i volti, i sapori, gli odori tornano con la<br />
prepotenza di quegli amori rifiutati ma necessari.<br />
Sono a Taranto ogni volta che mi siedo davanti<br />
al computer. I tarantini a volte mi accusano di<br />
violare il santuario del buonumore ma non ci<br />
posso fare niente. Del resto io torno alla mia<br />
Taranto. A quella degli anni settanta, ottanta e<br />
primi anni novanta. Di quella di oggi ne so ben<br />
poco se non che dovrà vedersi part<strong>it</strong>e di calcio di<br />
C1 – lega pro – anche l’anno prossimo.<br />
Mino Degli Atti<br />
LIBRI<br />
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