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Economia Aziende ALLTEK INNOVATION: nuova tecnologia per l’aeronautica L’impresa friulana, che fa parte del Parco Scientifico Luigi Danieli, sta mettendo a punto, nell’ambito di una ricerca europea, una tecnologia innovativa per misurare le performance dei piloti Migliorare l’interazione tra uomo e macchina in contesti lavorativi che prevedono l’impiego di strumentazioni ad alta tecnologia. È l’obiettivo del progetto CAMMI (Cognitive Adaptive Man-Machine Interface), in corso a livello europeo, al quale collabora anche un’impresa del Parco scientifico e tecnologico Luigi Danieli di <strong>Udine</strong>, la AllTek Innovation. L’azienda, che ha completato il suo percorso di start-up nell’incubatore d’impresa Techno Seed, è specializzata nel campo della sensoristica e della strumentazione di misura ed è stata coinvolta nella ricerca da uno dei partner italiani del progetto, la SELEX Galileo 28 maggio11 S.p.A. di Ronchi dei Legionari. “Le attività di ricerca riguardano i casi in cui apparecchiature di una certa complessità sono manovrate da operatori attraverso un’interfaccia tecnologica, ad esempio impianti industriali complessi o sistemi di pilotaggio aereo - spiega Barbara Piuzzi, ingegnere e socio fondatore della AllTek - A noi è stato chiesto di lavorare proprio su quest’ultimo caso, studiando un sistema di valutazione del carico di lavoro di piloti di UAV, veicoli aerei comandati a distanza, utilizzati soprattutto in ambito militare”. Il team di AllTek sta mettendo a punto un dispositivo in grado di rilevare i parametri fisiologici dei piloti durante la “missione” e di verificare il livello di “stress” correlato. “L’obiettivo – rivela Piuzzi – è ricavare dati utili per intervenire con azioni migliorative sul livello di performance e sulla sicurezza. Il pilotaggio di veicoli UAV richiede agli operatori un alto grado di concentrazione e una resa ai massimi livelli”. Il sistema utilizza sensori a contatto che registrano le reazioni fisiche dei piloti in azione. I dati sono poi analizzati con me- todologie tipiche del soft computing, cioè basate sulla conoscenza e il ragionamento approssimato, con il supporto di tecniche per la valutazione soggettiva del livello di stress dei piloti. “Questi metodi sono stati scelti per la loro capacità di trattare fenomeni di tipo non oggettivo, di difficile modellazione e controllo proprio come il caso in esame, - chiarisce Piuzzi – esse permettono infatti di rappresentare formalmente informazioni e conoscenze descrivibili, normalmente, in forma linguistica”. Al progetto CAMMI partecipa un pool di centri di ricerca, università e aziende di diversi Paesi europei. Tra i partner italiani, oltre alla SELEX Galileo, ci sono anche il Centro Ricerche Fiat e l’Università di Bologna. L’iniziativa, della durata di tre anni, è finanziata dal programma europeo Artemis, dedicato specificatamente allo sviluppo della ricerca nel campo dell’Embedded Computing System. AllTeK Innovation è una delle 18 imprese ad alto contenuto tecnologico assistite da Techno Seed, l’incubatore di impresa del Parco scientifico. L’idea è nata in ambito accademico, da un gruppo di ricercatori del Laboratorio di percezione artificiale dell’Università di Trieste. Dopo l’avvio, nel 2004, la società ha partecipato al percorso di assistenza allo start-up offerto da Techno Seed e ha ricevuto consulenze specialistiche e un contributo finanziario di 20 mila euro per i primi investimenti. Dal 2010 è insediata al Parco Scientifico e Tecnologico Luigi Danieli di <strong>Udine</strong>. AllTek si è specializzata in sensoristica e strumentazioni di misura, realizzando, tra i suoi primi lavori, un misuratore che rileva intervalli di tempo non ripetitivi dell’ordine di alcuni picosecondi per il Sincrotrone di Trieste. Oltre alla ricerca su commessa, la società ha sviluppato anche prodotti proprietari, tra cui un misuratore di velocità delle acque per canali e fiumi, dotato di un sistema intelligente per la previsione delle piene, già utilizzato dalla Protezione Civile regionale.
Arben Isufaj Che cosa vuol dire essere un imprenditore? Avere impegno, avere una strategia e dare la possibilità ad altre persone di lavorare, cercando, al contempo, una soddisfazione personale. Cos’è l’etica per un imprenditore? E’ fondamentale, perché come capi di un’impresa dobbiamo dare il buon esempio e trasmettere un’immagine positiva dell’azienda. Per me vuol dire anche essere generosi nei confronti del prossimo. Mi sta dicendo che gli imprenditori italiani sono troppo egoisti? Secondo me, sì. Chi ha la fortuna di “fare fortuna”, dovrebbe essere un po’ più filantropo. Quali sono le principali difficoltà nel fare impresa oggi? Il fatto che in Italia non c’è nessuna difesa contro chi non paga. C’è una difficoltà particolare a essere un imprenditore straniero in Italia? All’inizio sicuramente sì. Poi, se ci si impegna e si dimostra serietà, gli italiani ti accolgono favorevolmente. Qui chi ha davvero voglia di lavorare, il lavoro lo trova. Cosa ne pensa delle attuali polemiche sull’immigrazione? Credo che si debbano accogliere quanti hanno voglia di venire a lavorare e di comportarsi bene, e rimandare indietro gli altri. Certo che l’Ue dovrebbe fare qualcosa di più. Non è, infatti, possibile che di fronte alle difficoltà l’Unione non esista. Stiamo uscendo dalla crisi? Non ancora del tutto, ma se riusciremo a prendere “le misure” dei cambiamenti avvenuti nel mondo, potremmo utilizzare la crisi in senso positivo. Credo, inoltre, che questi anni di difficoltà contribuiranno a selezionare le aziende migliori. Nel vostro settore, la situazione qual è? Lavorando nel “pronto soccorso” per le aziende e per i privati che subiscono danni da incendi, alluvioni, trombe d’aria, ecc., rimettendo a posto stabili e macchinari per evitare lunghi “fermi impianti”, abbiamo un andamento abbastanza costante e non siamo particolarmente legati alla crisi. L’unico problema è che stanno aumentando gli incendi completamente distruttivi dove non c’è nulla da recuperare. Cosa vuol dire? Che forse, in alcuni casi, imprenditori disperati preferiscono cercare di recuperare qualche euro dall’assicurazione, piuttosto che continuare l’attività. Quanti incidenti sui quali intervenite potrebbero essere evitati? Parecchi, in alcuni casi con l’aggiornamento dei sistemi di sicurezza, in altri con una maggiore attenzione e controllo umano. Quindi i custodi nelle aziende servirebbero ancora e non ci si può affidare solo ai controlli automatici? E’ proprio così. Nel vostro settore, l’Italia come si pone in termini di avanzamento tecnologico? Abbastanza bene, ma c’è ancora molto da lavorare per raggiungere Paesi come la Francia, la Germania e la Gran Bretagna. Nel recupero dei sinistri in Italia c’è ancora un 40/60%di “fai da te”, il che vuol dire spesso non risolvere adeguatamente i problemi. Negli altri Paesi, ad esempio, sono le stesse assicurazioni a essere collegate a un’azienda che fa il nostro mestiere; da noi, invece, c’è una sola compagnia che ha fatto un accordo di quel genere, mentre le altre si devono ancora adeguare. Un simile accordo consente ai danneggiati di guadagnare tempo e di essere sicuri di avere un ripristino a regola d’arte, alle assicurazione di risparmiare molto sui risarcimenti dovuti ai clienti. Sono interventi molto costosi? Per quanto riguarda le aziende è impossibile una quantificazione media. Per le abitazioni, che in termini numerici costituiscono la gran parte dei nostri interventi, la media degli interventi si aggira sui 12mila euro e su una settimana di lavoro. Qual è il volume d’affari del vostro settore in Italia? Circa 80milioni di euro annui. L’internazionalizzazione nel vostro settore può essere una prospettiva? Per noi è stata fondamentale, tant’è che siamo presenti in Bulgaria, Portogallo, Slovenia, Spagna, Repubblica Ceca e Turchia, seppur con aziende indipendenti. E le dimensioni? Economia Botta & Risposta Botta & Risposta con… ARBEN ISUFAJ di Benpower Srl Contano. Sia perché per essere veloci negli interventi bisogna avere più sedi e magazzini sul territorio (noi ne abbiamo cinque in Italia), sia perché è un mercato con pochi concorrenti medio-grandi. Le banche aiutano le imprese a crescere? Fino a quando l’azienda va bene si. E’ quando un’impresa è in difficoltà che con le banche nascono i problemi. Gli istituti di credito, infatti, sono uno strano caso di azienda che non vuole rischiare... La burocrazia è un ostacolo alla crescita? Assolutamente sì. Oggi si perde più tempo a “fare carte” e a girare fra i vari uffici che danno spesso pareri contrastanti, di quanto se ne impieghi a lavorare. Il problema è, poi, che la nostra burocrazia, oltre a essere enorme, è anche molto disorganizzata. Cosa pensa dell’evasione fiscale? Che è una forma di concorrenza sleale che non dovrebbe essere permessa. Un personaggio del passato del quale l’Italia avrebbe bisogno oggi? Penso che ogni epoca abbia avuto i suoi personaggi positivi e che anche i personaggi negativi possano avere un lato positivo da rivalutare. L’importante è non ricominciare sempre tutto da zero, ma imparare dal passato, riprendere le cose buone e fare tesoro degli errori. Un personaggio del presente del quale potremmo fare a meno? Tutti i voltagabbana che pensano solo alla propria poltrona. C.P. BENPOWER SRL I dati Anno di fondazione: 2002 Sedi Operative: 5 in Italia, 6 all’estero Fatturato: in Italia 5 milioni di euro Dipendenti: 10 + molti contratti a progetto sui singoli interventi Attività: bonifica e ripristino di edifici industriali e abitazioni civili che abbiano subito danni da fuoco o da acqua Sito internet: www.benpower.com Email: benpower.it@benpower.com maggio 11 29
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