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IMPRENDITORI CORAggIOSI - Confindustria Udine

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Orizzonti<br />

Obiettivo Montagna<br />

TARUSSIO:<br />

due progetti in rampa di lancio<br />

Inizi 1800: nacque a Paularo l’azienda<br />

Tarussio. Il trisavolo dell’attuale titolare<br />

Antonio Tarussio (1788–1862) intraprese<br />

l’attività della lavorazione del legno grazie<br />

ad una macchina a vapore, la “locomobile”,<br />

per dare forza motrice alle attrezzature. Non<br />

esisteva energia elettrica, il motore di tutto<br />

era il vapore alimentato da una caldaia a<br />

cascami di segheria, o si usava una derivazione<br />

d’acqua per dare movimento cinetico<br />

ad una ruota che, a sua volta, alimentava<br />

l’ingegnoso sistema di taglio dei tronchi tramite<br />

la famosissima sega “veneziana”. Nel<br />

primi del novecento il nipote del fondatore,<br />

Giacomo Tarussio (1868- 1941) trasferì l’attività<br />

di segheria dal vecchio campo sportivo<br />

comunale all’attuale sede dove già operavano<br />

due seghe “veneziane”.<br />

Giacomo acquistò terreno e attività esistenti,<br />

e, nel 1928, con regolare decreto di concessione<br />

di derivazione d’acqua attivò una<br />

turbina di tipo Francis che, accoppiata ad<br />

un albero di trasmissione , trasferiva la forza<br />

motrice ad una complessa serie di cinghie e<br />

volani i quali, alimentavano a loro volta, due<br />

Wollgatter , uno Spaltgatter e tre refilatrici.<br />

Due i turni di lavoro per i venti addetti per<br />

una produzione lorda annua di circa 15mila<br />

metri cubi di segati. L’azienda si avvaleva<br />

pure di una cinquantina di boscaioli per il<br />

taglio delle piante in bosco. A fine anni ’80,<br />

l’attuale titolare Antonio Tarussio realizzò un<br />

impianto idroelettrico per la produzione e<br />

vendita di energia elettrica, grazie alla concessione<br />

di derivazione già esistente. Nel<br />

1993 il nuovo impianto entrò in parallelo<br />

con le reti Enel. Nel 2008 la produzione di<br />

energia elettrica venne interrotta per una<br />

diffida di cessazione a derivare trasmessa<br />

dalla Direzione Centrale Ambiente e Lavori<br />

Pubblici della regione FVG, pena il decadimento<br />

della concessione di derivazione.<br />

La causa: la mancanza in fase autorizzativa<br />

del parere preventivo dell’Ambiente, non<br />

richiesto in tempo. L’azienda era convinta<br />

di poter integrare la documentazione in<br />

corso d’opera.. “Eravamo in buona fede-<br />

sottolinea Marco Tarussio, figlio di Antonio -.<br />

L’impianto produceva energia elettrica, una<br />

risorsa importantissima per l’Italia visto il<br />

cronico deficit energetico dovuto all’abbandono<br />

del nucleare a seguito del referendum<br />

del 1987”.<br />

L’impianto generava 3milioni 300mila kwh<br />

all’anno, ceduti in toto all’Enel, ma dovette<br />

chiudere, provocando uno sbilanciamento<br />

46 maggio11<br />

finanziario all’attività della segheria, giacché<br />

gran parte degli introiti derivanti dalla vendita<br />

d’energia elettrica erano dirottati verso<br />

questa ultima. Ciò comportò un fermo agli<br />

investimenti e una riduzione del personale<br />

anche in conseguenza della sopravvenuta<br />

crisi economica. “E’ palese – prosegue<br />

Marco Tarussio - che l’attività idroelettrica e<br />

la segheria sono complementari dal punto<br />

di vista finanziario dal momento che la proprietà<br />

è unica: nel 2007 riprendemmo l’iter<br />

di variante sostanziale alla concessione per<br />

il rifacimento dell’impianto con uno spostamento<br />

verso valle di quest’ultimo, rispetto<br />

alla vecchia struttura, per ottenere una<br />

producibilità media annua tale da rendere<br />

remunerativo l’investimento, visti i considerevoli<br />

deflussi di rilascio d’acqua all’opera di<br />

presa, i quali garantiscono il mantenimento<br />

della fauna ittica, delle specie vegetali e<br />

dello stato in genere qualitativo del corpo<br />

idrico lungo l’asta sottesa, ottemperando<br />

così in modo esaustivo alle nuove direttive<br />

europee e regionali in materia di derivazioni<br />

d’acqua a scopo idroelettrico”.<br />

L’azienda Tarussio attualmente punta<br />

all’obiettivo, perseguibile, dell’autonomia<br />

energetica mediante lo sfruttamento<br />

dell’energia idroelettrica. “Gli eventuali<br />

introiti derivanti dall’idroelettrico – precisa<br />

Marco - saranno interamente trasferiti all’attività<br />

della segheria, per sanare il difficile<br />

momento economico-finanziario e dare<br />

completamento agli investimenti già in<br />

progetto, con una conseguente ricaduta<br />

Qui e anche sopra due foto d’epoca della Tarussio<br />

occupazionale sul territorio, o almeno per<br />

mantenere l’attuale numero di maestranze<br />

(8 addetti)”.<br />

A conferma della ferma volontà del titolare<br />

e dei tre figli - Stefano, Gherardo e Marco<br />

- di dare reale sviluppo all’attività del legno<br />

e della filiera legno-energia sul territorio, c’è<br />

l’intenzione di realizzare in loco un piccolo<br />

impianto di cogenerazione a biomassa per<br />

la produzione di energia elettrica e termica,<br />

utilizzando come combustibile gli scarti della<br />

lavorazione del legno (cippato, segatura,<br />

corteccia, refili e cascami in genere).<br />

“Credo sinceramente - prosegue Marco<br />

- che questi due progetti dimostrino la fondata<br />

volontà di dare impulso e benessere<br />

ad un territorio montano, e in particolare<br />

alla zona di Paularo, che oramai da sempre<br />

soffre di una ossatura industriale praticamente<br />

inesistente, salvo la nostra piccola<br />

realtà.” Due nuove iniziative e l’azienda<br />

ritorna per così dire “alle origini”: spetta ora<br />

alla politica, alla regione, concedere le autorizzazioni<br />

necessarie per far vivere questa<br />

impresa e la vallata della Val Chiarsò.<br />

Gino Grillo

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