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IL CALITRANO N. 23

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N. <strong>23</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2003 <strong>IL</strong> <strong>CALITRANO</strong><br />

8 L’elenco è in L’Arciconfraternita dell’Immacolata<br />

Concezione di Calitri, a cura di V.A. CER-<br />

RETA e G. CIOFFARI, I., Bari 1997, pp. 74-79.<br />

9 Cfr. C. DE ROSA, Ave Gratia Plena. Fondazione,<br />

vita e ricchezza delle Donne Moniche di Calitri,<br />

dattiloscritto conservato presso la Biblioteca<br />

comunale di Calitri, s.d., p. 5.<br />

10 Napoli, Archivio di Stato, Catasto onciario,<br />

voll. 3974-3981. Cfr. anche E. RICCIARDI, Cognomi<br />

e soprannomi calitrani nel ’700 ricavati dagli atti<br />

preliminari del “Catasto onciario”, in “Il Calitrano”,<br />

n.s., 4 (1997), pp. 10-11.<br />

11 Cfr. V. ACOCELLA, Storia di Calitri [1946],<br />

r.a., Calitri 1984; G. ACOCELLA, Calitri. Vita di un<br />

grosso borgo rurale dell’alta Irpinia dal 1861 al<br />

1971, Calitri 1977; A. COGLIANO, L’antico regime al<br />

tramonto fra empasse dello Stato e crisi del 1799.<br />

Conflitti politici e sociali nelle aree pastorali del<br />

Principato Ultra, in “Archivio Storico per le Province<br />

Napoletane”, CXVIII (2000), pp. 224-285.<br />

12 N. FERRANTE, Storia meravigliosa di S. Gerardo<br />

Maiella, III ed., Roma 1965, p. 318.<br />

13 Un breve profilo di Giuseppe Cioglia è in V.<br />

ACOCELLA, Storia di Calitri…, cit., pp. 250-251.<br />

14 Il nome della donna è riportato in N. FER-<br />

li usi e le tradizioni talvolta sono del-<br />

Gle occasioni per avvicinare ed accomunare<br />

realtà differenti, come è accaduto<br />

a Calitri nel giorno dell’ultimo di carnevale<br />

dove è stato rappresentato con<br />

grande successo un ballo folkloristico “Il<br />

laccio dell’amore”; questo caratteristico<br />

ballo è stato importato da un’altra zona<br />

dell’Irpinia, la parte più occidentale,<br />

quella che si affaccia sulla vasta provincia<br />

di Napoli: Vallo di Lauro e Baianese.<br />

Attualmente il “laccio dell’amore”<br />

viene riproposto ogni anno nel giorno<br />

dell’ultimo di Carnevale a conclusione<br />

di tutti i festeggiamenti carnevaleschi;<br />

nei tempi passati, invece, questo tipo di<br />

ballo era chiamato “Albero della libertà”<br />

in seguito alla libertà conquistata<br />

dopo la Rivoluzione del 1799 quando la<br />

cittadina di Lauro insorse contro la Repubblica<br />

Partenopea per ottenere l’indipendenza.<br />

In un primo momento intorno a questo<br />

albero si svolgevano i processi popolari<br />

e in seguito anche i matrimoni; il<br />

rito prevedeva che gli sposi dovevano girare<br />

per tre volte prima verso destra e<br />

poi verso sinistra. Sulla cima veniva<br />

messo un cappello di colore blu molto<br />

simile al cappuccio di Pulcinella, i lacci<br />

erano di colore rosso e giallo esattamente<br />

i colori della rivoluzione. Con il passar<br />

del tempo le cose sono cambiate, infatti<br />

l’albero non fu più usato per i processi,<br />

ma solamente in occasione dei matrimoni<br />

e così venne chiamato “Laccio dell’amore”.<br />

Durante i matrimoni venivano in-<br />

RANTE, op. cit., p. 320 e in F. SANTOLI, San Gerardo<br />

Maiella. Fratello Laico Professo Redentorista<br />

1726-1755, p. 294.<br />

15 Napoli, Archivio di Stato, Catasto onciario,<br />

vol. 3974.<br />

16 “Don Nicolò Saverio Berrilli era un gentiluomo<br />

dalla vita facile e gaudente, che si gettava<br />

nei piaceri con un’impetuosità naturale e selvaggia,<br />

incurante degli scandali. Ma i suoi eccessi derivavano<br />

dalla passione, non dai princìpi, perché era<br />

fondamentalmente credente e rettore di un beneficio<br />

ecclesiastico. Voleva solo godersi la vita riservando<br />

alla penitenza il tempo futuro. Ma disgraziatamente<br />

le sue vedute non collimarono con quelle<br />

del cielo.” (N. FERRANTE, op. cit., p. 321).<br />

17 Napoli, Archivio di Stato, Catasto onciario,<br />

vol. 3974, riportato in E. RICCIARDI, Cognomi e<br />

soprannomi calitrani…, cit., p. 10.<br />

18 Ibidem.<br />

19 “La ruota, per testimonianza di molti, rimase<br />

ancora per decine e decine di anni al medesimo<br />

posto. Solo più tardi, dopo incessanti preghiere, si<br />

riuscì finalmente a sistemarla altrove. Di fronte vi<br />

fu posta l’immagine di fratel Gerardo.” (N. FER-<br />

RANTE, op. cit., p. 322).<br />

CARNEVALE A CALITRI<br />

trecciati i lacci per augurio agli sposi, se<br />

l’intreccio riusciva bene anche il matrimonio<br />

avrebbe avuto un buon esito.<br />

A Calitri questa manifestazione ha<br />

avuto un significato diverso in quanto il<br />

“Laccio dell’amore” è stato rappresentato<br />

in un contesto “romantico” data la<br />

presenza di molte coppie famose e numerosi<br />

ragazzi mascherati da cuore; la<br />

scenografia era molto singolare in quanto<br />

i “Cuori” facevano da cornice alle<br />

coppie famose presenti alla sfilata. Così<br />

non sono potute mancare: Renzo e Lucia,<br />

Paolo e Francesca, il Re Sole e Ma-<br />

15<br />

20 “Da allora quelle vecchie scarpe passarono<br />

di casa in casa, seminando miracoli, finché, divise e<br />

suddivise tra i devoti, scomparvero dalla circolazione.<br />

Si sa solo che una di esse fu donata al monastero<br />

delle Benedettine dove andò perduta.” (Ivi,<br />

p. 320).<br />

21 “In quei momenti io ero come stordita, come<br />

immersa in una visione di sogno. Vedevo Gerardo<br />

ricomporre con le sue mani i cocci sparsi<br />

per terra e l’olio rifluire lentamente nel vaso risanato.<br />

Mia madre rimase senza fiato per un pezzo,<br />

mentre egli si ritirava nella sua stanza a pregare.<br />

Là lo trovammo, luminoso come un angelo.” (Ivi,<br />

p. 318). “La stessa suora narra: “Altra volta quei<br />

miei buoni antenati, rattristati per la morte di una<br />

mula, appena lo dissero a Gerardo, questi andò<br />

nella stalla, e, fatto un segno di Croce, la mula si<br />

alzò con sorpresa e gioia di tutti, che con evidente<br />

miracolo, l’avevano vista tornare a vita” (F. SAN-<br />

TOLI, op. cit., p. 293). “Queste notizie furono poi<br />

raccolte e tramandate da una sua nipote, Sig.ra<br />

Maria Teresa Berrilli. Tutte conformi a questa deposizione,<br />

fatta dalla sig.ra Berrilli, furono di altre<br />

tre Monache del detto Monastero nel 1843” (Ibidem).<br />

ria Antonietta nonché Napoleone e Giuseppina,<br />

inoltre c’erano anche Minnie e<br />

Topolino, Robin Hood e Lady Marian,<br />

Braccio di Ferro e Olivia, Roger e Jessica<br />

Rabbit.<br />

Il gruppo folcloristico “I UAGLIUN’<br />

RU’UAFFIJ” hanno rappresentato il tutto<br />

in costume tipico calitrano sfilando<br />

per le vie principali del paese nonché tra<br />

i vicoletti del centro storico portando così<br />

a quelle poche persone anziane che<br />

ancora vi abitano un breve spettacolo a<br />

domicilio.<br />

Annamaria Maffucci<br />

La ricca vetrina della Gioielleria – Argenteria “LO SCRIGNO” by Antonella Fasano sito in<br />

Corso Garibaldi 118.

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