SVOLTA ELEZIONI - Cinque Quotidiano
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4<br />
O<br />
gni giorno mettiamo in discussione<br />
noi stessi per<br />
cercare di dare il massimo<br />
nella lotta contro il disagio giovanile<br />
condividendo il dolore di<br />
tanti ragazzi e ragazze, segnati<br />
da sofferenze indicibili, vittime<br />
di violenze, abusi e solitudine,<br />
per accompagnarli pazientemente<br />
e con metodo nel lento cammino<br />
di uscita dall’inferno verso<br />
la loro rinascita».<br />
La dott.ssa Vittoria Quondamatteo,<br />
psicologa e psicoterapeuta,<br />
che ha fatto del suo impegno<br />
nel sociale la ragione della sua<br />
esistenza, ci racconta l’associazione<br />
Fiore del Deserto della<br />
quale è responsabile a Roma.<br />
«Cerchiamo – ci dice - di rispondere<br />
ai problemi adolescenziali<br />
attraverso un lavoro terapeutico<br />
martedi 13 novembre 2012<br />
istituzioni<br />
continuo con i ragazzi che abitano<br />
nelle nostre due case famiglia<br />
a Roma.<br />
Possediamo una casa in via Nomentana<br />
in cui diamo alloggio a<br />
dieci bambine minorenni e una<br />
in via della Camilluccia, dove<br />
vivono nove bambini di età compresa<br />
tra i 14-16 anni, sette maschi<br />
e due femmine».<br />
Fiore del Deserto in collaborazione<br />
con il centro di giustizia<br />
minorile del Lazio, il tribunale<br />
minorile e il comune di Roma,<br />
ha attivato un progetto di accoglienza<br />
per ragazzi sottoposti a<br />
provvedimenti penali e/o civili.<br />
Tale progetto si va ad aggiungere<br />
ai molteplici servizi già in essere<br />
per la valutazione e il trattamento<br />
dei disturbi psichiatrici,<br />
dei danni psichici causati da<br />
maltrattamenti e abusi in età infantile<br />
e adolescenziale, oltre<br />
allo sportello di consulenza legale<br />
e di mediazione.<br />
«Secondo le età e i casi – ci racconta<br />
meglio la dottoressa da<br />
tutti conosciuta come Vicky –<br />
organizziamo dei percorsi terapeutici<br />
individuali, di gruppo o<br />
con le famiglie, che prevedono<br />
anche lo svolgimento di alcune<br />
attività concrete.<br />
Per esempio, ogni venerdì per<br />
un’ora dalle 16 i nostri ragazzi<br />
conducono una web radio, Radio<br />
Sinago, per far sì che attraverso<br />
WEB: cinquegiorni.it<br />
@: info@cinquegiorni.it<br />
MONDO CATTOLICO Incontro con la responsabile dell’associazione che gestisce case famiglia per giovani<br />
Al “Fiore” l’accoglienza è di... casa<br />
I ragazzi seguiti sono<br />
minorenni che provengono<br />
da esperienze di forte<br />
disagio. L’impegno per<br />
restituire loro fiducia e<br />
speranza nel futuro<br />
SANITÀ<br />
Il Corriere della Sera ieri dava notizia che "il Vaticano torna<br />
in pista per comprare un gran ospedale. E' il San Raffaele di<br />
Olbia, il sogno incompiuto di Don Luigi Verzè" aggiungendo<br />
che si tratta di una operazione complessa nell’ordine di 150<br />
milioni. La notizia in sé potrebbe anche suscitare soddisfazione<br />
per la provvidenziale attenzione della Chiesa alla patria<br />
sanità, nella quale peraltro è già massicciamente presente<br />
con il Gemelli, il Bambin Gesù, tante altre strutture e sino<br />
poco tempo fa l’Idi. Già l’Idi, l’istituto Dermopatico dell'Immacolata<br />
dei padri Concezionisti, proprietari anche del San<br />
Carlo di Nancy. Ora, dirà qualcuno, ma cosa c’entra con<br />
Olbia? In qualche modo c’entra proprio perché su su per li<br />
rami, mentre il Vaticano pensa a consolidare e forse ad implementare<br />
il suo patrimonio ospedaliero, l’Idi ed il San<br />
Carlo possono divenire delle mine vaganti pronte ad esplodere.<br />
L’Idi infatti dalla fine di ottobre è soggetta ad una procedura<br />
concursuale ed in amministrazione controllata nel tentativo<br />
di mettere una pezza al buco di circa 600 milioni che il precedente<br />
patron della struttura, padre Decaminada ed i suoi collaboratori,<br />
avrebbe lasciato. Un buco finanziario non molto<br />
distante da quello del San Raffaele di Milano sul quale il segretario<br />
di stato Cardinal Bertone aveva puntato le attenzioni<br />
con gli imprenditori genovesi Malacalza che dovettero poi<br />
cedere il passo al pavese Rotelli, re della sanità privata lombarda.<br />
Sia detto per inciso che i Figli dell’Immacolata Concezione<br />
formano una Congregazione (in sigla CFIC) di diritto<br />
pontificio, fondata da Luigi Maria Monti, che ha lo scopo di<br />
I PROGETTI<br />
Dall’ospitalità in una casa all’aiuto ai ragazzi<br />
provenienti dal carcere, fino alla valutazione di<br />
disturbi e danni psichiatrici<br />
testimoniare l’amore di Cristo per gli uomini, dedicandosi<br />
alla cura degli infermi e alla educazione della gioventù<br />
orfana, abbandonata e bisognosa di assistenza in completa<br />
povertà. Alcuni fratelli, probabilmente forti del fatto che la<br />
legislazione della congregazione consente di non rendere<br />
pubblici i propri bilanci, hanno investito in immobili, imprese<br />
industriali, centri benessere e affari secondo alcuni poco<br />
chiari in Italia e all’estero. Motivi che hanno contribuito alla<br />
crisi dell’istituto, venuta alla luce con l’inchiesta che vede<br />
indagati per associazione a delinquere, appropriazione<br />
indebita ed emissione di fatture per transazioni inesistenti,<br />
Franco Decaminada, fino al gennaio scorso consigliere delegato,<br />
il Superiore Provinciale, il rappresentante legale della<br />
Congregazione, il direttore generale del gruppo IDI, un con-<br />
la musica e le parole si crei un<br />
ponte che veicoli all’esterno le<br />
voci e le esperienze dei nostri<br />
ragazzi.<br />
Abbiamo, poi, un ettaro di terreno<br />
in cui impegniamo loro<br />
nella conduzione di una piccola<br />
impresa agricola, grazie alla quale<br />
ogni anno produciamo diversi<br />
generi alimentari, di cui circa<br />
100 barattoli di prugne, 100 kg<br />
di mele, 70 litri di olio, dalla cui<br />
vendita ricaviamo parte dei fondi<br />
per sostenere la nostra associazione».<br />
Vittoria è anche autrice di un libro,<br />
“Il fiore nel deserto”, Edizione<br />
Itaca, in cui racconta la<br />
sua storia e le esperienze di alcuni<br />
dei suoi ragazzi, come quella<br />
di Elodie, che saluta così la<br />
fine della sua permanenza nella<br />
casa dell’associazione: «Dopo<br />
sette anni ho finito il mio percorso<br />
al Fiore. Dopo momenti<br />
difficili, ma allo stesso tempo<br />
in qualche modo belli, ho scoperto<br />
forse ciò che sono realmente<br />
e ho imparato a combattere<br />
per i miei sogni, anche se a<br />
volte lontani, e a non smettere<br />
mai di credere in ciò che faccio.<br />
Giusto o sbagliato che sia, tocca<br />
a noi fare le nostre scelte e imparare<br />
dai nostri errori. Grazie<br />
al Fiore oggi sono qui, dove volevo<br />
essere, a casa!».<br />
Giuseppe Pallotta<br />
Il Vaticano fa shopping. E l’Idi rischia di fallire<br />
Mentre il gruppo della congregazione dei Figli<br />
dell’immacolata Concezione prosegue una<br />
incerta gestione commissariale, sarebbe<br />
pronto l’acquisto del San Raffaele di Olbia<br />
Franco Decaminada<br />
sulente e il direttore del personale e responsabile della sicurezza.<br />
Ora, che le gerarchie prefigurino ancora il grande<br />
polo sanitario cattolico è pur lecito, se la situazione dell’Idi e<br />
del San Carlo non presentasse prospettive tutt’altro che rassicuranti.<br />
Infatti, allontanato padre Decaminada insieme agli<br />
altri, il luglio scorso veniva nominato un nuovo presidente<br />
nella persona del prefetto Enzo Boncoraglio, che nel frattempo<br />
assumeva anche la funzione pro tempore di direttore generale,<br />
ed un nuovo consiglio di amministrazione proprio per evitare<br />
il fallimento dell'istituto, mentre i 1500 dipendenti del gruppo<br />
- medici, ricercatori, infermieri, impiegati - rischiano il posto<br />
e attendono lo stipendio dall’agosto scorso. L'obiettivo del<br />
nuovo vertice è quello di garantire per il 2013 il pareggio di<br />
bilancio ed eventualmente riaccedere al credito, mentre per<br />
quei 600 mila euro dovuti a creditori e banche si va cercando<br />
una via d'uscita soft e graduale, pur restando l'istituto<br />
sull’orlo del fallimento. Nel frattempo l’Idi campa con qualche<br />
decina di migliaia di euro al giorno degli ambulatori e di altri<br />
servizi che servono a malapena per tenere in piedi le strutture<br />
ma non per pagare gli stipendi. Servirebbe a questo punto<br />
un intervento della proprietà, ovvero la benemerita congregazione,<br />
per pompare un po’ di liquidità che insieme a<br />
qualche decina di milioni di crediti bloccati, consentirebbe<br />
all’istituto di respirare ed ai dipendenti di sopravvivere. Ma<br />
la Congregazione proprietaria sembra sorda a questo grido<br />
di dolore. E i padri sanno anche che la procedura concursuale<br />
prevede a garanzia dei creditori, tutti beni mobili ed immobili<br />
che i Concezionisti possiedono in Italia. Sorprende quindi<br />
che le gerarchie possano ancora ambire alla struttura di<br />
Olbia, sempre che la notizia sia fondata, mentre qui a Roma<br />
può esplodere la polveriera. Con la differenza che mentre il<br />
San Raffalele era sostanzialmente una struttura d’eccellenza<br />
privata, il gruppo Idi fa riferimento allo stato del Vaticano<br />
garantito dal concordato, ma non dal diritto fallimentare italiano.<br />
Giuliano Longo