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La fatica del vivere<br />
di Maurizio Maurizi<br />
Recentemente Francesco Alberoni ha scritto: “la<br />
scienza produce una vertig<strong>in</strong>osa trasformazione<br />
del mondo e dell’uomo e ogni progresso<br />
apre nuovi dilemmi… Ma la scienza non può<br />
dire cosa è bene e cosa è male… Non può dirti assolutamente<br />
nulla su cosa è giusto fare”.<br />
In realtà gli uom<strong>in</strong>i scelgono da soli il da fare. Man mano<br />
che mutano i tempi viene sconfitta l’ignoranza e l’<strong>in</strong>differenza<br />
e coloro che hanno conv<strong>in</strong>zioni aff<strong>in</strong>i si uniscono<br />
per costruire movimenti culturali o di op<strong>in</strong>ione che si allargano<br />
a macchia d’olio e si confrontano l’un l’altro f<strong>in</strong>ché<br />
uno dei due non f<strong>in</strong>isce per prevalere.<br />
F<strong>in</strong> oltre la metà del Novecento gli atteggiamenti di noi<br />
italiani erano, <strong>in</strong> genere, determ<strong>in</strong>ati dalle relative appartenenze<br />
politiche, <strong>in</strong> quanto quasi tutto veniva def<strong>in</strong>ito<br />
nelle sedi dei partiti che avevano il ruolo di promotori e<br />
propulsori di op<strong>in</strong>ioni.<br />
Negli anni Settanta, <strong>in</strong>vece, <strong>in</strong> occasione del referendum<br />
sul divorzio, si è verificato un evento nuovo e quasi<br />
<strong>in</strong>aspettato che ha f<strong>in</strong>ito per <strong>in</strong>cidere <strong>in</strong> maniera determ<strong>in</strong>ante<br />
sul nostro modo di pensare e di comportarci.<br />
E’ avvenuta <strong>in</strong>fatti una scelta difforme dalle conv<strong>in</strong>zioni<br />
politiche e religiose, perché la cultura, gli ideali di libertà,<br />
la democrazia e l’emancipazione a tutti i livelli, hanno<br />
prevalso sull’ottusità e sui preconcetti. Da allora <strong>in</strong> poi,<br />
<strong>in</strong> particolare per quanto attiene alle questioni di ord<strong>in</strong>e<br />
etico o comunque co<strong>in</strong>volgenti la dignità umana o legate<br />
all’esperienza quotidiana dei s<strong>in</strong>goli, le risposte sono<br />
state quasi sempre più att<strong>in</strong>enti a valutazioni relative alla<br />
specificità dell’argomento e all’<strong>in</strong>segna della tutela di quei<br />
valori di cui si sentiva bisogno.<br />
Anche <strong>in</strong> occasione della vicenda che ha riguardato <strong>in</strong><br />
generale il cosiddetto testamento biologico che, per mesi,<br />
ha colpito dritto nel mezzo delle emozioni e ancora tiene<br />
desta la nostra attenzione, si sono generate polemiche<br />
che hanno diviso parte dell’op<strong>in</strong>ione pubblica ma, alla<br />
f<strong>in</strong>e, si è creato un orientamento che non ha rispecchiato<br />
l’appartenenza politica o confessionale del s<strong>in</strong>golo. Lasciate<br />
da parte tante riserve e tante differenze, sono stati<br />
ribaditi i diritti da salvaguardare ed è stata privilegiata la<br />
dignità della vita e della persona. Oggi i più si dichiarano<br />
contro l’accanimento terapeutico <strong>in</strong> accordo con la maggioranza<br />
dei medici che, come ha scritto un illustre chirurgo,<br />
“devono accompagnare, non accanirsi” e ritengono<br />
che il problema vada visto nella sua essenza, che il dolore<br />
e la sofferenza debbano essere rispettati. Una volta<br />
compiuti tutti i tentativi, dopo aver lottato s<strong>in</strong>o all’ultimo<br />
Rotary<strong>2090</strong> - pensieri 15<br />
per la vita, si deve abbassare la guardia e <strong>in</strong>ch<strong>in</strong>arsi alla<br />
volontà dell’Eterno o, per altri, a quella della natura. Senza<br />
voler entrare nel merito, penso che non dovrebbe essere<br />
la politica a decidere per me che ho fatto una scelta, <strong>in</strong><br />
scienza e coscienza, e desidero che sia rispettata anche<br />
quando non potrò più parlare né pensare.<br />
I politici al contrario rimangono quasi tutti ancorati ai loro<br />
conv<strong>in</strong>cimenti, come se non avessero orecchi per sentire,<br />
occhi per vedere e <strong>in</strong>frangere l’assetto del conformismo,<br />
arti per <strong>in</strong>camm<strong>in</strong>arsi per quei sentieri irti che portano a<br />
esprimere le proprie idee, determ<strong>in</strong>ando, <strong>in</strong> tal modo, un<br />
aumento di sfiducia verso di loro poiché <strong>in</strong>capaci di <strong>in</strong>nestarsi<br />
nel terreno sociale.<br />
Molti, <strong>in</strong>fatti, sono scontenti e delusi per le scelte attuate<br />
dall’uno o dall’altro schieramento, ritenute settarie,<br />
per nulla elastiche, rivolte solo alla tecnica del consenso<br />
e della gestione dell’immediato, prive di temi valoriali<br />
e lontane dai sentimenti prevalenti nella popolazione.<br />
Esse risentono, <strong>in</strong>vero, dell’allontanamento progressivo e<br />
sempre più accentuato della classe politica dalla gente,<br />
mentre sarebbe necessario se avessero più legami con<br />
la realtà.<br />
Anche per chi appartiene a un credo religioso, ritenuto il<br />
più delle volte senza dist<strong>in</strong>zione e, secondo me a torto,<br />
dogmatico e conservatore, la realtà non è mai tutta bianca<br />
o tutta nera, poiché non è sempre possibile dist<strong>in</strong>guere il<br />
buono dal cattivo. Ogni situazione, pure quella apparentemente<br />
più semplice, ha le sue difficoltà e i suoi rischi,<br />
ma dobbiamo saperla affrontare, coscienti di essere non<br />
solo parte del problema ma anche della sua soluzione<br />
e capaci di poter <strong>in</strong>cidere sul modo di essere. Costretti<br />
a confrontarci con il passato e con le responsabilità del<br />
presente, flagellati dai tormenti dell’<strong>in</strong>certo, siamo consapevoli<br />
che c’è una fatica del vivere dalla quale non ci<br />
si può esimere, come non si può non ridere, piangere,<br />
giocare, amare. Tale consapevolezza, deve accompagnarci<br />
specialmente <strong>in</strong> questo momento caratterizzato da una<br />
forte rivoluzione tecnico-scientifica, dalla globalizzazione e<br />
da una Società <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>e a enfatizzare modelli non sempre<br />
consoni al nostro patrimonio di tradizioni ricco, fra l’altro,<br />
di quel saper fare che rappresenta il nostro tessuto<br />
naturale. Esso è diffuso ovunque nella penisola, pur se<br />
connotato dalla tipicità e dalla diversità delle varie regioni<br />
ma soprattutto dei vari centri urbani che, specie nel centro<br />
nord, per secoli hanno svolto il ruolo, esempio unico<br />
al mondo, di vere città stato, dando luogo a tanti piccoli<br />
nazionalismi e differenze.