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Benedizioni episcopali<br />
Il gesto solenne del vescovo, che alza le mani al cielo e<br />
traccia sul popolo tre grandi segni di croce, è accompagnato<br />
da una formula caratteristica:<br />
- Sia benedetto il nome del Signore!<br />
- Ora e sempre.<br />
- Il nostro aiuto è nel nome del Signore.<br />
- Egli ha fatto cielo e terra.<br />
- Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito<br />
Santo.<br />
- Amen.<br />
Consegna della croce ai missionari<br />
La cerimonia di benedizione di coloro che partono per<br />
annunciare il Vangelo è ricca di sigificato. Quando i<br />
cristiani (chierici, religiosi o laici) sono <strong>in</strong>viati dai loro<br />
legittimi pastori per annunciare la buona novella nel<br />
mondo, la Chiesa celebra il loro <strong>in</strong>vio <strong>in</strong> forma solenne.<br />
La liturgia presenta <strong>in</strong> proposito due azioni successive.<br />
Il celebrante benedice le croci con queste parole:<br />
"Signore, Padre santo, che tu hai voluto fare della<br />
croce del tuo Figlio l’orig<strong>in</strong>e di ogni benedizione e la<br />
fonte di ogni grazia, benedici queste croci e fa’ che<br />
quanti le porteranno davanti agli uom<strong>in</strong>i si impegn<strong>in</strong>o<br />
a r<strong>in</strong>novarsi a immag<strong>in</strong>e del tuo Figlio. Egli vive e<br />
regna nei secoli dei secoli ".<br />
Poi, ciascun missionario riceve la croce che gli viene<br />
consegnata con parole belle e semplici: "Ricevi questo<br />
segno della carità di Cristo e della nostra fede. Predica<br />
il Cristo crocifisso, potenza di Dio e sapienza di Dio".<br />
Il " Benedicite " e il " gratias agimus "<br />
Queste parole lat<strong>in</strong>e non sono quasi più usate oggi.<br />
Indicano però ancora le preghiere cristiane prima e<br />
dopo i pasti, accompagnate dal segno di croce.<br />
L’imperativo lat<strong>in</strong>o Benedicite supplica: "Benedici tutti<br />
noi, o Signore". Si cont<strong>in</strong>ua con la breve orazione:<br />
"Benedici, Padre, noi e questi doni che stiamo per ricevere<br />
come segno della tua bontà". L’ospite augura poi<br />
ai commensali il "Buon appetito ".<br />
Alla f<strong>in</strong>e del pasto, si esprime riconoscenza con tre<br />
parole che vengono rivolte sia al Signore Dio, dispensatore<br />
di tutti i doni, sia al padrone di casa: Agimus tibi<br />
gratias (Ti rendiamo grazie), con il segno di croce conclusivo.<br />
Si possono usare altre formule, come questa che svi-<br />
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luppa la gratitud<strong>in</strong>e attiva e la eleva dal nutrimento<br />
terreno al celeste banchetto:<br />
"Ti r<strong>in</strong>graziamo, Signore, dispensatore di ogni bene,<br />
che ci hai riunito <strong>in</strong>torno a questa mensa; fa’ che r<strong>in</strong>vigoriti<br />
nel corpo proseguiamo con alacrità nel nostro<br />
camm<strong>in</strong>o, per giungere felicemente al banchetto del<br />
cielo".<br />
(cfr. Jean Huscenot, Il Segno di croce, storia e catechesi,<br />
Ed. San Paolo, Alba 1993, capp. 9, 10, 12)<br />
IMPEGNO DI VITA<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />
Non potremo più, d’ora <strong>in</strong> poi, farci il segno di Croce<br />
frettolosamente e a qualche modo: ogni volta esso<br />
esprime qualcosa della nostra fede <strong>in</strong> Dio, Padre Figlio<br />
e Spirito, ci fa dire qualche cosa del nostro amore riconoscente<br />
a Colui che sulla Croce per noi ha dato la sua<br />
vita ed è il Signore vivente, sempre con noi. Al tempo<br />
stesso non potremo non riconoscere un po’ di più il<br />
suo Volto <strong>in</strong> quello dei nostri fratelli e sorelle, soprattutto<br />
coloro che vivono l’esperienza della croce.<br />
- F<strong>in</strong>e -