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Per ricordare il caro prof. Stefano Dotti che, <strong>in</strong>sieme al sig. Cesare Esposito, ha <strong>in</strong>iziato la ricerca sulla storia del<br />
nostro paese, si ripropongono i suoi articoli sulle vicende che precedettero, accompagnarono e seguirono la f<strong>in</strong>e del<br />
vecchio campanile e la costruzione del nuovo, scritti con il suo caratteristico stile diretto e piacevolmente didattico<br />
PARTE SECONDA<br />
Com’è sorto il nuovo campanile<br />
Da premettere che l’edificazione del campanile<br />
nuovo, di per se stessa, non richiederebbe la stesura<br />
di un capitolo.<br />
Difatti non ha molta storia , se non per i riflessi<br />
sulla comunità di <strong>Coccaglio</strong> e nella eccezionalità dei<br />
tempi dell’immediato dopoguerra.<br />
Altra considerazione, a causa di quella eccezionalità,<br />
non sarebbe di certo sorto il campanile nuovo,<br />
se non avessimo avuto a che fare, a quei tempi, con<br />
un Parroco “eccezionale”, pure lui, mons. Dossena,<br />
che stava alla guida spirituale del paese con ferree<br />
mani e con <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito<br />
cuore.<br />
Mons. Antonio Dossena<br />
Parroco di <strong>Coccaglio</strong> dal 1919 al 1956<br />
e....addentellati<br />
E’ logico qu<strong>in</strong>di<br />
che si debbano<br />
tenere <strong>in</strong> considerazione<br />
pure i<br />
fatti dei tempi<br />
dell’immediato<br />
dopoguerra, con<br />
una comunità<br />
campagnola ed<br />
operaia che ritornavafaticosamente<br />
alla normalità.<br />
Per gli operai,<br />
basti un cenno ai<br />
molti uom<strong>in</strong>i e donne nostri, che avevano <strong>in</strong>trapreso<br />
la strasa di Milano, dalla matt<strong>in</strong>a all’alba, ed<br />
anche prima, a sera <strong>in</strong>oltrata, su quei treni dove sta-<br />
Cultura, sport, notizie - Note di storia<br />
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a cura di Natale Partegiani<br />
vano pigiati come sard<strong>in</strong>a ed ancora costituiti da<br />
carri-bestiame senza riscaldamento durante i rigidissimi<br />
<strong>in</strong>verni del 1946 – 1947.<br />
Fortunati <strong>in</strong> merito i contad<strong>in</strong>i che pure loro però<br />
subivano i loro travagli, nel rifacimento di quella<br />
economia produttiva che aveva subito il tracollo<br />
della valuta: qualche liretta l’avevano raggranellata<br />
durante gli anni della guerra, ora però si trovavano<br />
con un pugno di mosche <strong>in</strong> mano.<br />
Comunque non facciamone l’<strong>in</strong>troduzione alla tragedia!<br />
Niente di brutto se non per i sacrifici che si<br />
stavano sopportando, con la rassegnazione caratteristica<br />
di sempre, presso la nostra gente e diciamo<br />
pure con quell’humor che ha contraddist<strong>in</strong>to i<br />
compaesani nostri anche nella canzonetta che ancora<br />
si canta , quando un buon bicchiere ci <strong>in</strong>duce a<br />
sorridere.<br />
In tale atmosfera collochiamo dunque mons.<br />
Dossena ed il suo campanile nuovo con la frase citata<br />
addietro: “Dobbiamo costruire un campanile<br />
nuovo con nuove campane, che mand<strong>in</strong>o su nel<br />
cielo l’armonia corale delle nostre genti!”.<br />
Perciò, mentre il campanile vecchio non aveva<br />
ancora smesso di m<strong>in</strong>acciare rov<strong>in</strong>a, già negli accenni<br />
del Sacerdote si parlava del nuovo.<br />
Nel 1948 l’operazione persuasoria era <strong>in</strong> atto dall’alto<br />
del pulpito, ad ogni messa della domenica ed<br />
anche delle <strong>in</strong>frasettimanali, quando capitavano le<br />
occasioni.<br />
Bella frase <strong>in</strong>tendiamoci, da <strong>in</strong>trodurre sempre <strong>in</strong>