Sensazione percesione consapevolezza.pdf - Auditorium
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dove c’è la trasduzione in segnali elettrici da inviare al cervello. In senso stretto, le vere capacità<br />
uditive avvengono solo nell’orecchio interno, mentre il medio e quello esterno funzionano da mezzi<br />
di trasmissione dei suoni. Le vibrazioni dell’aria devono quindi essere trasmesse al fluido cocleare<br />
tramite sia il timpano, sia i tre ossicini. Nel fluido cocleare, queste vibrazioni si trasformano in<br />
oscillazioni liquide, secondo lo schema:<br />
ONDE SONORE IN ARIA ↔ OSCILLAZIONI NEL MEZZO LIQUIDO<br />
Ciò non è una impresa eccezionale perché le minuscole forze di vibrazione timpanica possono<br />
essere amplificate molte volte, man mano che si scaricano sul fluido cocleare. L’orecchio medio ed<br />
i tre ossicini dell’udito rendono possibile tutto ciò. Senza di essi, per le creature viventi sulla<br />
terraferma, l’udito non sarebbe possibile. Il sistema uditivo proviene da un antico meccanismo<br />
acquatico, perfezionatosi quando i primi esseri viventi cominciarono ad uscire dall’acqua e<br />
colonizzarono la terraferma. L’evoluzione dell’udito ebbe dunque inizio dagli organismi marini.<br />
L’udito in acqua necessita di una struttura meno compressa che di quello nell’aria. Infatti, le onde<br />
sonore in acqua sono trasmissibili più facilmente sull’apparato liquido dell’orecchio interno. L’aria<br />
è un gas molto comprimibile, ma l’acqua è centinaia di volte più densa ed è incomprimibile. L’udito<br />
in acqua è più semplice. Le onde sonore che viaggiano in acqua possono passare direttamente nel<br />
fluido cocleare, senza la necessità dell’amplificazione nell’orecchio medio. Quando gli organismi<br />
marini cominciarono a vivere sulla terraferma, l’orecchio medio cominciò ad evolversi. Nei<br />
mammiferi, l’evoluzione dell’orecchio medio ed in particolare degli ossicini dell’udito, è<br />
considerata un classico esempio della teoria evoluzionista, come dimostrano i numerosi reperti<br />
fossili. L’evoluzione dei tre ossicini dell’udito nell’effettivo ruolo del meccanismo timpanico e nel<br />
contesto dell’orecchio medio, è una forma di estrapolazione: una struttura anatomica che a seconda<br />
delle necessità, può evolversi in un ruolo diverso dall’originario. Un altro esempio, sono le penne<br />
degli uccelli che avevano l’originario ruolo di termoregolazione, assumendo poi funzioni<br />
aerodinamiche, adatte per il volo aviario. Idem, per gli ossicini dell’orecchio medio. Un indizio del<br />
cambiamento evolutivo è rimasto in alcuni rettili, dove il timpano è connesso all’orecchio medio<br />
tramite un singolo ossicino, la staffa. La parte superiore e l’inferiore delle ossa mascellari di questi<br />
animali contengono ciascuno un osso accessorio che nei mammiferi ha originato i restanti due<br />
ossicini. Senza orecchio medio, le onde sonore in aria arriverebbero direttamente sulla struttura<br />
liquida dell’orecchio interno. Una sostanza comprimibile, l’aria sarebbe utilizzata per il transito<br />
dell’energia in un mezzo incomprimibile, il fluido cocleare. Gl’ingegneri definiscono il fenomeno<br />
come impedenza cattiva. Come risultato, si avrebbe la trasmissione di minime vibrazioni<br />
all’orecchio interno che sarebbero in gran parte deflesse nell’urto contro le pareti e rimbalzerebbero<br />
via. La cattiva impedenza tra aria ed acqua è così alta che la percentuale dell’energia acustica<br />
vibrante in aria, trasmessa come onde in acqua, è quasi zero. Senza uno stratagemma evolutivo,<br />
l’udito in aria non sarebbe stato possibile. Lo stratagemma è dato dai tre ossicini (martello, incudine<br />
e staffa) che amplificano l’energia acustica pervenuta al timpano per le due vie: delle ossa craniche<br />
e del meato acustico esterno. Il fenomeno dell’amplificazione è dato da alcuni fattori.<br />
Primo: l’effetto leva. Con delicatezza, i tre ossicini amplificano la forza pulsatile dell’aria che<br />
arriva sulla membrana timpanica. Il fenomeno assicura un vantaggio meccanico, difficile da<br />
calcolare perché i tre ossicini funzionano alla fine come un’unica leva anche se si tratta di un<br />
sistema di leve. La forza premente sul sistema di leve dei tre ossicini è generato dalle vibrazioni<br />
sonore in aria che colpiscono il timpano a cui è collegato il martello. La forza risultante,<br />
moltiplicata dal fattore leva per quasi 1/3, si scarica sulla finestra ovale che funge da organo di<br />
stimolazione cocleare. In particolare, l’intensità della forza per unità di area della finestra ovale non<br />
è proprio 1/3, come quella che si scarica sul timpano. Per unità di area, questa forza, o pressione, è<br />
22 volte superiore sulla finestra ovale. Ciò dipende dalla distanza dal timpano. In aggiunta<br />
all’effetto leva, c’è un moltiplicatore di forza (pressoria). La finestra ovale è una piccola fessura<br />
scavata nel labirinto osseo del temporale ed aperta nell’orecchio interno. A parte l’importante<br />
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