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La luna era alta nel cielo e l’acqua una tavola luccicante, quando ci immergemmo ed iniziammo a baciarci con passione. Il seno era sodo ed alto, come se volesse baciare la luna e mi solleticava con i capezzoli, che giocavano con i peli del torace. Mi succhiò dolcemente il lobo, mordendomelo, alla fine, senza farmi male. Era solo la mia volontà che continuava a scrivere sul Word processor . I tasti si muovevano da soli, avevo sconfitto la mia sorte. Intanto, non mi giungeva più alcuna voce, ero salvo ed il mio sogno era stato scritto per intero. La presi tra le braccia e la distesi sulla sabbia ancora calda. Entrai in lei dolcemente, mentre si aprirono le porte del paradiso e vidi l’empireo, mentre una musica angelica mi sconvolse l’animo. Piansi di piacere, mentre la gioia si aprì, inondandomi della sua essenza più sublime. Mi giunse un vocio indistinto. Qualcuno gridò che ero scomparso. Sorrisi tra me e me, per essere uscito di scena in quel modo. Mi cercarono a lungo, guardando giù nella strada, nel caso fossi volato dal decimo piano, ma, in quelle ore di primo mattino, la città si svegliava lentamente e tutto era tranquillo ed uguale a mille altri giorni passati. Passarono alle mie carte, nel disperato tentativo di una traccia scritta, che dipanasse l’arcano. IL GUSTO DELLA VITA – Franco Pastore 116
Verso le nove e trenta, Elsa, una stupida cameriera filippina, notò il computer acceso e lo spense. Fu come se non fossi mai nato, il nulla mi inghiottì per sempre. Non lo avevo salvato, il mio sogno. © 2006 – Realizzazione eBook Poetilandia.it 117
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IL GUSTO DELLA VITA (Racconti) - Fr
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A mio padre Ermando, nel cui ricord
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P r e m e s s a L A M I A T E R R A
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I Farnesi ed i Casati era i più gr
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Il tessuto cedette e la fanciulla c
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Bussò‚ poi spinse adagio la port
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- Don Filippo 'ò capurale" ha sver
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Sebastiano guardava il pozzo‚ com
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Micheluccio vuotò in fretta il bic
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Il sole stava tramontando sul mare
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- Questo, per la brava gente della
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Il giovane non rispose e‚ scenden
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In un 'altra zona del paese‚ inta
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- Ci soni due carabinieri che vogli
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Procuratori senza scrupoli‚ se ne
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Un unico sussulto li avvinse, mentr
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Riattraversò‚ di corsa‚ la cam
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Iniziò a frequentare la grossa fal
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La piccola stazione di Capaccio Sca
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Giuvanniello chiuse gli occhi a res
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Forse per un sensi di colpa verso i
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- Non dimenticare, mi ripeté più
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Il fischio del treno, che proveniva
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PAZZIA D’AMMURI Castello è un pa
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-Zuzù, vieni cu’ me !- Il volpin
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-Giorno!- mi rispose, sorridendomi
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-Niente!- le risposi con gli occhi
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‘O MUNACIELLO Nelle campagne del
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-In nome di Gesù e di Maria, màng
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