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- Potevo morire! Non ti avevo nemmeno salutato! – Si<br />
baciarono. La giornata era splendida ed il sole alimentava<br />
l’ottimismo. Portai a casa mio zio, con la certezza che<br />
tutto era ormai superato. La notte successiva‚ purtroppo‚<br />
chiuse defin<strong>it</strong>ivamente l’esistenza di mia zia, tanto che, al<br />
mattino, entrò nel portone di casa il suo cadavere. Mio zio<br />
era su e sapeva che di li a poco sarebbe arrivata sua<br />
moglie, l’attendeva, come lei aveva atteso lui per tutta la<br />
v<strong>it</strong>a. Il suo corpo era in mezzo al giardino, sopra una<br />
vecchia sedia di legno. La testa, reclinata all’indietro‚<br />
mostrava i grandi occhi chiusi e la bocca aperta, mentre le<br />
braccia pendevano lungo il corpo che già incominciava ad<br />
irrigidirsi. Indossava il medesimo vest<strong>it</strong>o della domenica<br />
precedente, quello che l’aveva vista allegra e di buon<br />
appet<strong>it</strong>o. Mio zio‚ dalle scale‚ chiamava: - Marì! - e la voce<br />
era tra la preghiera ed il pianto. Noi stavamo cercando di<br />
organizzarci per trasportala su‚ attraverso la rampa di<br />
scale‚ piuttosto appesa. Era un donnone mia zia, alta e ben<br />
messa ed ora cost<strong>it</strong>uiva un grosso problema.<br />
- Marì - implorava mio zio,<br />
- Fémmena mia!-<br />
La sua voce si amplificava nella tromba delle scale‚<br />
assumendo toni drammatici. La prendemmo. Io presi il<br />
lato posteriore della sedia ed Armando‚ mio cugino‚<br />
quello anteriore. Ci avviammo. Attraversammo il giardino<br />
ed arrivam-mo alle scale. Iniziammo a salire. Il macabro<br />
corteo procedeva lentamente, mentre il cadavere muoveva<br />
braccia e testa.<br />
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