presentazione percorsi didattici - Liceo Rodolico
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1. Introduzione<br />
Il percorso formativo proposto dalla nostra scuola secondaria e più in generale dalla nostra società<br />
pone scarsa attenzione allo sviluppo delle capacità di osservazione dei ragazzi.<br />
Sotto l'impulso originario della pedagogia proposta dalle cosiddette “scuole nuove”, la scuola primaria<br />
ha progressivamente posto l'osservazione di semplici fenomeni alla base dell'insegnamento scientifico<br />
e non. Tuttavia sembra che tale impulso si esaurisca entrando nella scuola secondaria, come se si<br />
ritenga che il progressivo sviluppo delle capacità di astrazione del bambino-ragazzo renda superfluo la<br />
sistematizzazione e la successiva riflessione sulle esperienze vissute. La parte esperienziale e<br />
osservativa viene così “retrocessa” progressivamente da elemento fondante della formazione del<br />
ragazzo e mero strumento per stimolarne la curiosità.<br />
Succede così che alle superiori gli studenti siano sempre meno propensi ad “accettare la sfida” che<br />
l'osservazione di un fenomeno pone. Davanti a una lezione di tipo laboratoriale o esperienziale, non è<br />
raro sentire da parte dei ragazzi osservazioni o domande del tipo:<br />
- che titolo devo mettere sul quaderno?<br />
- professore, ma ce la facciamo a finire il programma?<br />
- c'è sul libro?<br />
L'osservazione è quindi vissuta dai nostri studenti quasi come una perdita di tempo che li allontana<br />
dalle conclusioni, dalle formule, dalle leggi, insomma da quello che devono studiare.<br />
Invece, per usare le parole di J. Bruner, «la nostra istruzione scientifica dovrebbe tener conto in ogni<br />
sua parte dei processi vivi del fare scienza, e non limitarsi e essere un resoconto della “scienza<br />
finita” quale viene presentata nel libro di testo, nel manuale e nel comune e spesso noiosissimo<br />
esperimento dimostrativo» 1 . È necessario quindi spostare l’attenzione da un interesse per la natura la<br />
fuori (nature-as-out-there) alla ricerca sulla natura.<br />
Poiché la curiosità è spesso ritenuta una caratteristica legata all’infanzia, i ragazzi crescendo quasi si<br />
vergognano a mostrarla. Un’età critica in questo senso è il passaggio dalla pre-adolescenza alla piena<br />
adolescenza. Per questo motivo ho scelto di proporre questo tipo di percorso in una terza superiore.<br />
2. Obiettivi<br />
• Generali<br />
◦ Sviluppo delle capacità di osservazione;<br />
◦ Sviluppo della capacità di astrazione e formalizzazione di fenomeni osservati;<br />
◦ Comprensione dei modelli fisici come strumenti interpretativi della natura.<br />
• Specifici<br />
◦ Sviluppare una tecnica adatta a osservare un determinato fenomeno;<br />
◦ Osservare e saper descrivere il moto di alcuni corpi celesti su archi di tempo<br />
sufficientemente lunghi;<br />
◦ Saper descrivere i moti celesti osservati in modo qualitativo sia mediante il modello<br />
tolemaico che mediante un modello eliocentrico;<br />
◦ Saper descrivere quali fenomeni non sono interpretabili qualitativamente mediante il<br />
modello tolemaico;<br />
◦ Saper descrivere il moto gravitazionale (limitandosi al caso di orbite circolari) mediante<br />
le leggi di Newton, sapendo maneggiare opportunamente il formalismo matematico;<br />
1 J. Bruner, La cultura dell'educazione, Feltrinelli, Milano, 1997, p. 140.<br />
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