Le strategie del genio di Robert B. Dilts - Progetto Azienda
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cosa hanno tutti <strong>di</strong> identico? Il non sopportare quando sono<br />
oltraggiati. Infatti, il primo combatté, il secondo impazzì e il terzo<br />
si suicidò.” [trad. M. Zanatta]<br />
Alcibiade, Achille e Ajace sono ‘simili ed in<strong>di</strong>fferenziati’ perché<br />
erano tutti capi militari ateniesi che commisero azioni <strong>del</strong> tutto<br />
sconsiderate a causa <strong>del</strong> proprio orgoglio. Aristotele sceglie <strong>di</strong><br />
illustrare il concetto portando l’esempio <strong>di</strong> tre in<strong>di</strong>vidui. Pur non<br />
affermando esplicitamente l’importanza <strong>del</strong> fatto che gli esempi<br />
siano proprio tre, l’impressione è che se fossero meno non si<br />
potrebbe avere la certezza che l’insieme sia abbastanza grande da<br />
produrre una base <strong>di</strong> similarità sufficiente. Se invece si cerca <strong>di</strong><br />
confrontare troppi esempi si ottiene un effetto <strong>di</strong> confusione e<br />
pesantezza.<br />
Una volta che abbiamo trovato ciò che è simile nel nostro insieme<br />
<strong>di</strong> esempi, Aristotele ci <strong>di</strong>ce:<br />
“in<strong>di</strong>, a sua volta, alle altre che sono nel medesimo genere <strong>di</strong><br />
quelle e sono identiche per la specie a se stesse, ma <strong>di</strong>verse da<br />
quelle.” [trad. M. Zanatta]<br />
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