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Le strategie del genio di Robert B. Dilts - Progetto Azienda

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nessun piacere è un bene, neppure nessun bene sarà un piacere.<br />

Invece quella pre<strong>di</strong>cativa è necessario che si converta, ma non<br />

universalmente, bensì particolarmente: per esempio, se ogni<br />

piacere è un bene, anche qualche bene è necessario che sia un<br />

piacere.<br />

“Delle preposizioni particolari è necessario che quella<br />

affermativa si converta particolarmente (se infatti qualche<br />

piacere è un bene, anche qualche bene sarà un piacere), mentre<br />

quella privativa non è necessario che si converta (infatti se<br />

l'uomo non appartiene a qualche vivente, non per questo il<br />

vivente non appartiene a qualche uomo.” [trad. M. Zanatta]<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong> Aristotele, quin<strong>di</strong>, la valutazione <strong>di</strong> un<br />

‘principio primo’ consisteva essenzialmente nel cercare<br />

‘controesempi’, o eccezioni alla regola, che ne mettessero in<br />

dubbio l’‘universalità’ utilizzando le regole <strong>di</strong> ‘conversione’. La<br />

vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> queste ultime, tuttavia, doveva essere confermata anche<br />

dall’osservazione. Aristotele riteneva che l’unica ‘prova’ effettiva<br />

<strong>di</strong> un principio primo si ottenesse con la ‘<strong>di</strong>mostrazione’. Una<br />

volta formulato un principio, questo doveva essere applicato e<br />

convalidato tramite l’esperienza. In altre parole, la mappa si deve<br />

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