Le strategie del genio di Robert B. Dilts - Progetto Azienda
Le strategie del genio di Robert B. Dilts - Progetto Azienda
Le strategie del genio di Robert B. Dilts - Progetto Azienda
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
qualcosa è il suo fine”. Pertanto, secondo Aristotele, tutta<br />
l’esperienza psicologica era organizzata per un qualche fine. Di<br />
conseguenza la percezione sensoriale e la <strong>di</strong>scriminazione <strong>del</strong>le<br />
<strong>di</strong>fferenze in ciò che percepiamo avvengono sempre in relazione a<br />
uno scopo. Tutta la percezione sensoriale assume significato nei<br />
termini <strong>del</strong>la sua relazione con uno ‘scopo’. In altre parole, per<br />
Aristotele ‘psiche’ significava la capacità <strong>di</strong> avere uno scopo, <strong>di</strong><br />
essere in grado <strong>di</strong> percepire la relazione con il proprio scopo e <strong>di</strong><br />
variare il proprio comportamento per raggiungere tale scopo.<br />
William James (lo psicologo americano generalmente considerato<br />
il padre <strong>del</strong>la psicologia cognitiva) ha definito la mente in modo<br />
simile, ossia dotata <strong>del</strong>la capacità <strong>di</strong> avere una finalità futura<br />
prefissata e una gamma <strong>di</strong> scelte molto ampia per raggiungerla:<br />
“Il perseguimento <strong>di</strong> finalità future e la scelta dei mezzi per il loro<br />
raggiungimento costituiscono perciò un segnale e un criterio<br />
<strong>del</strong>la presenza <strong>di</strong> attività mentale in un fenomeno.”<br />
Utilizzando il linguaggio <strong>del</strong>la PNL, Aristotele e William James<br />
stavano entrambi descrivendo il processo TOTE (Miller et al.,<br />
94