Farmaci e genoma - Università degli Studi di Verona
Farmaci e genoma - Università degli Studi di Verona
Farmaci e genoma - Università degli Studi di Verona
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
38<br />
tabella 1<br />
Agenti car<strong>di</strong>ovascolari la cui azione è influenzata dal gene CYP2D6 e dai suoi polimorfismi<br />
antiaritmici betabloccanti antipertensivi<br />
propafenone timololo indoramina<br />
encainide metoprololo debrisochina<br />
flecainide propranololo guanoxan<br />
sparteina<br />
N-propilaimalina<br />
mexiletina<br />
certa influenza sulla comparsa o<br />
sulla progressione della malattia.<br />
Però l’associazione tra questi polimorfismi<br />
e l’effetto dei farmaci è<br />
stata stu<strong>di</strong>ata in un numero limitato<br />
<strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni morbose e per<br />
alcuni stu<strong>di</strong>, benché interessanti,<br />
mancano conferme o smentite dei<br />
dati preliminari.<br />
E’ il caso, per esempio, <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o<br />
recente nel quale è stata in<strong>di</strong>viduata<br />
una mutazione che colpisce<br />
il gene SCN5A e che renderebbe<br />
più efficace il trattamento con<br />
la flecainide – un farmaco antiaritmico<br />
– in pazienti con la sindrome<br />
del QT lungo, pre<strong>di</strong>sposti<br />
alla comparsa <strong>di</strong> tachiaritmie ventricolari<br />
che sono potenzialmente<br />
fatali (1).<br />
Chi ha questo polimorfismo, che<br />
colpisce un canale del so<strong>di</strong>o coinvolto<br />
nel passaggio <strong>di</strong> ioni e quin<strong>di</strong><br />
nella formazione e conduzione<br />
dello stimolo, risponde particolarmente<br />
bene alla flecainide, mentre,<br />
per esempio, non risponde<br />
affatto alla lidocaina che è il farmaco<br />
più usato ed efficace in questi<br />
casi.<br />
Le statine<br />
Tornando agli altri stu<strong>di</strong>, i più<br />
numerosi sono quelli che hanno<br />
cercato <strong>di</strong> valutare se la risposta<br />
alle statine fosse influenzata da<br />
polimorfismi <strong>di</strong> geni coinvolti nel<br />
metabolismo delle lipoproteine.<br />
Una <strong>di</strong> queste indagini, molto<br />
nota ma non ancora replicata, è<br />
stata condotta per verificare l’efficacia<br />
della pravastatina in rapporto<br />
a un polimorfismo del gene che<br />
co<strong>di</strong>fica per la Cholesterol Ester<br />
Transfer Protein (CETP), proteina<br />
che è coinvolta nel trasferimento<br />
<strong>di</strong> colesterolo da parte delle lipoproteine<br />
HDL (2).<br />
Il polimorfismo B1/B1 è stato<br />
associato a una maggiore progressione<br />
della malattia – intesa come<br />
entità <strong>di</strong> riduzione del lume coronarico<br />
me<strong>di</strong>o nell’arco <strong>di</strong> due anni<br />
– e anche a una maggiore efficacia<br />
della terapia con pravastatina,<br />
perché nel sottogruppo <strong>di</strong> pazienti<br />
con questo genotipo la progressione<br />
della stenosi in seguito a<br />
trattamento è risultata minore<br />
rispetto al placebo.<br />
Non si è però riscontrata alcuna<br />
<strong>di</strong>fferenza tra i soggetti con questo<br />
genotipo e gli altri, quando si<br />
sono presi in considerazione gli<br />
eventi miocar<strong>di</strong>ci o la morte per<br />
cause car<strong>di</strong>ovascolari.<br />
Al contrario proprio nei soggetti<br />
in cui la pravastatina avrebbe<br />
dovuto funzionare meglio si è<br />
osservata una maggiore mortalità,<br />
anche se il numero <strong>di</strong> osservazioni<br />
è stato molto basso.<br />
Al <strong>di</strong> là del caso specifico, chi scrive<br />
pensa che in questo campo sia<br />
molto importante stabilire un<br />
nesso tra il risultato interme<strong>di</strong>o –<br />
per esempio la variazione del