un'inchiesta sull'accesso e la fruizione dei patrimoni audiovisivi

LETIZIA CORTINI ANTONELLA PAGLIARULO
dovrebbe essere semplice evitando passaggi superflui. L’avvio
migliore potrebbe consistere nel rendere pubblico un indice dei
documenti digitalizzati – compresi gli audiovisivi - presso gli Istituti
archivistici (mi sembra che su questo stesse lavorando il CNR a
Firenze), che consentirebbe una consultazione veloce attraverso voci
base (prima assai generali: cartografia storica, servitù militari,
brevetti, progetti d’architettura, lavori pubblici, materie varie: moda,
guerra, Repubblica, alimentazione, sport ecc. ecc.); voci via via
sempre più particolari: luoghi, nomi, ecc.; poi dati cronologici, fondi e
serie archivistiche corrispondenti; luogo di conservazione e….. poi
visualizzazione delle immagini ed eventuali ordini di riproduzione
(alla luce di tariffe ben definite per tutti gli Istituti).
8. Non vedo male neanche iniziative promozionali, quale quella varata
attualmente dal “Il Messaggero” che offre DVD dei filmati LUCE del
periodo fascista a 9 Euro. Penso che dovrebbe essere incentivata la
vendita di tali filmati a prezzi popolari, nel rispetto ovviamente dei
diritti del proprietario. Istituto LUCE a parte, per quanto concerne gli
altri Istituti (anche gli Archivi di Stato) che conservano audiovisivi,
considero importante diffondere l’uso dei filmati (a prezzi adeguati,
senza la distinzione tra uso studio e pubblicazione perché chi vuole
studiarli può limitarsi a consultarli senza duplicarli), con la garanzia
però della finalità dell’utilizzo, del contesto in cui questo avverrà
(così come è stabilito - nel caso degli Archivi di Stato – per le
richieste di riproduzione fotografica dei documenti da pubblicare).
Nell’autorizzazione, che dovrebbe assumere la forma di un vero e
proprio contratto, andrebbero anche fissate le clausole per l’eventuale
riuso riservato solo al contraente, stabilendo una certa cifra per ogni
successivo passaggio in Tv o in altro mezzo di comunicazione. Per
quanto riguarda gli Archivi di Stato la Direzione generale per gli
Archivi – in collaborazione con altre Istituzioni aventi lo stesso
problema - potrebbe predisporre una bozza unitaria di “contratto” tra
gli AASS (che ne avessero bisogno) ed eventuali contraenti, in modo
da supportare concretamente gli Istituti in questa difficile questione,
che potrebbero agire così in modo unitario a tutela della proprietà,
dell’introito finanziario, della qualità del contesto e del decoro delle
Istituzioni.
9. Si dovrebbero prevedere presso i vari Istituti di conservazione le
copie di sicurezza per ciascun originale (così come era previsto per gli
archivi cartacei che venivano e vengono microfilmati ai fini della
sicurezza), archiviando gli originali e dando in consultazione le copie.
Se gli audiovisivi sono inseriti in programmi informatici per la più
ampia fruizione, oltre alla salvaguardia degli originali, sarà necessario
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