volte”, come significava appunto <strong>il</strong> suo nome. In epoca classica Dioniso <strong>di</strong>venne <strong>il</strong> <strong>di</strong>o <strong>del</strong> <strong>vino</strong>, <strong>del</strong>la vite, che era la sua pianta sacra, e dei riti orgiastici. Egli veniva festeggiato con cortei e processioni festose e chiassose, a cui partecipavano Fauni, Satiri ed esseri legati alla terra e alla sua fert<strong>il</strong>ità, nonché le Baccanti, donne invasate e in preda a <strong>del</strong>irio mistico. I cortei in onore <strong>del</strong> <strong>di</strong>o Dioniso sono all’origine <strong>del</strong>le prime rappresentazioni teatrali: la comme<strong>di</strong>a, la trage<strong>di</strong>a e <strong>il</strong> dramma satiresco. Arianna, figlia <strong>di</strong> Minosse, re <strong>di</strong> Creta, e <strong>di</strong> Pasifae. Si innamorò <strong>del</strong>l’eroe Teseo e lo aiutò in segreto a uscire dal Labirinto, dandogli un gomitolo che Teseo srotolò per poter ritrovare la via <strong>del</strong> ritorno. Arianna fuggì con l’eroe ateniese, ma questi l’abbandonò addormentata sull’isola <strong>di</strong> Nasso. Al suo risveglio, la giovane fu trovata da Dioniso, che, conquistato dalla sua bellezza, volle sposarla e portarla con sé sull’Olimpo. Già Carducci aveva definito questa ballata “empito <strong>del</strong>l’allegria”, ed effettivamente essa contiene un invito a <strong>di</strong>vertirsi <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> più presto possib<strong>il</strong>e. Seppur per mettere in r<strong>il</strong>ievo la malinconia, qui è cantata un’ebbrezza <strong>di</strong>ffusa e vasta ed infatti, <strong>di</strong>etro <strong>il</strong> movimento cadenzato e rapido dei ritmi e <strong>del</strong>le rime che sembra riprodurre lo scorrere veloce <strong>del</strong> tempo, ritorna, ossessivo e martellante <strong>il</strong> ritornello che ammonisce sulla brevità <strong>del</strong>la vita. La gioia, l’ebbrezza, l’amore e tutti gli aspetti più lieti sono, per così <strong>di</strong>re, “risucchiati” dal continuo ammonimento e risultano, quin<strong>di</strong>, venati <strong>di</strong> profonda malinconia. Quant’è bella giovinezza Che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto sia Di doman non c’è certezza. Quest’è Bacco e Arianna, 5 belli, e l’un <strong>del</strong>l’altro ardenti: perché ‘l tempo fugge e inganna, sempre insieme stan contenti. Queste ninfe ed altre genti Sono allegre tuttavia. 10 Chi vuol esser lieto, sia: <strong>del</strong> doman non c’è certezza. Questi lieti satiretti, <strong>del</strong>le ninfe innamorati, per caverne e per boschetti 15 han lor posto cento agguati; or da Bacco riscaldati ballon, salton tuttavia? Chi vuol esser lieto, sia: <strong>di</strong> doman non c’è certezza. 20 Queste ninfe anche hanno caro Da loro essere ingannate: non può fare Amor riparo se non gente rozze e ingrate; ora insieme mescolate 25 ballon, canton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia: <strong>di</strong> doman non c’è certezza.