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Gennaio 2009 - il bollettino salesiano - Don Bosco nel Mondo

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ché si abbia un giusto salario, non<br />

basta che ci sia accordo tra padrone<br />

e operaio, data la condizione d’inferiorità<br />

in cui questi si trova. È necessario<br />

che l’operaio riceva un salario<br />

sufficiente a mantenere se stesso e la<br />

sua famiglia in una tal quale agiatezza.<br />

Parlando dei “doveri” dei capitalisti<br />

e dei padroni, Leone XIII<br />

così li enumera: Non tenere gli operai<br />

in luogo di schiavi; rispettare in<br />

essi la dignità dell’umana persona,<br />

nob<strong>il</strong>itata dal carattere cristiano.<br />

Poi soggiunge, agli occhi della ragione<br />

e della fede non è <strong>il</strong> lavoro che<br />

degrada l’uomo, ma anzi lo nob<strong>il</strong>ita<br />

consentendogli di campare onestamente<br />

la vita: quello che veramente<br />

è indegno dell’uomo è di abusarne<br />

come di cosa a scopo di guadagno.<br />

È questa la terza novità dell’enciclica:<br />

la proclamazione della dignità<br />

del lavoro e, più profondamente,<br />

della dignità della persona umana, la<br />

quale non può essere ut<strong>il</strong>izzata come<br />

cosa (res) finalizzata al guadagno. In<br />

tal modo Leone XIII afferma che<br />

l’uomo e non <strong>il</strong> profitto è <strong>il</strong> fine<br />

dell’economia. Un concetto che verrà<br />

ripreso e approfondito dai successori.<br />

INTERVENTO STATALE<br />

Altra importante novità della Rerum<br />

è la sua presa di posizione sull’intervento<br />

dello Stato in campo<br />

economico. Sino ad allora lo Stato<br />

doveva astenersi da ogni intervento<br />

per non condizionare la libertà di<br />

tutti i soggetti economici. Contro<br />

questa visione, Leone XIII sostiene<br />

che lo Stato deve intervenire <strong>nel</strong>la<br />

Papa Leone prega <strong>nel</strong>la Cappella Sistina.<br />

questione sociale perché ciò fa parte<br />

del bene comune, e provvedere al<br />

bene comune è officio e competenza<br />

dello Stato, che deve curarsi di “tutti”<br />

i cittadini, dei proletari non meno<br />

che dei ricchi. È stretto dovere dello<br />

Stato – si rimarca anzi – prendersi la<br />

dovuta cura del benessere degli operai.<br />

Leone XIII traccia anche alcune<br />

applicazioni pratiche del principio<br />

dell’intervento dello Stato. Scorrendole,<br />

appare subito evidente che esse<br />

sono condizionate dai timori per la<br />

minaccia dell’avanzare del socialismo<br />

<strong>nel</strong>la società della fine del XIX<br />

secolo. Di qui la ripetuta difesa della<br />

proprietà privata e l’appello allo Stato<br />

perché ponga freno ai sostenitori<br />

del socialismo, ai “sommovitori”,<br />

preservando i “buoni operai” dal<br />

male e i legittimi padroni dal rischio<br />

dello “spogliamento” dei propri beni.<br />

Anche per quel che concerne lo<br />

sciopero, <strong>il</strong> giudizio del Papa è duro.<br />

Lo chiama, infatti, uno sconcio grave<br />

per i danni che procura ai padroni<br />

e agli stessi operai e per i tumulti e<br />

le violenze che genera. Ma al tempo<br />

stesso <strong>il</strong> pontefice non tace che <strong>il</strong><br />

troppo lungo e gravoso lavoro e la<br />

mercede giudicata scarsa offrono<br />

agli operai motivo di scioperare.<br />

Perciò, <strong>il</strong> rimedio è quello di prevenire<br />

<strong>il</strong> male, rimovendo a tempo le<br />

cause da cui si prevede che possa<br />

nascere tra operai e padroni <strong>il</strong> conflitto.<br />

Infine, Leone XIII bolla severamente<br />

l’inumanità di avidi speculatori,<br />

che per guadagno abusano<br />

delle persone come di cose.<br />

Un’ultima novità dell’enciclica è<br />

<strong>il</strong> favore che <strong>il</strong> Papa mostra per l’associazionismo<br />

operaio: Vediamo con<br />

piacere formarsi ovunque associazioni<br />

sia di soli operai, sia miste di<br />

operai e padroni; ed è desiderab<strong>il</strong>e<br />

che crescano di numero e di operosità.<br />

In polemica con lo Stato liberale<br />

che impedisce la formazione di<br />

tali associazioni, Leone XIII ne afferma<br />

la legittimità, poiché <strong>il</strong> diritto<br />

di unirsi in società l’uomo l’ha da<br />

natura e i diritti naturali lo Stato deve<br />

tutelarli, non distruggerli. Pur se<br />

non si può affermare con certezza<br />

che <strong>il</strong> pontefice pensi a una vera e<br />

propria organizzazione sindacale di<br />

operai cristiani, di fatto apre la via al<br />

sindacalismo cristiano.<br />

(continua)<br />

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