Gennaio 2009 - il bollettino salesiano - Don Bosco nel Mondo
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28<br />
F MA<br />
UN OCEANO<br />
DI SOLIDARIETÀ<br />
di Maria Antonia Chi<strong>nel</strong>lo<br />
Sono trascorsi alcuni mesi<br />
dai terrib<strong>il</strong>i giorni del<br />
ciclone Nargis che ha<br />
investito le coste del<br />
Myanmar, la ex-Birmania.<br />
La forza dell’acqua e del<br />
vento ha spazzato via<br />
interi paesi, distrutto case<br />
e piantagioni, diffuso<br />
tristezza, dolore,<br />
incertezza per <strong>il</strong> futuro.<br />
La comunità mondiale<br />
si è attivata e gli aiuti<br />
internazionali hanno<br />
soccorso intere famiglie<br />
rimaste senza niente.<br />
Numerosi centri di<br />
promozione sociale sono<br />
stati raggiunti da una<br />
valanga di solidarietà<br />
che, attraverso di loro,<br />
è arrivata a tanti giovani<br />
e bambini, ragazzi e<br />
donne.<br />
Ora si può guardare<br />
al domani con fiducia,<br />
consapevoli che <strong>il</strong> bene<br />
non ha confini.<br />
Soprattutto quando è<br />
scritto con gesti di<br />
tenerezza e di simpatia.<br />
GENNAIO <strong>2009</strong> BS<br />
Bambini di Myanmar.<br />
morti, di cui 10m<strong>il</strong>a<br />
<strong>nel</strong>la sola città di Bogalay<br />
per <strong>il</strong> passaggio<br />
15m<strong>il</strong>a<br />
del ciclone Nargis in<br />
Birmania. I dispersi sono 30m<strong>il</strong>a. I<br />
più danneggiati risultano i v<strong>il</strong>laggi<br />
remoti dell’area del delta del fiume<br />
Irrawaddy. Queste le cifre che, giorno<br />
dopo giorno, rimbalzavano dai<br />
media, otto mesi fa, <strong>nel</strong> maggio<br />
2008, accompagnate da immagini<br />
che lasciavano trasparire la vastità<br />
del disastro naturale, ma anche la<br />
grande vicinanza e solidarietà della<br />
gente, soprattutto dei più semplici.<br />
A Yangon, la capitale del Paese<br />
delle m<strong>il</strong>le pagode, la gente si è data<br />
subito da fare, anche le FMA sono<br />
state pronte ad accorrere. La sollecita<br />
compassione ha contagiato ogni<br />
categoria di persone e ogni età: giovani<br />
e adulti, religiosi e laici, uomi-<br />
ni e donne che si sono uniti in una<br />
campagna di solidarietà. Intelligenza,<br />
salute, tempo e creatività, tutto è<br />
stato posto al servizio delle vittime<br />
della grande catastrofe. E la vita ha<br />
iniziato a rifiorire.<br />
Ce n’era per tutti. L’attenzione è<br />
stata rivolta a chiunque era <strong>nel</strong> bisogno<br />
senza distinzione di religione e<br />
I nuovi rickshaw.