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Notiziario maggio 2008 - Comune di Arluno

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42<br />

Attualità<br />

La trage<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Verona e il vuoto <strong>di</strong> cultura che accomuna molti giovani<br />

Pecore da soli, lupi in branco<br />

Volentieri ho partecipato, per interesse<br />

personale e quale occasione<br />

<strong>di</strong> crescita sociale e comunitaria,<br />

all’interessante ciclo <strong>di</strong> conferenze<br />

che la nostra scuola ed il Comitato<br />

Genitori hanno proposto, e ben<br />

presentato, alle famiglie, educatori<br />

e operatori sociali. “Per una crescita<br />

consapevole”... dei nostri ragazzi<br />

abbiamo percorso, in quattro serate,<br />

un preciso e ben in<strong>di</strong>viduato<br />

cammino per cogliere (e tentare<br />

<strong>di</strong> risolvere) le varie problematiche<br />

che ci troviamo ad affrontare quoti<strong>di</strong>anamente<br />

nel processo educativo<br />

a noi attribuito.<br />

Nell’ultima serata de<strong>di</strong>cata ad uno<br />

“sguardo al territorio”, alla nostra<br />

realtà locale, alle prospettive future<br />

per i nostri giovani... i <strong>di</strong>versi<br />

relatori, nelle loro riflessioni, hanno<br />

dovuto “allargare i confini territoriali”<br />

dopo l’ennesima trage<strong>di</strong>a che<br />

ha visto giovani, o forse meglio ragazzi,<br />

assumere, ancora una volta,<br />

il ruolo <strong>di</strong> assur<strong>di</strong> protagonisti.<br />

Mi riferisco a quanto accaduto a<br />

Verona, una trage<strong>di</strong>a senza proporzioni<br />

che trova l’epilogo nella morte<br />

<strong>di</strong> un giovane, ucciso per una sigaretta<br />

negata. Una morte assurda,<br />

che ci interroga, ancora una volta,<br />

su un <strong>di</strong>sagio che accomuna tutte<br />

le giovani generazioni, e che spesso<br />

sfocia in gesti assur<strong>di</strong> e <strong>di</strong>sumani<br />

come quello che ha provocato la<br />

morte <strong>di</strong> Nicola.<br />

Purtroppo, quello che è successo a<br />

Verona non è stata una bravata...<br />

è stato uno dei non pochi episo<strong>di</strong>,<br />

gravissimi, che pone inquietanti<br />

interrogativi sulla violenza giovanile;<br />

purtroppo, ha il sapore <strong>di</strong> una<br />

trage<strong>di</strong>a collettiva, che addolora<br />

e scuote la coscienza <strong>di</strong> tutti, dei<br />

citta<strong>di</strong>ni come dei rappresentanti<br />

delle istituzioni.<br />

Una trage<strong>di</strong>a che ci pone <strong>di</strong> fronte<br />

alla necessità <strong>di</strong> una riflessione sui<br />

valori <strong>di</strong> cui tutte le famiglie e le istituzioni<br />

dovrebbero farsi promotrici<br />

nell’adempiere al dovere <strong>di</strong> genitori<br />

ed educatori. Sul banco degli imputati<br />

non siederanno solo i giovani<br />

responsabili dell’aggressione, ma<br />

tutto quello che li ha circondati<br />

fino ad oggi e che ha permesso<br />

il formarsi dentro <strong>di</strong> loro <strong>di</strong> questi<br />

sentimenti <strong>di</strong> violenza e o<strong>di</strong>o.<br />

Ora resta la cruda realtà <strong>di</strong> una giovane<br />

vita spezzata dalla violenza e<br />

dall’intolleranza, una morte senza<br />

ragione. Un fatto <strong>di</strong> una gravità<br />

straor<strong>di</strong>naria, e <strong>di</strong> fronte al quale<br />

più forte deve essere l’impegno, affinché<br />

il clima e la cultura dell’o<strong>di</strong>o<br />

(che sono all’origine della violenza<br />

bestiale che è costata la vita al giovane<br />

veronese) siano sconfitti.<br />

Sottovalutare il problema della <strong>di</strong>lagante<br />

emarginazione urbana,<br />

frutto <strong>di</strong> un vuoto <strong>di</strong> cultura che<br />

accomuna molti giovani del nord<br />

come del sud, sarebbe un errore<br />

molto grave.<br />

Un vuoto <strong>di</strong> cultura, un vuoto <strong>di</strong><br />

valori, <strong>di</strong> sentimenti.<br />

Immagino così questi ragazzi: contenitori<br />

vuoti, incarti del nulla, copertine<br />

senza un testo...<br />

Sì, figli <strong>di</strong> quella società che si<br />

è pro<strong>di</strong>gata per tutta la vita ad<br />

accumulare ricchezza ma, ahimè,<br />

solo ricchezza materiale; che ha<br />

rincorso in maniera scellerata il<br />

benessere, quello che si vede, che<br />

si può mostrare; che ha creato i<br />

“miti del perfetto” da seguire, da<br />

copiare.<br />

Figli che sono cresciuti, riempiendo<br />

i contenitori vuoti con le griffe <strong>di</strong><br />

questo mondo: il mito delle veline e<br />

dei culturisti palestrati, il scellerato<br />

“Un vuoto <strong>di</strong> cultura, un vuoto <strong>di</strong> valori...” che si esprime anche nella “comunicazione” irrispettosa e nel danneggiamento<br />

del bene comune

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