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opinioni<br />

numero 207 del 11 febbraio 2011 pag 7<br />

Scontro sulla sicurezza<br />

Dopo Campo Marzo, il caso<br />

“Campiello” ha riacceso il<br />

dibattito cittadino tra centro-sinistra<br />

e centro-destra sulla vivibilità<br />

di Vicenza. Un confronto a<br />

distanza tra rappresentanti degli<br />

opposti schieramenti evidenzia<br />

due modi antitetici di approcciarsi<br />

al problema. Se Formisano fa<br />

riferimento ai numeri forniti dalle<br />

forze dell’ordine per affermare<br />

che <strong>qui</strong> non è l’inferno, Sorrentino<br />

rivendica i risultati della politica<br />

di intervento che caratterizzava<br />

la precedente amministrazione.<br />

Da nessuno dei due però arriva<br />

un’idea sulla prostituzione.<br />

San Lazzaro<br />

non è il Bronx<br />

di Federico Formisano<br />

Chiariamo subito che San Lazzaro<br />

non è un quartiere a rischio né<br />

tantomeno un ghetto di Vicenza.<br />

Ogni qualvolta si verifica un fatto<br />

di sangue nella nostra città, la<br />

zona dove tale fatto si consuma<br />

finisce al centro di attenzioni pesantemente<br />

negative. E non solo<br />

dei giornali o delle televisioni locali.<br />

E’ capitato di recente a Campo<br />

Marzo, era successo in passato<br />

per altre zone della città.<br />

Vicenza non è nemmeno lontanamente<br />

confrontabile con Milano<br />

o con città metropolitane in cui il<br />

difficile e<strong>qui</strong>librio basato su una<br />

civile convivenza è costantemente<br />

a rischio. Non sono io ad affermarlo,<br />

sono le statistiche sfornate<br />

ogni anno dalla Questura e dalle<br />

altre forze di polizia.<br />

Certo non si può nascondere la<br />

testa sotto la sabbia. Sappiamo<br />

bene che la vita delle città non<br />

è più quella di una volta: la crisi<br />

economica colpisce soprattutto i<br />

ceti più deboli ed indifesi. La stratificazione<br />

sociale oggi è cambiata<br />

e bisogna prendere atto di questo<br />

dato di fatto che rende il nostro<br />

Paese multietnico e multirazziale<br />

con tutte le implicazioni che questo<br />

dato genera. Ineludibilmente.<br />

Rispetto a questo è necessario<br />

tenere alta l’attenzione verso tutti<br />

i fenomeni di devianza e ogni ri-<br />

duzione degli stanziamenti economici<br />

destinati alla sicurezza rappresenta<br />

un imperdonabile errore<br />

che potremmo pagare tra qualche<br />

anno. E’ indiscutibile che quando<br />

si affronta il tema di San Lazzaro<br />

non si possa non associarlo ai<br />

temi della prostituzione. Anni fa a<br />

Vicenza esisteva una sorte di zona<br />

franca che nella stessa definizione<br />

veniva accostata al concetto di<br />

quartiere a luci rosse: si trattava<br />

della zona attorno alla Stazione e<br />

lungo il mitico Viale Mazzini.<br />

Volendo stroncare il fenomeno<br />

lungo quelle zone si sono messe<br />

le premesse per spalmare le postazioni<br />

delle peripatetiche lungo<br />

tutto l’asse verso Verona da Via<br />

Milano fino a San Lazzaro, da<br />

Ponte Alto a Tavernelle. Credo che<br />

questo fenomeno non possa essere<br />

stroncato esclusivamente con misure<br />

di ordine pubblico. Venerdì 4<br />

febbraio ho partecipato alla fiaccolata<br />

del Partito Democratico di<br />

fronte al Campiello e ho sentito i<br />

pareri di alcuni residenti e di funzionari<br />

della Polizia: le retate fatte<br />

la sera prima avevano ottenuto un<br />

effetto importante, i passaggi ad<br />

andatura turistica delle gazzelle<br />

dei carabinieri e della polizia<br />

avevano sortito un attenuazione<br />

quasi totale del fenomeno. Ma per<br />

quanto tempo? Alla stessa stregua<br />

ho apprezzato la manifestazione<br />

organizzata dalla parrocchia a cui<br />

hanno partecipato molti fedeli e<br />

non solo. Però è evidente che così<br />

non si vince il problema profondo<br />

della prostituzione. Bastava allontanarsi<br />

di qualche centinaia di metri<br />

o attendere qualche giorno per<br />

rivedere le stesse minigonne, gli<br />

stessi squallidi approcci, le stesse<br />

vite buttate. Molti diranno che<br />

sono un utopista, ma io credo che<br />

solo una profonda svolta culturale<br />

possa cambiare una situazione<br />

che continua la sua discesa verso<br />

una china di cui non si intravvede<br />

la fine. Da un lato deve crescere<br />

nella donna il convincimento del<br />

rispetto del proprio corpo, dall’altro<br />

deve avanzare a grandi passi<br />

la consapevolezza dell’uomo che<br />

esperienze come queste rappre-<br />

sentano solo un abbruttimento e<br />

un decadimento della propria personalità.<br />

La scuola e la famiglia,<br />

la Chiesa e gli enti locali devono<br />

trovare il modo per interagire sul<br />

piano dell’educazione ad una sana<br />

sessualità, al rispetto dell’altro<br />

sesso, all’emarginazione dei fenomeni<br />

più eclatanti.<br />

Le prime misure dovrebbero essere<br />

quelle di un investimento massiccio<br />

in educazione, di una rivisitazione<br />

globale delle trasmissioni<br />

televisive, oggi troppo spesso incentrate<br />

sulla bellezza fisica come<br />

valore. Ci vorrà molto tempo, ci<br />

vorranno molti investimenti, ci<br />

vorrà nel contempo anche una<br />

politica di controllo e di repressione.<br />

Ma lasciatemi pensare che<br />

tra qualche anno le brutture a<br />

cui oggi assistiamo con frequenza<br />

possano essere eliminate dalle<br />

nostre strade.<br />

Variati ha fallito<br />

di Valerio Sorrentino<br />

È un fatto difficilmente contestabile<br />

che Vicenza stia attraversando<br />

un brutto periodo per quanto<br />

riguarda la questione sicurezza. Si<br />

badi bene, quando si parla di sicurezza,<br />

non si intende la casistica<br />

dei reati denunciati o le percentuali<br />

di atti delinquenziali. Guardando<br />

i dati, ci sarà sicuramente<br />

qualcuno che farà notare che il numero<br />

dei reati non è affatto incrementato<br />

rispetto al passato e che<br />

<strong>qui</strong>ndi non viviamo certamente<br />

in una fase d’emergenza. Eppure,<br />

il cittadino medio si sente sempre<br />

più insicuro ed abbandonato.<br />

Come mai? Questo avviene perché<br />

gli episodi che generano allarme<br />

sociale non sono solo quelli contemplati<br />

dalla legge come reati,<br />

ma tutti i fatti che comunque determinano<br />

degrado ed invivibilità.<br />

Si tratta di episodi di inciviltà<br />

o anche di cattiva educazione civica<br />

che, presi isolatamente, non<br />

sembrano gravi, ma, contestualizzati,<br />

rendono praticamente invivibile<br />

una zona, in maniera ancora<br />

maggiore di quello che può provocare<br />

un reato. Nei confronti di<br />

quest’ultimo è difatti<br />

possibile invocare<br />

l’intervento delle<br />

Forze dell’Ordine;<br />

nei confronti di chi<br />

sporca, disturba, si<br />

ubriaca, insomma<br />

provoca degrado è<br />

il più delle volte inutile<br />

chiamare aiuto:<br />

nessuno interverrà<br />

“ perché ci sono<br />

cose più importanti<br />

da reprimere” Appunto,<br />

i reati. Per<br />

tornare ai nostri<br />

giorni, vi è da sottolineare<br />

che, in ogni<br />

caso, gli episodi di<br />

criminalità ultimamente<br />

registrati<br />

mai si erano verificati<br />

in città. Basti<br />

pensare all’anziano<br />

ucciso dal pugno di<br />

un giovane rumeno:<br />

se fosse accaduto<br />

a Roma o Milano,<br />

statene certi, il clamore sarebbe<br />

stato devastante. Nei confronti<br />

di episodi del genere sappiamo<br />

bene non si può certo imputare<br />

nulla ad un’Amministrazione Comunale;<br />

ma nei confronti del degrado<br />

che imperversa il discorso<br />

è ben diverso. La giunta Variati<br />

ha responsabilità evidenti, se si<br />

fa un confronto con il passato. Il<br />

fallimento del nostro sindaco sta<br />

nell’aver ritenuto che servissero<br />

effimere iniziativa culturali per<br />

combattere il degrado. Lo speaker<br />

corner ed altre amenità in Campo<br />

Marzo sono semplice fumo negli<br />

occhi nel momento in cui nulla si<br />

fa per bonificare l’area. Ricordare<br />

quanto venne attuato dalla passata<br />

Amministrazione non è esercizio<br />

retorico, ma dovrebbe essere<br />

utile per evitare errori. Oltre a<br />

dotare la città di un modernissimo<br />

sistema di videosorveglianza,<br />

prevedemmo un servizio di custodia<br />

di Campo Marzo, affidato a<br />

privati, che si rivelò un formidabile<br />

deterrente nei confronti sia del<br />

degrado che della microcriminalità.<br />

Piaccia o non piaccia, spaccio<br />

e degrado diminuirono d’incanto.<br />

Serviva qualcuno che facesse sentire<br />

la presenza del Comune, che<br />

facesse capire ai malintenzionati<br />

che lì c’era chi sorvegliava. Il sottoscritto,<br />

lo rivendico con orgoglio,<br />

è stato il primo in Italia ad<br />

emanare ordinanze antibivacco,<br />

antimendicità, antialcol. Facemmo<br />

scalpore a tal punto che in<br />

città arrivarono le Iene e Maurizio<br />

Costanzo aprì una trasmissione<br />

trattandoci come deficienti. La<br />

sinistra di allora si scatenò contro<br />

i provvedimenti. Poco tempo<br />

dopo le ordinanze furono copiate<br />

in tutta Italia, anche dalle giunte<br />

di sinistra. Certo, non basta l’ordinanza,<br />

occorre che vi sia chi la<br />

applica; ciò che con l’attuale giunta<br />

manca del tutto. Rivitalizzare<br />

una zona con iniziative ludiche o<br />

culturali è sicuramente utile. Allo<br />

stesso tempo, tuttavia, sarebbe<br />

necessario far sentire sul territorio<br />

che il Comune non è assente e<br />

che il cittadino non è abbandonato.<br />

Questa, e i fatti lo dimostrano,<br />

non è una priorità della giunta<br />

Variati.<br />

Tocca alla politica nazionale<br />

di Giorgio Conte<br />

bastato che il bravo parro-<br />

È co di San Lazzaro annunciasse<br />

la volontà di promuovere<br />

una manifestazione senza bandiere<br />

politiche per scatenare<br />

la macchina organizzativa del<br />

PD, impegnato a prevaricare<br />

con la politica l’iniziativa civica.<br />

E <strong>qui</strong>ndi tutti assieme, assessori,<br />

parlamentari ed esponenti vari a<br />

sostenere un ardito parallelo tra<br />

Arcore e viale San Lazzaro, dimenticando<br />

che il responsabile<br />

della sicurezza in città è proprio<br />

un uomo del PD. La manifesta-<br />

zione voluta dalla parrocchia con<br />

i cittadini protagonisti è stata comunque<br />

un successo dell’impegno<br />

civico, di una città che non vuole<br />

sempre voltare lo sguardo dall’altra<br />

parte. E il sindaco, anch’egli<br />

del PD, lo ha compreso puntualmente<br />

inviando alla manifestazione,<br />

in sua rappresentanza, un<br />

assessore. Considerazione finale:<br />

purtroppo, come prevedibile, terminate<br />

le manifestazioni, il degrado<br />

in viale San Lazzaro è rimasto.<br />

Il palliativo dell’inclusione sociale,<br />

dell’animazione di strada, della<br />

politica dell’ascolto, perseguita<br />

dalla giunta Variati, mostra tutti i<br />

suoi limiti e porta a casa un colossale<br />

fallimento. Perché tocca alla<br />

politica nazionale immaginare e<br />

costruire una soluzione nuova (o<br />

vecchia?) per togliere il fenomeno<br />

della prostituzione dalle strade.<br />

Tocca proprio alla politica nazionale<br />

destinare nuove risorse alle<br />

forze dell’ordine per rispondere<br />

alle esigenze di sicurezza e vivibilità<br />

delle nostre città. Senza demagogia,<br />

senza sindaci-sceriffo,<br />

senza ronde e bandiere di partito.

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