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la Provincia<br />
DOMENICA<br />
PAVESE 19 settembre 2004<br />
PAVIA E PROVINCIA 17<br />
L’Apt chiude in «profondo rosso»<br />
La Provincia ripiana il disavanzo: 163 mila euro<br />
di Luca Simeone<br />
PAVIA. L’era dell’Apt di Pavia si chiude con un buco di<br />
bilancio di 163 mila euro, oltre trecento milioni di lire. La<br />
giunta provinciale nei giorni scorsi ha approvato una delibera<br />
per ripianare il deficit: verrà utilizzato parte dell’avanzo<br />
del 2003. Nel frattempo scoppia la polemica sulla<br />
causa di questo corposo disavanzo. I due ultimi presidenti,<br />
Pio Marcato e Marco Galandra, ribattono dicendo dalla<br />
Regione non arrivavano all’Azienda di promozione turistica<br />
nemmeno i soldi necessari a coprire le spese fisse.<br />
D’altronde la decisione di<br />
sopprimere tutte le Apt lombarde<br />
- seguendo l’indicazione<br />
di una legge <strong>nazionale</strong> -<br />
era stata presa dalla Regione<br />
lo scorso anno. La sorte delle<br />
aziende, subentrate diciotto<br />
anni prima agli Enti di promozione<br />
turistica, è stata segnata<br />
dalla perenne scarsità<br />
di risorse a disposizione.<br />
Il futuro - in base a quanto<br />
prevede la legge regionale di<br />
riassetto - è dei «sistemi turistici<br />
locali», un’entità dai connotati<br />
ancora non ben definiti,<br />
che dovrebbe comunque<br />
comportare la partecipazioni<br />
di privati: chiamati in pratica<br />
a fornire ai progetti di promozione<br />
quel denaro che dal<br />
pubblico è sempre arrivato<br />
con il contagocce.<br />
In vista della loro soppressione,<br />
i presidenti delle Apt<br />
in carica (all’Apt di Pavia c’è<br />
Marco Galandra) sono stati<br />
trasformati in commissari<br />
LE REAZIONI<br />
PAVIA. «Nei cinque anni<br />
della mia gestione i bilanci sono<br />
stati chiusi sempre in pareggio.<br />
Anzi, ho anche ripianato<br />
un buco di 120 milioni di<br />
lire che ho trovato quando sono<br />
arrivato». Pio Marcato,<br />
presidente Apt dal 1998 al luglio<br />
2003, respinge ogni responsabilità<br />
per il disavanzo<br />
di bilancio dell’ente: «Negli ultimi<br />
anni ho anche fatto a meno<br />
dei 60 milioni di lire che la<br />
Provincia assegnava ogni anno.<br />
Riuscivo a farne a meno<br />
trovando i finanziamenti in<br />
altri modi». Marcato non getta<br />
nemmeno la croce sul suo<br />
successore Marco Galandra,<br />
presidente nell’ultimo anno<br />
di vita dell’Apt quando la sorte<br />
delle Aziende di promozione<br />
turistica erano già segna-<br />
Aziende di promozione<br />
sostituite da nuove<br />
entità pubblico-private La sede dell’Apt in via Filzi: l’Azienda è stata commissariata<br />
straordinari.<br />
Nei giorni scorsi la Provincia<br />
ha proceduto all’incorporamento<br />
nei propri organici<br />
dei dipendenti dell’Apt: sono<br />
sette in tutto, di cui 5 nella sede<br />
di Pavia e 2 a Salice Terme.<br />
Ai sensi della nuova legge<br />
approvata, però, la Regione<br />
dovrà garantire alla Provincia<br />
risorse «non inferiori<br />
ai costi complessivamente sostenuti<br />
dalle Apt per il personale<br />
e per la gestione degli uffici,<br />
sulla base delle risultanze<br />
dell’ultimo esercizio precedente<br />
lo scioglimento».<br />
L’attuale sede dell’Apt, in<br />
via Fabio Filzi, ospiterà invece<br />
gli uffici dell’assessorato<br />
te: «Se la Regione non dà soldi<br />
la conseguenza è quella.<br />
Fossi stato al posto suo, però,<br />
avrei minacciato le dimissioni,<br />
come ho fatto io più volte<br />
per riuscire ad avere un po’<br />
di finanziamenti».<br />
E Galandra? «Io l’ho detto<br />
subito, appena arrivato, che<br />
non c’erano fondi — risponde<br />
— e quindi sia ben chiaro: io<br />
non mi ritengo minimamente<br />
responsabile del disavanzo<br />
che si è creato. D’altronde nell’ultimo<br />
anno le uniche iniziative<br />
turistiche le abbiamo fatte<br />
grazie a gratuiti patrocini,<br />
perché i rubinetti della Regione<br />
erano stati chiusi». In effetti<br />
il contributo assegnato dal-<br />
provinciale al Turismo. La sede<br />
continuerà a funzionare<br />
come punto di informazione<br />
per i turisti che arrivano a visitare<br />
la città.<br />
Ma torniamo al deficit accumulato,<br />
che è per la precisione<br />
di 163.794,19 euro. La giunta<br />
provinciale, sulla base della<br />
relazione dell’assessore al<br />
turismo nonché vicepresidente<br />
Romano Gandini, ha dovuto<br />
correre ai riparicoprendo<br />
il deficit in attesa di definire<br />
insieme alla Regione come ripianarlo:<br />
142.803 euro verranno<br />
presi dall’avanzo di bilancio<br />
2003 della Provincia, i restanti<br />
20.992 euro arriveranno<br />
dal contributo di 222 mila<br />
la Regione per coprire le spese<br />
fisse (personale, affitto,<br />
utenze, ecc.) è rimasto inalterato<br />
per oltre dieci anni: anzi<br />
dal 1993 è sceso da 920 milioni<br />
di lire a 860 milioni, mentre i<br />
costi come è ovvio continuavano<br />
a salire.<br />
euro dato dalla Regione a copertura<br />
delle spese fisse per<br />
l’ultimo semestre dell’anno.<br />
Di questo fondo regionale<br />
la gran parte verrà utilizzato<br />
appunto per pagare gli stipendi<br />
degli ultimi sei mesi del<br />
2004 con relativi oneri (oltre<br />
160 mila in tutto), gli affitti<br />
passivi, le utenze e le pulizie<br />
(circa 30 mila euro) e altro,<br />
per un importo complessivo<br />
di 201.239 euro.<br />
Per ciascuno dei prossimi<br />
due anni la giunta provinciale<br />
metterà in bilancio il fondo<br />
regionale di 444.462 euro, sotto<br />
la voce «Contributi e trasferimenti<br />
dalla Regione per gestione<br />
ex Apt».<br />
Gli ex presidenti: «Fondi tagliati dalla Regione»<br />
E sullo sfondo ci sono le polemiche dentro Alleanza Nazionale<br />
P. Marcato M. Galandra<br />
Alla Battellieri Colombo una serata con racconti e immagini a cura di Pavia Storica<br />
«Ecco come era Pavia sotto le bombe»<br />
PAVIA. Le immagini in bianco e nero<br />
del Borgo Ticino ricoperto di macerie, di<br />
pavesi scoperti a scavare tra le rovine alla<br />
ricerca dei loro cari dispersi sembrano gli<br />
stessi fotogrammi che arrivano in questi<br />
mesi dagli scenari di guerra internazionali.<br />
Eppure dal 1944, anno in cui Pavia si<br />
piegò sotto i bombardamenti, sono trascorsi<br />
sessant’anni. «Ho rischiato la vita», racconta<br />
Renzo Chiappini, ex partigiano, ex<br />
borghigiano oggi trapiantato a Milano.<br />
«Pensavo — prosegue — di<br />
fare qualcosa di importante<br />
per le generazioni future. Oggi<br />
ho la sensazione di non avere<br />
fatto nulla di buono». In<br />
un clima di ricordi e di nostalgie<br />
per una Pavia che non c’è<br />
più, dove le parole hanno lasciato<br />
posto a qualche minuto<br />
di silenzio in memoria della<br />
strage in Ossezia, si è svolta<br />
alla Battellieri Colombo<br />
una bellissima iniziativa promossa<br />
dal quartiere Pavia<br />
Storica per la rievocazione<br />
del 60º anniversario dei bombardamenti<br />
di Pavia. «Quando<br />
vennero gli aeroplani» —<br />
questo il titolo dato alla serata<br />
— ha catturato l’attenzione<br />
Due immagini<br />
della serata,<br />
alla<br />
Battellieri,<br />
dedicata<br />
al ricordo<br />
delle bombe<br />
sganciate<br />
su Pavia<br />
di tante persone rimaste per<br />
oltre un’ora con gli occhi<br />
sgranati a guardare il succedersi<br />
di diapositive commentate<br />
da Agostino Calvi su<br />
quei giorni tremendi della seconda<br />
guerra mondiale che<br />
costarono la vita a 119 pavesi.<br />
«Bambini, aspettiamo che<br />
passi il Pippo e poi andiamo a<br />
dormire». Le mamme del ’44<br />
parlavano così ai loro figli.<br />
Ma il «Pippo» non era il personaggio<br />
buono di Walt Disney,<br />
bensì l’aeroplano che di notte<br />
sorvolava la città e sganciava<br />
le bombe. «Le sirene, quell’anno,<br />
suonarono 505 volte l’allarme.<br />
Si viveva con la paura<br />
addosso e di notte c’era Pippo<br />
a tenerci svegli», racconta<br />
Calvi. Il primo attacco su Pavia<br />
è in via Colesino: 8 morti.<br />
Poi la zona dei bombardamenti<br />
si sposta per andare a colpire<br />
i ponti. Il primo a cadere, il<br />
4 settembre, è quello della<br />
Ferrovia mentre il Ponte Coperto<br />
e quello dell’Impero subiscono<br />
solo danni irrilevanti.<br />
Si contano 26 morti. Il giorno<br />
seguente viene distrutta la<br />
prima arcata del Ponte dell’Impero<br />
e viene scoperchiato<br />
quello Coperto: 45 morti. Le<br />
diapositive rimandano immagini<br />
che nessun pavese avrebbe<br />
mai voluto vedere: montagne<br />
di macerie accatastate in<br />
via Milazzo, Porta Nuova e<br />
via Maffi distrutte. «Distrutti<br />
i tre ponti si attivò un servizio<br />
di barche per collegare il<br />
Borgo a Pavia — continua<br />
Calvi — ma i tedeschi sequestrarono<br />
le imbarcazioni e le<br />
minarono. Altri morti». A fine<br />
guerra il Genio Militare costruì<br />
una passerella che univa<br />
le rive del fiume: era il simbolo<br />
della vita che torna.<br />
Raffaella Costa<br />
Ma sullo sfondo della vicenda<br />
dell’Apt Pavia c’è anche il<br />
durissimo scontro all’interno<br />
di An, al quale appartengono<br />
sia Marcato, che Galandra,<br />
che l’assessore provinciale<br />
competente per il settore turismo,<br />
Romano Gandini. Tra<br />
Gandini e Marcato non correva<br />
buon sangue, come testimoniò<br />
il burrascoso siluramento<br />
dell’allora presidente<br />
dell’Apt. Marcato fece anche<br />
ricorso al Tar contro la nomina<br />
di Galandra, il quale accettò<br />
quella presidenza pur sapendo<br />
che era un posto scomodo.<br />
E che a nominarlo era<br />
stato Gandini: collega di partito,<br />
ma non di corrente. (l.si.)<br />
Caccia, partenza a metà<br />
E continuano le polemiche<br />
sull’assessore Invernizzi<br />
PAVIA. Pavese e Lomellina dovranno aspettare ancora<br />
sette giorni («riservisti» a parte), ma in Oltrepo si<br />
spara già oggi. Le polemiche sull’avvio della stagione<br />
venatoria, però, non si sono smorzate. A far discutere<br />
è proprio la retromarcia dell’assessore provinciale<br />
Ruggero Invernizzi sull’apertura della caccia in Oltrepo:<br />
all’inizio si era deciso infatti che la stagione sarebbe<br />
stata rinviata al 26 settembre in tutti e cinque gli<br />
ambiti, compresi i due oltrepadani. E questo nonostante<br />
che in Oltrepo non vi siano coltivazioni di riso e<br />
mais, per tutelare le quali era stato deciso il rinvio.<br />
L’assessore ha motivato<br />
la marcia indietro proprio<br />
con il fatto che non sarebbe<br />
stato possibile giustificare<br />
un rinvio per l’Oltrepo. E<br />
quindi le associazioni venatorie,<br />
che avevano già comunicato<br />
ai loro associati lo<br />
slittamento per tutti gli Ambiti<br />
di caccia (Atc) a domenica<br />
26 settembre, si sono trovate<br />
spiazzate. E piuttosto<br />
arrabbiate con Ruggero Invernizzi.<br />
Ma è stata davvero solo<br />
un più accurato esame tecnico<br />
a convincere l’assessorato<br />
all’Agricoltura a cambiare<br />
le date? Non proprio, secondo<br />
i bene informati. Intanto<br />
non è un mistero che<br />
alcuni esponenti della stessa<br />
maggioranza di centrodestra<br />
che governa la Provincia<br />
(vedi il vicepresidente<br />
del Consiglio, Paolino Bertorelli)<br />
abbiano fortemente<br />
criticato la decisione iniziale<br />
di far cominciare anche<br />
l’Oltrepo il 26.<br />
Si vociferava addirittura<br />
del rischio di una clamorosa<br />
protesta degli assessori<br />
oltrepadani, pronti a disertare<br />
la riunione di giunta se<br />
il provvedimento sull’apertura<br />
non fosse stato modificato.<br />
Naturalmente l’opposizione<br />
in Consiglio, tramite il<br />
capogruppo diessino Giancarlo<br />
Mazza, ha colto la palla<br />
al balzo per un affondo a<br />
Invernizzi. «Questo è un assessorato<br />
— ha detto Mazza<br />
— che dimostra grande debolezza<br />
di fronte a pressioni<br />
incrociate. Inoltre non affronta<br />
questioni scottanti<br />
su cui Invernizzi si era preso<br />
impegni precisi. Penso alla<br />
revisione del piano faunistico<br />
provinciale, al regolamento<br />
della caccia al cinghiale<br />
e quello relativo al-<br />
Caccia aperta solo in Oltrepo<br />
Critiche alle decisioni<br />
sull’avvio di stagione<br />
non solo dai politici<br />
l’appostamento fisso per la<br />
fauna minore, senza il quale<br />
sono atti dovuti i rilasci<br />
di nuove concessioni».<br />
Ma sull’assessorato non<br />
sono piovute solo le critiche<br />
dei politici. Anche il nutrito<br />
partito dei cacciatori si era<br />
fatto sentire, eccome. Tra<br />
questi - si racconta - anche<br />
un grande appassionato di<br />
caccia come il sostituto procuratore<br />
della Repubblica<br />
di Voghera, Francesco De<br />
Socio, pronto a impugnare<br />
il fucile il giorno previsto<br />
da calendario per l’apertura<br />
(e cioè oggi). Come molte altre<br />
«doppiette» della zona,<br />
De Socio non capiva quali<br />
potessero essere le motivazioni<br />
del rinvio anche per<br />
l’Oltrepo. Un disappunto, il<br />
suo, che sarebbe stato riassunto<br />
in una battuta sarcastica:<br />
«In Oltrepo il riso c’è<br />
solo in scatola...». (l.si.)<br />
A MIRABELLO<br />
«24 ore di calcetto»: oggi la finalissima<br />
PAVIA. Alle 18 di oggi due<br />
squadre si sfideranno nella finale<br />
della «24 ore di calcetto»,<br />
il torneo organizzato all’oratorio<br />
di Mirabello. Subito dopo<br />
le premiazioni. L’edizione<br />
2004 di questa iniziativa benefica<br />
è stata un successo. I fondi<br />
raccolti verranno destinati<br />
all’Avsi (l’Associazione volontari<br />
servizio inter<strong>nazionale</strong>).<br />
Ieri sera, alle 21, è intervenuto<br />
il vescovo, monsignor Giovanni<br />
Giudici. L’appuntamento<br />
odierno prevede alle 8 la<br />
prima colazione, alle 12 la<br />
Messa, alle 13 il pranzo e alle<br />
18 la finalissima tra le due<br />
squadre risultate migliori. Una fase della «24 ore di calcetto» all’oratorio di Mirabello