Edizione nazionale completa - Kataweb
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6 DOMENICA<br />
19 settembre 2004<br />
IL CAROVITA<br />
IN ITALIA<br />
MILANO. Pioggia di critiche alle parole<br />
di Berlusconi che promette di aumentare<br />
il potere d’acquisto delle famiglie italiane.<br />
Con grande clamore, il governo ha annunciato<br />
che il potere d’acquisto salirà del<br />
2,2% perché i salari aumenteranno più dell’inflazione,<br />
perché i prezzi rimarranno<br />
bloccati e, infine, perchè ci sarà una riduzione<br />
delle tasse. «Purtroppo — dice Enri-<br />
In virtù dell’aumento del<br />
prezzo, hanno fatto guadagnare<br />
al Fisco ben 3 miliardi di<br />
euro. Il resto sono parole vuote,<br />
direi che è un’aspirina con<br />
la quale si cerca di curare un<br />
malato grave».<br />
Si fanno sentire anche le associazioni<br />
dei consumatori.<br />
Per l’Intesa siamo di fronte a<br />
una percentuale «sproporzionata<br />
e ipotetica». «Il potere<br />
d’acquisto delle famiglie — dice<br />
— è stato falcidiato da una<br />
politica economica che ha fatto<br />
crollare i consumi e ha por-<br />
I PREZZI<br />
Intanto Brunetta<br />
ha cambiato idea<br />
ROMA. Ad averci pensato<br />
un modo ci sarebbe stato per<br />
scoprire gli speculatori. E<br />
chissà che qualcuno, più pignolo,<br />
non lo abbia fatto: conservare<br />
i depliant delle offerte<br />
speciali dei supermercati,<br />
quelli che arrivano a casa,<br />
che trovate nella cassetta della<br />
posta. Conservarli, quelli<br />
in lire e quelli di oggi, a tre<br />
anni dall’entrata in vigore<br />
dell’euro, e ora divertirsi a<br />
leggerli per vedere che cosa è<br />
accaduto dei nostri soldi.<br />
Intesa Consumatori un’idea<br />
se l’è fatta: «52 miliardi di<br />
euro ci sono costati gli aumenti,<br />
intascati da qualcuno».<br />
E Guglielmo Epifani, segretario<br />
della Cgil, commentando<br />
l’inflazione (quella ufficiale<br />
dell’Istat) al 2,3%:<br />
«Quando guardo gli aumenti<br />
penso che una parte del Paese<br />
li ha subiti e un’altra parte<br />
si è arricchita».<br />
Ma non tutti lo hanno capito<br />
subito, anzi. Quando, ormai<br />
un anno fa, i giornali iniziarono<br />
a raccontare l’Italia<br />
che si impoveriva, il ceto medio<br />
che si affacciava alla soglia<br />
della povertà, la difficoltà<br />
di «raggiungere la fine<br />
del mese», Renato Brunetta,<br />
europarlamentare di Forza<br />
Italia e da quest’estate consigliere<br />
economico di Silvio<br />
Berlusconi a Palazzo Chigi,<br />
convocò una conferenza stampa.<br />
Diagrammi alla mano dimostrò<br />
che il caro prezzi era<br />
un’invenzione del centrosinistra<br />
e dei giornalisti, che i dati<br />
Istat dimostravano il contrario.<br />
Una settimana fa Brunetta<br />
ha cambiato idea. E ha invitato<br />
il governo a intervenire.<br />
«L’autunno deve essere la stagione<br />
dei prezzi all’ingiù, e<br />
non prezzi stazionari, nemmeno<br />
all’insù. Il presidente Berlusconi<br />
ha detto che lo farà».<br />
Poi venerdì si è scoperto che<br />
non si erano capiti fino in fondo<br />
e che il governo ha puntato<br />
a lasciarli «stazionari». Ma<br />
c’è chi qualcosa in questi mesi<br />
lo ha fatto davvero: gli italiani.<br />
Hanno imparato a fare i<br />
conti con gli aumenti, a leggere<br />
le etichette, hanno impara-<br />
VENEZIA. Boom di debiti<br />
per le famiglie italiane. A fine<br />
marzo 2004, secondo una ricerca<br />
della Cgia di Mestre,<br />
ogni famiglia doveva in media<br />
alle banche 10.984 euro<br />
con un aumento dell’11,6% rispetto<br />
allo stesso periodo del<br />
2003. E l’importo dei debiti risulta<br />
più «pesante», anche a<br />
causa del maggiore ricorso ai<br />
mutui per l’acquisto di case,<br />
nelle zone nelle quali i redditi<br />
sono più alti. Così, segnala la<br />
Cgia, la città che registra il livello<br />
più alto di indebitamento<br />
medio è Bolzano con 19.451<br />
euro (quasi il doppio della media<br />
<strong>nazionale</strong>), prima anche<br />
per percentuale di aumento<br />
del debito rispetto all’anno<br />
precedente (+25,7%) mentre<br />
La spesa annua delle famiglie<br />
Fonte: Codacons<br />
Trasporti<br />
Abitazione<br />
Consumi alimentari<br />
Mobili e servizi per la casa<br />
Abbigliamento e calzature<br />
Sanità e salute<br />
Alberghi, ristoranti, bar, pubbl. esercizi<br />
Servizi bancari<br />
Ricreazione e tempo libero<br />
Bevande e tabacchi<br />
Rc auto<br />
Gas<br />
Elettricità<br />
Scuola e istruzione<br />
Costi al<br />
31/07/2003<br />
4.000<br />
6.000<br />
4.811<br />
2.000<br />
1.800<br />
1.350<br />
1.400<br />
450<br />
1.400<br />
700<br />
750<br />
700<br />
300<br />
400<br />
ATTUALITA’<br />
10,5<br />
3,4<br />
4,1<br />
7,2<br />
7,9<br />
10,4<br />
5,7<br />
15,8<br />
3,9<br />
6,7<br />
6,2<br />
4,2<br />
4,3<br />
24<br />
204<br />
197<br />
144<br />
142<br />
139<br />
4.420<br />
6.204<br />
5.008<br />
2.144<br />
1.942<br />
1.489<br />
1.480<br />
521<br />
1.455<br />
747<br />
796<br />
730<br />
313<br />
424<br />
TOTALE 26.061 6,2 1.612 27.673<br />
Var.<br />
%<br />
Aumenti<br />
in euro<br />
80<br />
71<br />
55<br />
47<br />
46<br />
30<br />
13<br />
6<br />
420<br />
Nuova spesa<br />
al 31/07/2004<br />
I consumi<br />
Come sono cambiate le abitudini degli italiani dal 2001 ad oggi,<br />
secondo un'indagine effettuata a campione su 500 famiglie<br />
Ha modificato le sue abitudini di acquisto? Ritiene che nei prossimi mesi i prezzi in Italia<br />
possano subire un arresto o una riduzione?<br />
No<br />
9%<br />
Calzature -40%<br />
Gioielli<br />
-40%<br />
Viaggi all'estero -35%<br />
Viaggi in Italia -30%<br />
Libri<br />
-27%<br />
Cd<br />
-25%<br />
Abbigliamento<br />
-20%<br />
Cene al ristorante<br />
-20%<br />
Cinema<br />
-19%<br />
Arredamento casa<br />
-16%<br />
Sì<br />
91%<br />
Le categorie di acquisto in cui nel 2004 ha<br />
rinunciato di più a causa del carovita?<br />
No<br />
72%<br />
Sì<br />
13%<br />
Se il carovita dovesse aumentare, per quali<br />
settori ridurrebbe gli acquisti nel 2005?<br />
Prodotti hi-tech<br />
Viaggi<br />
Ristoranti e alberghi<br />
Abbigliamento<br />
Divertimenti e svago<br />
Altro<br />
5%<br />
la Provincia<br />
PAVESE<br />
Più soldi ai consumatori? Il solito bluff<br />
Critiche alla promessa di Berlusconi: abbassi le tasse sulla benzina<br />
di Gigi Furini<br />
tato a un forte indebitamento<br />
delle famiglie». I consumatori<br />
chiedono «interventi più incisivi»<br />
per contenere prezzi e tariffe,<br />
a partire dall’abbattimento<br />
delle accise (le accise,<br />
cioè l’imposta di fabbricazione<br />
sui carburanti, sono stabilite<br />
in percentuale fissa sul<br />
prezzo netto. Aumentando il<br />
prezzo netto in virtù del rincaro<br />
del petrolio, il Fisco viene<br />
ad incassare di più).<br />
I consumatori, comunque,<br />
non si accontentano dei prezzi<br />
«congelati» perchè dicono<br />
co Letta, responsabile economico della<br />
Margherita — si tratta di un’altra cifra<br />
dei sogni». Letta spiega che l’aumento del<br />
potere d’acquisto è fatto da una serie di<br />
componenti, primo fra tutti un aumento<br />
spontaneo dei consumi. «Invece non è così<br />
— dice l’ex ministro — e i problemi sono<br />
ben altri. Il governo cominci intanto a restituire<br />
le accise sulla benzina».<br />
Il ministro Siniscalco<br />
«Le banche riducano<br />
le spese ai clienti» Silvio Berlusconi è convinto, i prezzi sono in fase calante<br />
che i prezzi di certi prodotti<br />
stavano già diminuendo. E<br />
questo fa arrabbiare il ministro<br />
Marzano. «Prima parlavano<br />
di prezzi iperbolici — dice<br />
— e adesso dicono che, in<br />
realtà, i prezzi stavano già calando.<br />
Si mettano d’accordo.<br />
«In realtà — continua il ministro<br />
— il calo dei prezzi si stava<br />
verificando, ma non era<br />
un fenomeno diffuso. Ora c’è<br />
un accordo importante che<br />
garantisce che non ci saranno<br />
aumenti. Poi, se ci saranno<br />
riduzioni sarà ancora me-<br />
Rincari, un salasso da 52 miliardi<br />
Intesa Consumatori: c’è chi li ha subìti e chi si è arricchito<br />
Gli italiani hanno imparato a risparmiare e a rinunciare<br />
to nuove parole, come «filiera»<br />
(che poi sarebbe un brutto<br />
modo di indicare il passaggio<br />
dal produttore al consumatore).<br />
Hanno imparato a risparmiare<br />
e, soprattutto, a rinunciare.<br />
Rinunciare a tutto ciò che<br />
un tempo arricchiva la vita e<br />
che oggi non ci si può più permettere.<br />
Dal cinema al teatro,<br />
ai libri, ai cd, al frigorifero<br />
nuovo, ad andare al ristorante<br />
o solo in pizzeria, o anche<br />
in vacanza. Cinquecento<br />
famiglie aderenti a Intesaconsumatori<br />
hanno risposto a un<br />
questionario sulle loro abitudini.<br />
Ritenete di averle modificate<br />
dal 2001 ad oggi? «Sì, in<br />
peggio», ha risposto l’85% delle<br />
persone. Se nel 2005 la situazione<br />
del caro-vita dovesse<br />
aggravarsi a cosa rinuncerebbe?<br />
Ai prodotti tecnologici,<br />
risponde il 32% delle famiglie,<br />
ai viaggi (20%), ad alberghi<br />
e ristoranti.<br />
Intanto l’Ismea rileva che<br />
sono diminuiti del 3,3% i consumi<br />
di alimenti. Con un eufemismo<br />
si potrebbe dire che<br />
IL CREDITO<br />
Secondo la Cgia<br />
in un anno +11,6%<br />
l’ultima per importo medio<br />
del debito risulta Vibo Valentia<br />
(4.633 euro) che comunque<br />
registra un incremento dei sospesi<br />
bancari del 20,6% rispetto<br />
all’anno precedente. Bolzano<br />
è seguita per importo di debiti<br />
bancari da Milano (16.478<br />
euro, +13,7%), da Rimini<br />
(15.731 euro, +12,7%) e da<br />
Trento (15.294 euro, +12,7%)<br />
mentre per l’incremento sui<br />
debiti è tallonata da Crotone<br />
(6.037 euro medi ma con un<br />
gli italiani sono a dieta. Andando<br />
a dare un’occhiata alle<br />
mense sociali, nei centri di accoglienza,<br />
forse si farebbero<br />
scoperte interessanti, meno<br />
eufemistiche. «Stanno nascendo<br />
ovunque i Gas, i Gruppi di<br />
acquisto solidale — spiega<br />
Elio Lannutti, presidente<br />
Adusbef — nelle parrocchie<br />
nei circoli. Comprare in mille<br />
per strappare un prezzo migliore».<br />
Non su televisori o cellulari,<br />
ma sull’uva, le patate, le<br />
zucchine. O magari, se si è<br />
fortunati, sulla carne. Dopo<br />
tre anni dall’introduzione dell’euro,<br />
dopo che gli aumenti<br />
dei prezzi in alcuni settori sono<br />
stati ben oltre il 100%, il<br />
governo ha scelto la strada di<br />
un accordo con la grande distribuzione.<br />
Annunciato in<br />
pompa magna venerdì prevede<br />
che in tutti i supermercati<br />
e ipermercati d’Italia, i prezzi<br />
non verranno alzati fino al 31<br />
dicembre. Ma attenzione, quali<br />
prezzi? Quelli dei prodotti a<br />
marchio proprio.<br />
(Alessandro Cecioni)<br />
glio».<br />
Critiche all’accordo vengono<br />
anche dai sindacati. «Le indicazioni<br />
di Berlusconi sono<br />
solo illusioni — dice il segretario<br />
della Cgil, Epifani — e<br />
per fare aumentare il reddito<br />
dei cittadini bisogna fare esat-<br />
Crescono i debiti delle famiglie<br />
La media <strong>nazionale</strong> è 11 mila euro, record a Bolzano<br />
+22,5%). La città più prudente,<br />
Vibo Valentia (4.633 euro)<br />
è preceduta da Avellino (4.701<br />
euro) e da Isernia (4.835 euro).<br />
Questa classifica che descrive<br />
la complessa relazione<br />
tra le famiglie italiane e gli<br />
istituti di credito (basata su<br />
un’elaborazione di dati dell’Istat<br />
e della Banca d’Italia), annovera<br />
tra le primissime posizioni<br />
molte province del «profondo<br />
Nord» come Lodi (5/o<br />
posto con 14.776 euro), Mode-<br />
na (8/o posto con 14.331 euro),<br />
Treviso (9/0 posto con 14.235<br />
euro), Reggio Emilia (10/o posto<br />
con 14.108 euro di debito<br />
medio familiare). Classifica<br />
dettagliata che diventa ancor<br />
più significativa quando si osservano<br />
le situazioni regionali.<br />
E così a conferma del podio<br />
delle graduatorie provinciali,<br />
a condurre le fila è il Trentino<br />
Alto Adige con una media<br />
di 17.262 euro di impieghi per<br />
tamente il contrario di quanto<br />
fatto dal governo finora. Bisogna<br />
agire sulle tariffe e fare<br />
un’operazione sul fisco che<br />
premi i redditi medio-bassi».<br />
«E’ solo un annuncio a effetto<br />
— dice Pierluigi Bersani, responsabile<br />
economico dei Ds<br />
— e invece bisogna preoccuparsi<br />
dei prezzi che si muovono,<br />
a cominciare dai libri di<br />
testo e dalla benzina». «E’ un<br />
accordo inaccettabile e noi ci<br />
metteremo di traverso — spiega<br />
Marco Venturi, presidente<br />
della Confesercenti —. Questo<br />
è un regalo che il governo<br />
fa alla grande distribuzione».<br />
Per il governo parla il ministro<br />
Siniscalco. Dice che non<br />
solo negozi e supermercati<br />
vanno coinvolti nell’accordo,<br />
ma anche le banche devono<br />
fare la loro parte. Spiega che<br />
dovrebbero diminuire i costi<br />
applicati ai conti correnti, ma<br />
anche l’accesso ai finaziamenti<br />
dovrebbe essere più facile.<br />
Penalizzati dalla distribuzione i prodotti agricoli<br />
Una miseria al contadino<br />
A peso d’oro al mercato<br />
ROMA. Ve lo ricordate il caso della «zucchina d’oro»? Era<br />
l’ortaggio che più di ogni altro era aumentato nei primi mesi<br />
dell’euro. Colpa del tempo inclemente, dicevano. In questi<br />
giorni lo zucchino torna alla ribalta, ma ha cambiato<br />
panni. Ora è il Robin Hood dei consumatori, il simbolo della<br />
speculazione. Un chilo di zucchine viene pagato agli agricoltori<br />
30 centesimi, voi lo ritrovate sul banco dei supermercati<br />
a 1 euro e mezzo. Aumento secco del 400%. «Sarebbe<br />
ora che sulle etichette dei prodotti ortofrutticoli venisse<br />
scritta la verità, che si sapesse qual era il prezzo alla produzione.<br />
Così i consumatori saprebbero a chi devono dire grazie»,<br />
dicono le associazioni consumatori. Già, perché l’agricoltura<br />
è al centro di manovre che sfuggono ad ogni controllo.<br />
Lo denunciano tutte le associazioni di categoria. Intanto<br />
c’è una crisi dei consumi, tanto forte che domani, in un<br />
campo vicino ad Avezzano, in Abruzzo, ci sarà una clamorosa<br />
protesta: gli aderenti alla Confederazione italiana agricoltori<br />
seppelliranno le loro produzioni tipiche. «Perché a<br />
questi prezzi e con questa crisi di consumi muore l’agricoltura<br />
di qualità».<br />
Crisi di consumi significa prezzi più bassi, è una regola<br />
del mercato. Ma non del mercato ortofrutticolo. «Il mondo<br />
agricolo — dice Augusto Bocchini, presidente della Confagricoltura<br />
— si attende un grazie dai consumatori». Perché?<br />
«Perché il settore sta spuntando i prezzi più bassi da<br />
anni a questa parte». Vediamo. «La lattuga a luglio è stata<br />
pagata ai produttori il 142% in meno rispetto allo scorso anno»,<br />
dice ancora Confagricoltura. I fagiolini il 137,7% in meno,<br />
le pesche nettarine il 116,2% in meno. Ce ne siamo accorti?<br />
Potevamo accorgercene?<br />
famiglia, seguito dalla Lombardia<br />
(14.350 euro), dall’Emilia<br />
Romagna (13.248 euro),<br />
dal Lazio (con 12.957 euro di<br />
indebitamento medio per famiglia)<br />
e dal Veneto (12.866<br />
euro). Questo il panorama aggiornato<br />
al 31 marzo 2004 con<br />
il Molise fanalino di coda<br />
(5.774 euro), penultima la Calabria<br />
(5.853 euro), e terzultima<br />
la Basilicata con 5.936 euro.<br />
Cifre che corrispondono<br />
praticamente alla metà della<br />
10%<br />
Non so<br />
15%<br />
20%<br />
18%<br />
15%<br />
32%<br />
Fonte: Codacons, Adusbef, Federconsumatori, Adoc<br />
media <strong>nazionale</strong> regionale,<br />
quantificata dalla Cgia di Mestre<br />
in 10.984 euro (+ 11,6%<br />
rispetto al 2003). «Indubbiamente<br />
— commenta Giuseppe<br />
Bortolussi segretario della<br />
Cgia di Mestre — l’aumento<br />
dell’indebitamento medio delle<br />
famiglie italiane è dovuto<br />
alla situazione di difficoltà<br />
economica che sta vivendo il<br />
Paese. Ma visto che gli aumenti<br />
maggiori si sono registrati<br />
soprattutto nelle aree<br />
più dinamiche del paese non<br />
va nemmeno dimenticato che<br />
negli ultimi tempi i risparmi<br />
sono stati dirottati sugli acquisti<br />
immobiliari che mai come<br />
in questo periodo sono stati<br />
così convenienti visti i tassi<br />
di interesse così bassi».