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di Letizia Chilelli - Campo de'fiori

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Al teatro Manzoni <strong>di</strong> Roma è stata<br />

messa in scena questa comme<strong>di</strong>a<br />

agro-dolce <strong>di</strong> Ray Cooney e Gene<br />

Stone, con protagonisti Pietro Longhi<br />

e Michela Andreozzi<br />

Ray Cooney, autore <strong>di</strong> comme<strong>di</strong>e <strong>di</strong> grande<br />

successo come “Taxi a due piazze”, “Se devi<br />

<strong>di</strong>re una bugia <strong>di</strong>lla grossa” e “Il letto ovale”,<br />

non si smentisce neanche stavolta, in questo<br />

nuovo e delizioso lavoro mai rappresentato in<br />

Italia, scritto insieme a Gene Stone. La vicenda<br />

si apre con l’immagine <strong>di</strong> Giorgio, interpretato<br />

da Pietro Longhi, modesto impiegato<br />

statale, <strong>di</strong>vorziato e circondato da un tranquillizzante<br />

ma, anche morboso affetto <strong>di</strong><br />

madre e sorella che, continuamente, ad orari<br />

cadenzati lo assillano <strong>di</strong> telefonate.<br />

In questa sua monotona routine, piomba,<br />

all’improvviso, dal piano <strong>di</strong> sopra, Luisa,<br />

interpretata da Michela Andreozzi, spregiu<strong>di</strong>cata,<br />

anticonformista, no global, e con una<br />

particolarità…è incinta, esattamente all’ultimo<br />

mese <strong>di</strong> gestazione. L’incontro è, in realtà,<br />

una sorta <strong>di</strong> comico “corto circuito”, velato,<br />

talvolta, anche da una vena malinconica,<br />

perché Giorgio verrà letteralmente investito<br />

da problematiche a lui finora ancora sconosciute.<br />

Lui, uomo tutto d’un pezzo, serio, mai propenso<br />

all’ilarità ed anche un po’ rigido nelle<br />

sue idee, da una parte, e dall’altra Luisa,<br />

sboccata, trasandata e vivace a stravolgere<br />

la normale e anonima quoti<strong>di</strong>anità <strong>di</strong> lui. Ben<br />

presto si presenterà in casa <strong>di</strong> Giorgio anche<br />

un amico <strong>di</strong> lei del piano <strong>di</strong> sopra, un ingombrante<br />

palestrato “coatto” interpretato da<br />

Fabio Avaro.<br />

Fra litigi e battibecchi arriva il momento della<br />

nascita del bimbo, che fra ansia e senso <strong>di</strong><br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori 11<br />

Perchè non rimani a colazione ?<br />

impotenza <strong>di</strong> Giorgio, nascerà in casa. Da lì è<br />

come se il nostro protagonista si sentisse<br />

moralmente chiamato in causa come padre.<br />

Lui stravolgerà tutte le sue abitu<strong>di</strong>ni e non<br />

solo, nell’accu<strong>di</strong>re, dar da mangiare e far giocare<br />

il piccolo. E’ come se questa creaturina,<br />

con il tempo, oltre che quasi figlio, fosse l’anello<br />

<strong>di</strong> congiunzione tra Giorgio e Luisa.<br />

Perché nel frattempo l’uomo, quasi senza<br />

rendersene conto, ha mutato i suoi senti-<br />

Loredana Filoni insieme ai tre attori<br />

menti nei confronti della donna. A questo<br />

punto scatta la paura: paura dell’ignoto,<br />

paura <strong>di</strong> “farsi male” nuovamente (non<br />

<strong>di</strong>mentichiamo che Giorgio è reduce da un<br />

<strong>di</strong>vorzio), paura della <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> età che fra<br />

<strong>di</strong> Loredana Filoni<br />

i due è notevole, al punto tale che Giorgio<br />

quasi “costringe” Luisa a rifrequentare i vecchi<br />

amici, come se temesse un continuo e<br />

crudele confronto, nel quale ha il terrore all’idea<br />

<strong>di</strong> uscire sconfitto. Sussiste anche un<br />

timore nel troncare questo assillante rapporto<br />

telefonico con la sorella, della quale è succube<br />

ed anche intimorito.<br />

Alla fine, a fatica, con il superamento <strong>di</strong> mille<br />

dubbi ed incertezze, la nostra protagonista<br />

non solo si fermerà a “svariate colazioni” ma<br />

anche a pranzi e cene … illimitate.<br />

La comme<strong>di</strong>a, a concluso la stagione del<br />

Manzoni. I tre protagonisti hanno saputo trasporre<br />

perfettamente le caratteristiche dei<br />

singoli personaggi. Bravo, fine e <strong>di</strong>sinvolto,<br />

come sempre, Pietro Longhi che ha saputo<br />

calarsi egregiamente nel ruolo <strong>di</strong> questo<br />

impiegato poco incline alle novità ed agli<br />

slanci della vita. Inoltre va ricordato che<br />

Pietro Longhi è anche il <strong>di</strong>rettore artistico del<br />

teatro Manzoni dal 1991, che sa gestire<br />

magistralmente anno dopo anno, con spettacoli<br />

sempre nuovi. Lo <strong>di</strong>mostra il crescente<br />

successo ed incremento <strong>di</strong> pubblico e abbonamenti<br />

che ha avuto il Manzoni in questi<br />

anni.<br />

Una nota <strong>di</strong> elogio alla spumeggiante e bella<br />

Michela Andreozzi, che io personalmente non<br />

conoscevo. Ha saputo rendere appieno questo<br />

suo personaggio trasgressivo e fuori dagli<br />

schemi, aggiungendo al tutto una parlata<br />

romanesca, da rendercela simpatica a tal<br />

punto da “tifare” per lei.<br />

Una lode a parte merita Fabio Avaro il “coattone”.<br />

Ha saputo farmi davvero ridere, mi<br />

mando, parlando e rappresentando una<br />

parte <strong>di</strong> gioventù che vuole sembrare tutto e<br />

l’opposto <strong>di</strong> tutto, manifestando però, in<br />

fondo, una sorta <strong>di</strong> sensibilità anch’essa.<br />

Via della Repubblica, 6<br />

Civita Castellana (VT)<br />

Tel e Fax<br />

0761.51.32.17<br />

e-mail:<br />

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