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Fisica per Farmacia–Pia Astone - INFN Sezione di Roma

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quando è a metà dell’altezza massima (si trascuri la resistenza dell’aria). Soluzione<br />

Più avanti vedremo che si può svolgere anche con il bilancio energetico.<br />

Piano inclinato<br />

(a) Piano inclinato senza attrito. Importante una scelta semplice e sensata<br />

degli assi. Pren<strong>di</strong>amo x parallelo al piano e y ovviamente ortogonale al<br />

piano. Equilibrio su y, moto unif. accel. su x, con a = m g sin(α), dove<br />

α è l’ angolo formato dal piano inclinato con l’orizzontale.<br />

“Situazioni limite: θ = 0 (accelerazione nulla) e θ = π/2 (accelerazione pari<br />

a g) Fate, esercizio sul piano inclinato (pag. 124 Serway): un bambino<br />

trattiene ferma una slitta che pesa 77 N su un pen<strong>di</strong>o privo <strong>di</strong> attrito<br />

(ghiacciato, il bambino ha scarpe chiodate), che forma un angolo <strong>di</strong> α =<br />

30 o con l’ orizzontale. Calcolare a) il modulo della forza che il bambino<br />

deve esercitare sulla fune, b) il modulo della forza che il piano inclinato<br />

esercita sulla slitta. Sol: a) all’ equilibrio (slitta ferma) Fb = (ms g) sinα=<br />

77× sin α= 77 × 0.5=38.5 N; b) Fp = (ms g) cosα= 77× cosα= 77 ×<br />

0.86=66.7 N;<br />

(b) Piano inclinato con attrito: situazione <strong>di</strong>namica e situazione statica.<br />

Nella situazione <strong>di</strong>namica un corpo sul piano scivola verso il basso con<br />

accel. minore della situazione in cui non c’ è attrito: a = g sin(α) −<br />

µDg cos(α). Siamo nella situazione in cui la gravità lo fa scivolare verso il<br />

basso e l’ attrito tende a frenare questo moto verso il basso. Le 2 accelerazioni<br />

hanno segno opposto fra loro !<br />

Invece a = −(g sin(θ)+µD g cos(θ) nel caso in cui la massa stia salendo sul<br />

piano (<strong>per</strong>chè è stata spinta). Il corpo sale <strong>per</strong> un certo tratto, rallentato<br />

finchè non si ferma, sia dalla forza <strong>di</strong> gravità che dall’ attrito. Notiamo<br />

dunque che le forze <strong>di</strong> gravità e attrito, in questa situazione, ostacolano<br />

entrambe il moto e <strong>per</strong>tanto hanno lo stesso segno. Se non ci fosse attrito<br />

il corpo salirebbe <strong>di</strong> più. Stu<strong>di</strong>amo ora il caso <strong>di</strong> equilibrio: calcolo <strong>di</strong><br />

tanθS = µs e <strong>di</strong> tanθD = µD (angolo tale che il corpo continui a muoversi<br />

con v=costante, ossia a = 0).<br />

Mostrato in classe, con un “piano inclinato” fatto con una scatola (vuota,<br />

<strong>di</strong> cioccolatini) e un pesetto (scatoletta <strong>di</strong> palline). Ve<strong>di</strong>amo che, <strong>per</strong><br />

inclinazioni basse, il pesetto non scivola. Da una certa inclinazione in poi<br />

scivola. Se aggiungiamo un panno fatto <strong>di</strong> materiale tale che l’ attrito<br />

con la scatola sia maggiore <strong>di</strong> quello del solo vetro del pesetto usato, notiamo<br />

una grande <strong>di</strong>fferenza nella inclinazione minima del piano. Possiamo<br />

anche calcolare µS, inclinando il piano alla massima inclinazione possibile<br />

senza che il pesetto scivoli e misurando, con il metro, i due cateti<br />

del triangolo rettangolo formato dal piano con la cattedra (µD = ly/lx).<br />

Lo facciamo con l’ aiuto <strong>di</strong> uno studente e una studentessa e misuriamo:<br />

ipotenusa = 40 cm, ly = 17 cm e lx = 36 cm. Dunque l’ ipotenusa non<br />

la usiamo. Troviamo µD = ly/lx = 0.47, che significa un angolo <strong>di</strong> circa<br />

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