Sanità, Fitto boccia il Molise e impugna la legge ... - sito in costruzione

NUOVO oggi MOLISE
Sabato 24 Aprile 2010
MONTECILFONE - I festeggiamenti
in onore di
San Giorgio Martire
quest’anno sono più che mai
solenni. Dopo la festa religiosa
del Santo cavaliere
che sconfisse il drago, la
giornata odierna sarà dedicata
alla memoria di illustri
concittadini: i cavalieri
olimpionici D’Inzeo.
La singolare iniziativa
per ricordare questi stimati
protagonisti del Novecento
italiano. L’amministrazione
comunale, con il patrocinio
della presidenza della Giunta
regionale del Molise e
della Provincia di Campobasso,
conferirà la cittadinanza
onoraria ai cavalieri
della Repubblica Italiana
Piero e Raimondo D’Inzeo,
figli di Carlo Costante
ufficiale dell’Arma dei
Carabinieri del reparto cavalleria,
nato a Montecilfone
il 31 dicembre 1892.
Su proposta del sindaco
Franco Pallotta, della
BASSO MOLISE
Giunta e del presidente del
consiglio professoressa
Fernanda Pugliese, il
Consiglio comunale di Montecilfone,
riunito in seduta
straordinaria, delibererà
per conferire ai cavalieri l’onorificenza
per i meriti acquisiti,
per aver onorato la
Repubblica italiana, e per
avere conseguentemente
elevato il nome del paese
d’origine nei quattro angoli
del Globo. I fratelli D’Inzeo
saranno dunque ospiti a
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Montecilfone - Protagonisti del Novecento
Cittadinanza onoraria
ai Cavalieri D’Inzeo
Oggi la solenne cerimonia
Montecilfone in occasione
della festa di San Giorgio,
Patrono dei Cavalieri e di
Montecilfone. Qui, su iniziativa
della loro congiunta
Silvana Giampaolo D’Inzeo
per parte di madre, incontreranno
parenti e familiari
convenuti da ogni per
prendere parte alla cerimonia
e alla grande riunione
familiare, rinsaldando nel
contempo i rapporti, i vincoli
e l’identità d’origine, nel
paese e nella casa degli avi.
Celebrazioni in onore della Madonna dell’Incoronata a Santa Croce di Magliano
«U luteme sabete d’aprile»
Si rinnova la tradizionale benedizione degli animali
SANTA CROCE DI MA-
GLIANO - Chi ama in
modo viscerale i cavalli, è
devoto alla Madonna
dell’Incoronata, e prova
piacere a esibirsi sul proprio
destriero, con aria sognante
e fare da spaccone,
non può sottrarsi a vivere
in prima persona, a Santa
Croce, la Benedizione degli
animali de «U luteme sabbete
d’aprile».
Questa festività, in onore
della Madonna dell’Incoronata,
alla cui celebrazione
religiosa si innesta la benedizione
degli animali, è sicuramente
una delle feste
popolari più belle e originali
della storia di Santa Croce.
Molti sono gli studiosi e
appassionati che si sono cimentati
nella ricostruzione
delle sue origini. L’ipotesi
più accreditata vuole che
sia la risultante di due feste
in distinti momenti: la
celebrazione della Madonna
dell’Incoronata, legata a
quella venerata al santuario
di Foggia, e la benedizione
degli animali che una
volta avveniva il diciassette
gennaio.
OGGI SPOSI
Sandro
e Francesca
ALLE ore 11, nella chiesa di
San Francesco d’Assisi a
Termoli, Sandro Benenati
e Francesca Capecce pronunceranno
il fatidico sì, coronando
il grande sogno per
cui hanno tanto lottato. Infiniti
auguri di vero cuore
dai vostri più cari amici.
Dopo aver officiato una
Santa Messa in onore della
Madonna, il parroco si porta
davanti al piazzale antistante
la chiesa di San
Giacomo dove attende che
arrivino gli animali per benedirli.
I proprietari delle
varie masserie, e non solo,
dopo un faticoso lavoro di
preparazione, conducono i
loro animali: mucche, pecore,
capre, asini, muli, cavalli,
giumente, puledri,
stalloni e cani, davanti alla
Chiesa, e solo dopo aver
compiuto tre giri intorno
ad essa, ricevono la benedizione.
Ed è lungo questo
tragitto che il pubblico,
sempre numeroso ed appassionato,
può ammirare,
a tratti anche con stupore,
la bellezza degli animali
nei loro colori, nelle loro
sembianze, nei loro armonici
movimenti, nei loro -
non sempre piacevoli - odori,
senza escludere per gli
occhi più fini quelle conturbanti
ombre che i loro corpi
proiettano sull’asfalto
quando capita che la mattinata
è scandita dai raggi
del sole. I proprietari abbi-
gliati a festa, conducono
con orgoglio i loro animali
in bella mostra a colpi di
frusta ("i sagliocche") e, per
chi cavalca, a colpi di speroni,
in una sorta di competizione
palpabile che aleggia
nell’aria. Molti di loro
poi non mancano di portare
a tracolla una lunga treccia
di cacio che alla fine sarà
distribuita a piccoli pezzi
tra parenti ed amici.
I tre giri che vengono fatti
intorno alla Chiesa sono
probabilmente riconducibili
a quelli che un tempo faceva
la compagnia santacrocese
di pellegrini, la sera
dell’ultimo venerdì di aprile,
quando ritornava dal
viaggio a piedi al santuario
della Madonna di Volturara;
per gli animali è da associare,
probabilmente, ai
tre giri che le compagnie
della transumanza, nel loro
viaggio dalle Puglie al Molise,
appena giunti a Santa
Croce, facevano prima di
continuare il loro lungo
cammino. Dopo la benedizione,
prima di dare corso
alla processione, compare
la figura dello "Scarciacap-
pe", misterioso personaggio
col volto coperto, vestito
di stracci che guida
due buoi aggiogati, la cui
figura sembra si debba
far risalire a quella di un
popolano di soprannome
Strazzacappa che nel
1001 vide apparire la
Vergine nel santuario di
Foggia. Il programma di
oggi: alle 9.30 Santa
Messa officiata dal parroco
Don Angelo nella
Chiesa Madre, alle ore
10,30 la Benedizione degli
animali, a seguire la
Processione. Durante la
stessa giornata si snoderanno:
il Seminario-laboratorio:
«L’organetto nella
Puglia centro-meridionale,
dall’aspetto socio -
culturale a quello organologico»
a cura di Massimiliano
Morabito (Sala
Consiliare del Comune
alle 9.30); il Seminariolaboratorio
sui tamburi a
cornice, ritmi dal sud del
mondo, a cura di Davide
Conte (Azienda Paladino
alle ore 15.15); Ensamble
di organetto e tamburello
a cura di Davide
Conte e Massimiliano
Morabito (Azienda Paladino
ore 17) e sempre
nell’Azienda Paladino, al
quale è andato recentemente
un importante riconoscimento
nazionale
per la treccia di Santa
Croce, a partire dalla
mattinata e nel corso
dell’intera giornata ci saranno
diversi eventi tra
cui l’illustrazione (ore
17) del metodo realizzazione
della Treccia, con
degustazione guidata dei
prodotti tipici locali con
personale esperto.
Antonio Petruccelli
I fratelli D’Inzeo, nipoti di
Pasquale D’Inzeo, 33esimo
sindaco di Montecilfone
sotto il Regno d’Italia dal
1896 al 1902, hanno ereditato
dal padre la passione
per i cavalli tanto da diventare,
ben presto, tra i più
noti ed illustri cavalieri del
mondo. La notorietà dei
D’Inzeo, la loro origine arbereshe,
l’attaccamento ai
valori della patria e per la
quale hanno gareggiato e
vinto, costituiscono un motivo
di orgoglio per la Regione
Molise di cui sono originari,
in modo particolare per il
Comune di Montecilfone che
può ritenersi orgoglioso di
annoverare tali grandi concittadini.
La figura di Carlo
Costante D’Inzeo e dei suoi
figli Piero e Raimondo sarà
ricordata nella stessa circostanza
attraverso l’apposizione
di un bassorilievo
commemorativo dello scultore
Ettore Altieri, sul
prospetto della casa natale
situata a Montecilfone in
piazza Skanderbeg. La cerimonia
sarà presieduta dalle
autorità locali civili e religiose,
militari, regionali e
provinciali. I fratelli D’Inzeo
due volte campioni del mondo,
numerosissime altre volte
campioni d’Europa e delle
Nazioni, hanno raggiunto le
alte vette delle Olimpiadi di
Roma nel 1960 classificandosi,
rispettivamente: Raimondo
al 1˚ e Piero al 2˚ posto.
Colonnello dell’Arma
dei Carabinieri, Raimondo
D’Inzeo è considerato più di
un campione olimpionico
avendo al suo attivo un medagliere
straordinario, per
aver partecipato e vinto oro,
argento e bronzo in 8 olimpiadi
dove ha ottenuto 2
medaglie d’argento e 1 d’oro,
4 campionati del mondo,
98 coppe delle nazioni. Una
carriera straordinaria conclusa
con l’onore di sventolare
il Tricolore italiano durante
la cerimonia di apertura
delle Olimpiadi di Cit-
tà del Messico nel 1968. Attualmente
è presidente onorario
del 4˚ Reggimento Carabinieri
a Cavallo. Definito
il miglior cavaliere italiano
di tutti i tempi, Raimondo
D’Inzeo ha il suo altre ego
nel fratello Piero, più anziano
di due anni essendo nato
nel 1923. Vincitore di sei
medaglie ai giochi olimpici,
anch’egli colonnello dell’Arma
dei Carabinieri, Piero
ha partecipato a 103 coppe
delle nazioni dove ha ottenuto
42 vittorie, 8 olimpiadi
ottenendo 2 argenti e 1
bronzo, 29 gran premi e numerose
gare in Italia e all’estero.
Il maggiore successo è
stato quello delle Olimpiadi
di Roma del 1960, dove si è
classificato al 2˚ posto.
Due anni fa in occasione
della festa patronale l’Eparchia
di Lungo di Cosenza
incontrò la Comunità di fedeli
di Montecilfone. L’evento
promosso anche dallo
Sportello Linguistico Regionale
e dalla Regione ha visto
coinvolta in primo piano
la parrocchia e il suo parroco
monsignor Franco
Pezzotta, che ringraziò il
papas Donato Oliverio
archimandrita dell’Eparchia
calabrese arbereshe,
per l’opportunità della riscoperta
della ricchezza degli
antenati.
Angela Carafa
Festeggiamenti
nell’ambito
degli eventi
per San Giorgio
Foto di gruppo per l’amministrazione di Montecilfone
Montenero di Bisaccia - Questa mattina l’incontro
Il tema del bullismo a scuola,
dibattito all’Omnicomprensivo
MONTENERO DI BISACCIA - Il tema del bullismo al
centro dell’incontro, di scena alle 10, organizzato dall’Istituto
Omnicomprensivo. Obiettivo informare e sensibilizzare
gli alunni sulle forme del bullismo, conseguenze,
come difendersi e prevenirlo. Programmate, comunica
il dirigente Giovanna Lattanzi, proiezioni di
slide ed una relazione del dottor Altiero D’Ascenzo.