alla parte iii - fisica/mente
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ASTRONOMIA 3<br />
Galileo aveva mostrato che il periodo di un pendolo normale varia secondo la radice quadrata della<br />
sua lunghezza e Huygens comprese che nel caso singolo di un'oscillazione minima il pendolo<br />
conico diventa uguale al pendolo normale. Il periodo di un pendolo conico quindi è uguale al<br />
periodo di un pendolo normale la cui lunghezza sia uguale all' altezza verticale del cono (AB). Poi,<br />
con una serie di semplici rapporti, utilizzando la propria analisi sul pendolo conico e la cinematica<br />
della caduta di Galileo, stabili che il rapporto tra il periodo di un pendolo ed il tempo di caduta<br />
lungo la sua lunghezza è uguale a π√2. Ma il periodo di caduta è √2l/g. Di conseguenza il periodo<br />
di un pendolo è 2π√l/g. Per Huygens, l'incognita dell'equazione era l'accelerazione di gravità, g.<br />
Riuscì a misurare il periodo e la lunghezza. A partire dal tempo di Galileo, moltissimi studiosi<br />
avevano cercato di misurare g misurando la distanza che un grave cadendo copre in un secondo. La<br />
maggior <strong>parte</strong> dei risultati dava g = circa 24 piedi/sec 2 ; il gesuita Riccioli aveva trovato un dato di<br />
30 piedi/sec 2 . Con il pendolo, Huygens stabili che g = 32,18 piedi/sec 2 , <strong>alla</strong> latitudine dei Paesi<br />
Bassi, un dato che corrisponde <strong>alla</strong> migliori misurazioni odierne.<br />
LA CAUSA DELLA GRAVITA'<br />
E' d'interesse osservare che alcune note di Huygens scritte a margine del De vi centrifuga nel<br />
1659 ed alcune proposizioni dell'Horologium oscillatorium mostrano che Huygens aveva compreso<br />
che la forza centrifuga facesse equilibrio <strong>alla</strong> forza gravitazionale che il Sole esercita sui pianeti, in<br />
modo da mantenerli sulle loro orbite (la gravità, ipotizzata da Newton, controbilancia così bene le<br />
forze centrigughe dei pianeti e produce esatta<strong>mente</strong> l'effetto dei movimenti ellittici di Kepler).<br />
Huygens, da seguace di Galileo, non indugiava spesso a speculazioni che non potesse poi<br />
sottoporre ad esperienza. Sta di fatto che rifiutava (insieme a molti altri scienziati) la concezione<br />
newtoniana di azione a distanza (a me pare assurda) poiché sembrava un cedere il passo a qualità<br />
occulte (in nota 12 vi sono altre considerazioni in proposito).<br />
Sulla questione della gravità Huygens tornò nel 1686, nei suoi Pensées privées, scrivendo:<br />
I pianeti galleggiano nella materia. Se così non fosse cosa impedirebbe infatti ai<br />
pianeti di fuggirsene via, e cosa li farebbe muovere ? Keplero assegna, erronea<strong>mente</strong>,<br />
questa funzione al sole [Oeuvres completes, Vol XXI, pag. 366].<br />
e due anni dopo appuntò:<br />
Vortici distrutti da Newton. Vortici di movimento sferico al loro posto.<br />
Rettificare l'idea dei vortici.<br />
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