alla parte iii - fisica/mente
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ASTRONOMIA 3<br />
Le fasi di Venere come risultano da un'osservazione con il cannocchiale.<br />
L'insieme di tutte queste clamorose scoperte lo convince final<strong>mente</strong> della teoria copernicana<br />
ed inizia a pensare di poterla sostenere.<br />
Dal punto di vista dell'osservazione, il punto di vista matematico, ha prove che gli sembrano<br />
inconfutabili (e che non verranno confutate, anche se in molti si rifiuteranno di guardare nel<br />
cannocchiale, strumento bugiardo e demoniaco). Dal punto di vista filosofico vi sono vari passi<br />
della cosmologia e <strong>fisica</strong> aristotelica che vengono compromessi definitiva<strong>mente</strong>. Il problema da<br />
discutere sarà sempre quello dei fenomeni se riguardano l'al di là del cielo della Luna o ciò che sta<br />
sotto di esso. In quest'ultimo caso non vi sarebbe stato alcun problema; nel primo invece i problemi<br />
sarebbero risultati insuperabili.<br />
1. Il paesaggio lunare è come il terrestre: vi sono monti, valli e "mari". La Luna perde<br />
le caratteristiche di "pianeta etereo", assumendo caratteristiche "materiali" precise.<br />
Inoltre un pianeta come la Luna, con caratteristiche terrestri, si muove senza essere<br />
dotato di un motore. Cade una delle fondamentali obiezioni di Tolomeo al moto della<br />
Terra (restano quelle contrarie al moto della Terra su se stessa, e quella di Aristotele<br />
sulla deviazione d<strong>alla</strong> verticale che dovrebbero subire gli oggetti in caduta).<br />
2. La scoperta dei satelliti di Giove crea un enorme disordine nel mondo a sfere<br />
cristalline concentriche. Come possono quei satelliti ruotare senza sfondare più volte le<br />
sfere cristalline ? Si pensi che San Tommaso avanzava dubbi sul dogma di fede che<br />
asserisce la salita al cielo di Gesù con tutto il suo corpo e, proprio per lo stesso motivo,<br />
lo sfondamento delle sfere celesti. Inoltre, quei satelliti mostrano che non solo la Terra<br />
può essere centro di moti circolari. Altri astri possono candidarsi allo scopo.<br />
3. La comparsa di nuove stelle pone la questione dell'immutabilità dei cielo. Il cielo<br />
muta. In esso vi è generazione e corruzione (che Aristotele prevedeva per la sola Terra<br />
e fin sotto il cielo della Luna). Più in generale, cade la divisione aristotelica<br />
dell'universo in due entità: quella al di sopra del cielo della Luna (perfetta e<br />
immutabile) e quella al di sotto di questo cielo, vile e corruttibile.<br />
4. La scoperta della Via Lattea come agglomerato di stelle apre <strong>alla</strong> pluralità bruniana<br />
dei mondi e fa capire che l'universo è molto più grande di quanto si sospettava poiché,<br />
se è vero che si vedono molte più stelle, la loro dimensione apparente resta invariata.<br />
5. La scoperta della diversità tra stelle e pianeti crea una ulteriore frattura nei due<br />
mondi aristotelici (i pianeti, contraria<strong>mente</strong> alle stelle, variano il loro raggio<br />
apparente).<br />
6. La scoperta che Venere presenta delle fasi come quelle della Luna porta <strong>alla</strong><br />
conclusione che il centro del moto deve essere il Sole e non la Terra.<br />
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