alla parte iii - fisica/mente
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ASTRONOMIA 3<br />
che non v'è dubio alcuno.[..]<br />
CRISTOFORO CLAVIO a GALILEO in Padova.<br />
Roma, 18 dicembre 1604.<br />
[..]Qui è stato un gran bisbiglio della stella nova, la quale habbiamo trovata nel 17 grado di<br />
Sagittario, con latitudine borea di gradi 1 1/2 in circa. Se V. S. ha fatto qualche osservatione, mi<br />
farà piacere d'avisarmi. Il Magino mi scrive d'haverla anco lui osservata nel medesimo grado; et<br />
così anco scrivono di Germania e Calabria.[..]<br />
LEONARDO TEDESCHI a GALILEO in Padova<br />
Verona, 22 dicembre 1604.<br />
[..] Et per cominciar hor mai, io dico che, essendo la questione che cosa sia questa luce<br />
nuova<strong>mente</strong> alli X ottobre del presente anno apparsa nel Saggittario, vicino a Giove che si era per<br />
congionger insieme con Marte, bisogna che sia luce fondata o in un corpo, et così sia reale et<br />
radicata in un soggetto solo, o in due corpi, et così sia più tosto luce intentionale et spirituale, cioè<br />
dependente dal suo producente et efficiente. Se è d'un corpo solo, o che è elementare et<br />
corruttibile, o celeste et immortale; se è di doi, o che ambidui sono elementari, o ambidoi celesti, o<br />
l'uno elementare e l'altro celeste. Ritorno al primo, et mostro che non poss'esser elementare:<br />
perchè se tale fosse, essendo in regione alta, sarebbe corpo meteorologico, et per consequenza,<br />
havendo gran duratione et moto verso l'occaso, saria del genere delle comete: ma come[ta] non è,<br />
come son per provare; adonque non può esser questa luce, luce di corpo elementare. Le ragioni<br />
mo' sono altre naturali, altre più tosto matematiche. Et per cominciar dalle naturali, la prima sarà<br />
tolta d<strong>alla</strong> chiarezza, limpidezza e splendor suo incomparabile, che di gran lunga avanza ogni<br />
stella et qual si voglia altra celeste luce, d<strong>alla</strong> solare in poi, non che luce o di foco che sia qui tra<br />
noi, o di vapore ignito et cometa. Se dunque supera di splendore tutte le stelle, et Venere et Giove<br />
istesso, le quali hanno la sua luce d<strong>alla</strong> sola densità del loro orbe, senza admistioni d'alcuna<br />
sostanza opaca, chi non dirà che questa non sia luce di foco? [..]<br />
ILARIO ALTOBELLI a GALILEO in Padova.<br />
Verona, 30 dicembre 1604.<br />
[..]Per servir V. S. Ecc.ma, le significo della nuova stella che già doi giorni sono un mio amico qua<br />
intendente l'ha veduta; ma io, non havend'orizzonte commodo in questi tempi così rigidi, massime<br />
la matina, non ho animo di vederla per hora.<br />
Ho aviso dal S.r Pirro Colutii, mio paesano et peritissimo nella professione, che scrive a lui l'Ill.<br />
mo S.r Bardi, haver veduto la sua prima apparitione li 27 Settembre et osservatala più sere, ch'è<br />
cosa alienissima dal vero; poi che io avanti li 9 Ottobre più giorni hebbi l'occhio in quella <strong>parte</strong><br />
del cielo, intentissimo al moto di Marte, che andava a Giove, con testimonio intendente, nè mai fu<br />
veduta, ma solo li 9 Ottobre, che ci fece grande<strong>mente</strong> maravegliare, et era quasi un narancio<br />
mezzo maturo. L'istesso scrive un medico da Cosenza, di Calabria, matematico, ciò è che non<br />
prima delli 9 Ottobre apparve, intento ancor lui in quei giorni pur là su. [..]<br />
ONOFRIO CASTELLI a GALILEO [in Padova].<br />
Roma, 1° gennaio 1605.<br />
[..]Sì come l'obligatione che tengo a V. S. è grande, così vengo ad esser in debito di augurarle,<br />
come faccio, il buon Capo d'Anno; ricordandoli appresso, che mi farà molta gratia mentre mi<br />
favorirà di qualche commandamento, et pari<strong>mente</strong> a dirmi due parole del suo giuditio circa questa<br />
nuova stella. [..]<br />
GALILEO GALILEI a ONOFRIO CASTELLI<br />
[Padova, gennaio 1605].<br />
Mi è più di una volta stata fatta instanza dal nostro gentilissimo S. Orazio Cornacchini, che io<br />
dovessi mandare a V. S. Ecc.ma copia di tre letioni fatte da me in publico sopra il lume apparso<br />
circa li 9 di Ottobre in cielo, il quale sotto nome di stella nuova viene addimandato, affermandomi<br />
ciò esser da lei molto desiderato. [..]<br />
Sono poi andato differendo tal publicazione, et sono anco per differirla per qualche giorno, perchè<br />
il fermarmi sola<strong>mente</strong> nel dimostrare, il sito della nuova stella essere et esser sempre stato molto<br />
superiore all'orbe lunare, che fu il principale scopo delle mie letioni, è cosa per sè stessa così<br />
facile, manifesta et comune, che al parer mio non merita di slontanarsi d<strong>alla</strong> catedra; dove bisognò<br />
che io ne trattassi in grazia de i giovani scolari et della moltitudine bisognosa di intendere le<br />
demostrazioni geometriche, ben che apresso li esercitati nelli studii di astronomia trite et<br />
domestichissime. Ma perchè ho hauto pensiero di esporre ancora io, tra tanti altri, <strong>alla</strong> censura del<br />
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