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MAMMA MIA!<br />
a cura di Artemisia<br />
<strong>Il</strong> MOMENTO GIUSTO<br />
Pensa, pensa, pensa…. Quando glielo dico? Come glielo<br />
dico? Qual è il momento giusto??<br />
In fondo esiste un momento giusto per mangiare, un momento<br />
giusto per dormire, un momento giusto per studiare,<br />
un momento giusto per divertirsi….<br />
Poi ci sono tutti gli altri momenti – i miei - ai quali è difficile<br />
abbinare la parola giusto. E sembra che la mia giornata sia<br />
costellata solo di questi ultimi…<br />
Bando alle ciance, ho deciso che ORA è il momento giusto.<br />
Domenica pomeriggio di dicembre, il cielo è grigio, l’aria è<br />
frizzante.<br />
La tavola in cucina è apparecchiata per il the, i nostri amici<br />
si stanno per accomodare ignari della bomba che sta per<br />
esplodere.<br />
La mia dolce metà ha appena alzato il coltello per tagliare il<br />
panettone artigianale che non vedeva l’ora di mangiare per<br />
poi iniziare l’arcinota requisitoria contro il pandoro condita di<br />
aneddoti tipo libro Cuore sulla sua lontana infanzia lombarda.<br />
<strong>Il</strong> quadro ha il sapore dell’intimità e della tranquillità, i volti<br />
sono malgrado tutto sorridenti e distesi.<br />
Accendo la miccia, conto alla rovescia e…. BUM!<br />
“Ah, a proposito, ti volevo dire che nostra figlia ha un fidanzatino.<br />
Latte o limone?”<br />
Gelo.<br />
Forse non era il momento giusto.<br />
<strong>Il</strong> coltello è rimasto minacciosamente in aria, la faccia sbigottita,<br />
gli occhi mi fissano increduli come se gli avessi detto<br />
di aver incontrato un marziano.<br />
Poi, la bocca si schiude per dar fiato ad una raffica di domande.<br />
“A proposito di che??? CHI?? Quando? Perché proprio lei??<br />
Da quanto tempo lo sai? Chi è sto tipo? Cosa fa? Com’è possibile?<br />
Si vedono? Si sono visti? Si vedranno?”<br />
Gli amici sdrammatizzano e cercano di mantenere gli animi<br />
scherzosi, in cuor loro in realtà stanno maledicendo il momento<br />
in cui hanno accettato ‘sto maledetto invito rinunciando<br />
ad una bella chiusa domenicale sul divano davanti<br />
al caminetto a guardare un bel film o in compagnia di un<br />
buon libro.<br />
Io invece li ringrazio di esistere così riesco a sciorinare tra<br />
una battuta e l’altra ciò che so dei fatti evitando che lo scenario<br />
si trasformi in tregenda medievale.<br />
Che furba che sono!<br />
Speravo davvero di<br />
scaricare quel barile<br />
così su di lui nella<br />
speranza di liberarmi<br />
almeno in parte di un<br />
peso?<br />
Mentre osservo le<br />
sue reazioni schizofreniche, tipiche del genitore sedicente<br />
moderno, rivivo la mia reazione e mi consolo.<br />
Quando l’ho saputo, mi sono trasformata in un istante in<br />
maga Magò, con quell’aria un po’ sorniona e svampita, i capelli<br />
tipo scopa di saggina sparati verso mete oscure, l’andatura<br />
appesantita e goffa, i vestiti sciatti e trasandati di chi<br />
è fuori dal mondo.<br />
Ebbene sì, sono diventata un fumetto senza tempo, quindi<br />
che importanza ha se ho i vestiti a posto, i capelli fatti e il<br />
cervello attivo? L’importante è che io ci sia e che faccia<br />
anche un po’ ridere.<br />
Meno male comunque che “Dio li fa e poi li accoppia”: a noi<br />
si addice!<br />
Eccolo là: mago Merlino, mio caro compagno.<br />
Dopo questa notizia anche la sua barba bianca è cresciuta<br />
all’improvviso, il suo abito sempre ben curato è ora quello<br />
del mago, dal cappello spuntano inconfondibili quei suoi due<br />
ciuffi bianchi sopra le orecchie, il suo braccio brandisce non<br />
più il coltello ma la bacchetta con cui spera di poter cambiare<br />
il mondo. Sul posizionamento e funzionamento del cervello<br />
non posso garantire, ma son certa che anche lui ora è<br />
un fumetto senza tempo.<br />
L’importante è riconoscersi, no?<br />
Così, dopo lo choque e la conseguente trasformazione,<br />
quasi come se niente fosse, come se ci fossimo rialzati in<br />
corpi nuovi dopo esser stati travolti da un treno ad alta velocità<br />
ci guardiamo, prendiamo lentamente coscienza delle<br />
nostre nuove vesti e con arrendevole e imprevedibile serenità<br />
torniamo alla nostra tavola, al nostro the con gli amici<br />
di sempre, al nostro panettone.<br />
Sempre e rigorosamente augurandoci in silenzio che questa<br />
pseudo love-story duri pochi giorni o, meglio, poche ore.<br />
Come a voler immobilizzare in un fumetto senza tempo<br />
anche chi, come nostra figlia, vive mangiando il tempo.<br />
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