Rifiuti da centrali termoelettriche - ARPAL
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PHARE TWINNING PROJECT RO2004/IB/EN-07 GUIDELINES ON INDUSTRIAL - THERMOELECTRIC PLANTS XX<br />
I possibili fluidi per il trasporto del reagente sono l’aria compressa, il vapore o l’acqua.<br />
La scelta del reagente influenza anche la formazione del protossido di azoto (N 2 O). L’utilizzo<br />
di ammoniaca porta ad una formazione trascurabile di questo composto, che invece è<br />
rilevante quando l’urea è iniettata direttamente in cal<strong>da</strong>ia. Per ridurre questo problema l’urea<br />
può essere iniettata direttamente nell’aria di completamento della combustione.<br />
L’utilizzo di urea come reagente può <strong>da</strong>re più problemi di corrosione rispetto all’ammoniaca e<br />
pertanto richiede una più accurata scelta dei materiali.<br />
Il rapporto molare tra ammoniaca e NO X deve essere maggiore di quello stechiometrico; si è<br />
constatato che il rapporto ottimale sta tra 1,5 e 2,5. L’aumento di tale rapporto molare<br />
aumenta l’efficienza di abbattimento degli NO X ma fa crescere anche l’ammonia slip con il<br />
conseguente sporcamento dei componenti a valle (riscal<strong>da</strong>tori d’aria, condotti fumi etc).<br />
Le apparecchiature del processo SNCR sono abbastanza facili <strong>da</strong> installare e non richiedono<br />
molto spazio, anche nei casi in cui è richiesto più di un livello di iniezione.<br />
Il processo SNCR ha una efficienza di abbattimento modesta, pertanto può essere usato <strong>da</strong><br />
solo in cal<strong>da</strong>ie con un livello di emissioni di NO X relativamente basso. Può essere utilizzato<br />
anche in cal<strong>da</strong>ie già dotate di un sistema primario di riduzione degli NO X (ad es. bruciatori a<br />
basso NO X ); non è indicato per cal<strong>da</strong>ie che effettuano frequenti variazioni di carico o che<br />
variano spesso il tipo di combustibile.<br />
Tecniche per la riduzione delle polveri<br />
In prima approssimazione la parte di materiale inorganico presente nei combustibili fossili si<br />
trasforma in ceneri e nel corso del processo di combustione all’interno della cal<strong>da</strong>ia e viene<br />
veicolato verso l’esterno attraverso i fumi della combustione.<br />
La quantità e la tipologia delle polveri così prodotte dipende sia <strong>da</strong>lle caratteristiche del<br />
combustibile sia <strong>da</strong>l tipo di combustione.<br />
Le prestazioni degli impianti di abbattimento delle polveri sono a loro volta influenzati <strong>da</strong>lle<br />
caratteristiche chimico – fisiche delle polveri, quali ad esempio <strong>da</strong>lla resistività o <strong>da</strong>lle<br />
caratteristiche di adesività delle particelle.<br />
Le tecniche di abbattimento più comunemente impiegate sono i precipitatori elettrostatici<br />
(PE), noti anche come elettrofiltri, i filtri a manica (FF, <strong>da</strong>ll’inglese fabric filters), gli abbattitori<br />
ad umido (wet scrubbers), questi ultimi hanno avuto particolare diffusione negli Stati Uniti.<br />
Occorre menzionare che per impianti di modeste potenzialità possono essere anche<br />
impiegati sistemi di tipo meccanico quali i cicloni.<br />
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