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alla disfatta di Russia per soddisfare un folle concetto di codice d’onore.<br />
Il confronto fra i due si deciderà solo dopo la caduta di <strong>Napoleone</strong> a<br />
Waterloo. (Fig. 48)<br />
I duelli tra i due protagonisti rimangono memorabili come illuminante<br />
è la descrizione del modo di intendere la vita di militari che, consapevoli<br />
di poter morire in ogni momento, aspirano a vivere intensamente solo il<br />
presente. La interpretazione di Harvey Keitel (1839) rende in pieno il<br />
bisogno patologico dell’esaltato Féraud nella ricerca continua dello<br />
scontro anche se, dopo tanti anni, non ricorda il motivo che ha scatenato<br />
la sua rabbia. (Fig. 49) Quella di Keith Corradine (1949) a sua volta<br />
trasmette l’ansia e la incredulità della sua vittima costretta suo malgrado<br />
a scendere sullo stesso piano di ferocia del suo persecutore. Forse è<br />
possibile vedere nel film una metafora del bene e del male che da sempre<br />
fanno parte dell’umanità. <strong>Napoleone</strong> non compare mai durante tutto il<br />
racconto, ma incombe tuttavia la sua presenza quasi a scandire i tempi<br />
dell’esistenza dei due protagonisti che vengono coinvolti, forse anche a<br />
loro insaputa, in eventi di importanza storica.<br />
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