Thomas Mann Tonio Kröger - il portale di "rodoni.ch"
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chi che pretenda <strong>di</strong> farne parte senza volerne pagare un qualsiasi prezzo, ed <strong>il</strong>lumina in una<br />
luce <strong>di</strong>versa, cioè nuova, la questione artistica.<br />
Non è soltanto <strong>il</strong> pathos dell’artista che viene <strong>di</strong> nuovo presentato al lettore, ma un’ulteriore<br />
<strong>di</strong>stinzione <strong>di</strong> r<strong>il</strong>evanza fra gli esseri umani, già più volte accennata, viene <strong>di</strong> nuovo<br />
ripresa: quella fra coloro che conoscono (gli artisti) e coloro che sentono (i borghesi).<br />
In prima approssimazione sembra dunque che i borghesi sentano e gli artisti conoscano,<br />
ma la sud<strong>di</strong>visione in rigide categorie non è così semplice, almeno in questo caso.<br />
Nell’artista la sete <strong>di</strong> sentire 98 (più che <strong>di</strong> conoscere) trasmuta subito, appena appagata,<br />
in nausea della conoscenza, perchéquestigiungeapercepirel’intimaessenzadellecoseche<br />
solo un’attenta sensib<strong>il</strong>ità può r<strong>il</strong>evare, e già (capitolo III) <strong>Tonio</strong> <strong>Kröger</strong> aveva annotato<br />
che la letteratura cui s’era votato . . . ließ ihn <strong>di</strong>e großen Wörter durchschauen, <strong>di</strong>e der<br />
Menschen Busen blähen, sie erschloß ihm der Menschen Seelen und seine eigene, machte<br />
ihn hellsehend und zeigte ihm das Innere der Welt und alles Letzte, was hinter den Worten<br />
und Taten ist. 99<br />
L’invocazione della figura <strong>di</strong> Amleto, chiamato a conoscere senza esservi predestinato,<br />
contrapposta a quella <strong>di</strong> Cesare Borgia, l’esaltazione del demoniaco, e quin<strong>di</strong> dell’estetica<br />
<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata (se ancora così la si può chiamare), chiarisce quanto l’autore intenda.<br />
Chi non è predestinato a conoscere neanche sa (e non conoscerà mai) cosa sia <strong>il</strong> dramma<br />
della creazione, ed è questo lab<strong>il</strong>e stato della conoscenza che, con buona pace <strong>di</strong> Shakespeare,<br />
trasmuta la normalità in follia. Ma anche chi è predestinato, se privo delle chiavi della<br />
conoscenza, non avvertirà mai sino in fondo la creazione come un dramma, al più l’accetterà,<br />
dopo aver intuito quella come la propria via naturale.<br />
La letteratura è così una male<strong>di</strong>zione perché non esistono <strong>di</strong> fatto dei predestinati, ma<br />
soltanto persone con l’animo sensib<strong>il</strong>e che in questa male<strong>di</strong>zione trovano <strong>il</strong> loro rifugio,<br />
condannate ad espiare con l’isolamento la predestinazione della loro <strong>di</strong>versità. Il mondo<br />
dei puri <strong>di</strong> spirito (i letterati che sentono e conoscono), è lontano anni luce dal mondo dei<br />
semplici (quelli dagli occhi azzurri), anche se <strong>di</strong> questi si nutre e per questi si lavora.<br />
Elavocazioneartisticanonèneancheundono,come. . . sagen demütig <strong>di</strong>e braven<br />
Leute, <strong>di</strong>e unter der Wirkung eines Künstlers stehen. . . , 100 perché in tal caso si tratterebbe<br />
<strong>di</strong> . . . äußerst fragwür<strong>di</strong>ge >Gabe< . . . . 101<br />
Nel Saggio, pag.23,apropositodellanauseadellaconoscenza,<strong>Mann</strong>cosìs’esprime:<br />
Essa in<strong>di</strong>ca esattamente <strong>il</strong> male della mia gioventù <strong>il</strong> quale per quanto mi pare<br />
<strong>di</strong> ricordare, favorì non poco la mia capacità <strong>di</strong> accogliere la f<strong>il</strong>osofia <strong>di</strong> Schopenhauer<br />
incontrato soltanto dopo aver conosciuto in parte Nietzsche: esperienza<br />
psichica <strong>di</strong> prim’or<strong>di</strong>ne ed in<strong>di</strong>menticab<strong>il</strong>e. . . mentre quella <strong>di</strong> Nietzsche potrebbe<br />
<strong>di</strong>rsi piuttosto artistico-spirituale.<br />
98. Ve<strong>di</strong> comunque in proposito quanto già detto nella pagina 130 su questa tematica.<br />
99. . . . [gli aveva permesso <strong>di</strong>] penetrare nel regno <strong>di</strong> quei pensieri che d<strong>il</strong>atano <strong>il</strong> petto degli uomini, le anime<br />
degli altri e la sua stessa gli si schiusero, e poté intuire, perché gli fu mostrata, l’intima essenza del mondo sino<br />
agli estremi confini,. . . al <strong>di</strong> là delle parole e dei fatti. Ve<strong>di</strong> nella pagina 89.<br />
100. . . . si pronunciano deferentemente i semplici che subiscono l’artista. . . Ve<strong>di</strong> nella pagina 34.<br />
101. . . . <strong>di</strong> un dono <strong>di</strong> pessima provenienza ed assai <strong>di</strong>scutib<strong>il</strong>e. . . Ibidem.<br />
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