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Presentazione di Daniel S. Worthon

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STORIA DELL'USO E PRODUZIONE DELL'OPPIO 53<br />

In capo a otto anni egli era giunto a prendere ogni giorno<br />

8000 gocce <strong>di</strong> tintura d'oppio, cioè 20 gr. circa. In un anno<br />

successivo « che brillava, nella sua cupa legatura fra il passato<br />

e il futuro, come una pietra preziosa della più pura acqua:.<br />

gli riuscì <strong>di</strong> ridurre la dose quoti<strong>di</strong>ana a sole 1000 gocce:<br />

fu l'ultimo raggio <strong>di</strong> luce nella sua lunga vita, trascorsa sotto<br />

iL dominio <strong>di</strong> questa magica forza. Nonostante che più tar<strong>di</strong><br />

egli abbia <strong>di</strong> nuovo aumentato la dose, credette <strong>di</strong> aver dovuto<br />

all' oppio delle ore felici... fino a che non incominciò<br />

anche per lui la sciagura, la malattia dell'oppio.<br />

Questa sopravviene sempre. Corpo ed anima sono perduti.<br />

Il guadagno, cioè la voluttà che l'oppio procura, viene rapidamente<br />

esaurito: inesorabile segUA la rovina, amara e<br />

intessuta <strong>di</strong> rimorsi, dell'io materiale e spirituale. Tale fu la<br />

sorte anche del poeta inglese Coleridge, che in alcuni giorni<br />

prendeva da 20 a 25 gr. <strong>di</strong> tintura d'oppio al giorno; e la<br />

stessa rovina colse Francis Thompson, uno dei più dotati fra<br />

i poeti inglesi recenti. È noto che già or è gran tempo si son<br />

dati all'oppio anche dei me<strong>di</strong>ci. E già si sapeva che gli addetti<br />

all'oppio non si lasciavano ingannare colla sostituzione <strong>di</strong><br />

farmaci in<strong>di</strong>fferenti, poichè, come i morfiomani <strong>di</strong> oggidì, « ne<br />

risentivano sofferenze intollerabili :..<br />

Nell' ottavo secolo gli Arabi hanno apportato, per la via<br />

della Persia, il papavero e la nozione delle sue virtù soporifere<br />

all'In<strong>di</strong>a e alla China. Nella China, i cui abitanti costituiscono<br />

un quarto <strong>di</strong> tutto il genere umano, l'oppio prima<br />

della <strong>di</strong>nastia Tang era ignoto. Circa l'anno 973 esso fu<br />

iscritto col nome <strong>di</strong> ying-tuz-su ufficialmente nell' opera <strong>di</strong><br />

me<strong>di</strong>cina K'ai- pao-pèn-tsao, e già alla stessa epoca si trova<br />

in una poesia del Su Tung-P'a raccomandato il beveraggio<br />

<strong>di</strong> papaveri in un tal modo da dare l'impressione che si attribuivano<br />

ad esso oltre alla proprietà <strong>di</strong> curare la <strong>di</strong>ssenteria<br />

altre proprietà più piacevoli. Al principio del XII secolo<br />

col succo ispessito del papavero si preparavano delle<br />

focacce d'oppio in forma <strong>di</strong> pesce, certamente non per scopi

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