22.10.2014 Views

Guida operativa per la sicurezza degli impianti - Unipd-Org.It

Guida operativa per la sicurezza degli impianti - Unipd-Org.It

Guida operativa per la sicurezza degli impianti - Unipd-Org.It

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

37<br />

<strong>Guida</strong> <strong>o<strong>per</strong>ativa</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>sicurezza</strong> <strong>degli</strong> <strong>impianti</strong><br />

Figura 6.5 - Parti ritenute “a portata di mano” secondo <strong>la</strong> Norma CEI 64-8<br />

Misura di protezione addizionale mediante interruttori differenziali<br />

La protezione con interruttori differenziali con I dn ≤ 30 mA, pur eliminando gran parte dei<br />

rischi dovuti ai contatti diretti, non è riconosciuta quale elemento unico di protezione<br />

completa e richiede l’abbinamento con una delle misure di protezione totali o parziali di<br />

cui ai precedenti punti.<br />

L’uso dell’interruttore differenziale da 30 mA <strong>per</strong>mette <strong>per</strong> altro <strong>la</strong> protezione contro i<br />

contatti indiretti in condizioni di messa a terra incerte ed è sicuramente una protezione<br />

efficace contro i difetti di iso<strong>la</strong>mento, origine di piccole correnti di fuga verso terra<br />

(rischio d’incendio).<br />

A questo proposito vale <strong>la</strong> pena ricordare che non sempre le correnti di forte intensità<br />

sono responsabili di innesco d’incendio; spesso invece lo sono quelle di bassa intensità.<br />

Gli incendi che hanno origine nei vari punti dell’impianto elettrico (quadri di distribuzione<br />

primaria e secondaria, cassette di distribuzione, motori, cavi ecc) sono dovuti, in buona<br />

parte dei casi, al cedimento dell’iso<strong>la</strong>mento, <strong>per</strong> invecchiamento, <strong>per</strong> surriscaldamento o<br />

<strong>per</strong> sollecitazione meccanica delle parti iso<strong>la</strong>nti, con il conseguente fluire di deboli<br />

correnti di dis<strong>per</strong>sione verso massa o tra le fasi che, aumentando di intensità nel tempo,<br />

possono innescare “l’arco”, sicura fonte termica <strong>per</strong> l’inizio di un incendio. Il guasto <strong>per</strong>ò<br />

non sempre si evolve in questo modo: a volte una “debole corrente di dis<strong>per</strong>sione” è<br />

sufficiente ad innescare un foco<strong>la</strong>io di incendio se viene interessato un volume ridotto di<br />

materiale combustibile. Ad esempio, una corrente di 200 mA, al<strong>la</strong> tensione di fase di 220<br />

V, sviluppa una potenza termica di 44 W che, paragonata a quel<strong>la</strong> di circa 35 W del<strong>la</strong><br />

fiamma di un fiammifero, dà un’idea del<strong>la</strong> possibilità di cui sopra.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!