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Bottrigari, Ercole Title: Aletelogia di Leonardo Gallucio ai benigni, e ...

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primarij Lettori alle Lettere <strong>di</strong> Humanità. Dalle quali cose tutte (soggiunge poi lo<br />

Artusi) si può in<strong>di</strong>bitatamente raccogliere, e considerare quanto alla inquietu<strong>di</strong>ne<br />

questo huomo sia per natura inclinato. Alle quj parole io per risposta replico le<br />

medesime come sconueneuoli et improprie al Caualiere Bottrigaro et ad esso Artusi<br />

conueneuolissime et propriissime: Sicome anco sconueneuole, et improprio al<br />

Caualiere Bottrigaro et allo Artusi conueneuolissimo e propriissimo il Prouerbio greco<br />

da' Latinj poco usato, et da gl'Italiani non inteso [kakou [-22-] korakos kakon oon].<br />

Mali Coruj malum ouum. Di, et non da, mal Coruo male uuouo. Ch'[[ei]] [esso Artusi<br />

add. supra lin.] adduce con soggiungere per deriuatione da quello. “Da queste mie<br />

Considerationi scoprirete quanto l'Auttor del Parere sia atto à simili Discorsi, parere,<br />

et Demostrationj.” E cosi spero, Benignj, e sinceri Lettori) che appunto sia per<br />

ueramente succedere. Leggete adunque, et notate bene, come lo Artusi ui comanda, et<br />

io costantissimamente ue ne progo. Ma prima che proce<strong>di</strong>amo più oltre in questo<br />

particolare, parmj bene, e cosi ueramente è, che io mostri, come questo [Quinta add.<br />

in marg.] Artusi habbia <strong>di</strong>scorso à fauor suo la propositione, che nella quinta sua<br />

Inconsideratione baldanzosamente Ei piglia à sostenere. Che la Ottauua non è<br />

Unisona. Imputando lo Autore del Parere, che nel suo Discorso (notate questo, e non<br />

ridete) à carta 11. et 12. <strong>di</strong>ce, “Che la Ottaua si ad<strong>di</strong>manda Diapason Unisona,” e tale<br />

più <strong>di</strong> una uolta la nomina. Che unisona, e ben tre uolta, che ueramente sono più <strong>di</strong><br />

una nomini il Caualiere Bottrigaro à carte 11. et 12. <strong>di</strong> quel suo Parere la Diapason, è<br />

uerissimo: Si come anchora io, se hauete bene auuuertito, la ho nominata: Ma non ha<br />

[[m<strong>ai</strong>]] [[già nominata add. supra lin.]] detto, che la Ottaua si ad<strong>di</strong>man<strong>di</strong> Diapason<br />

Unisona. Le sue parole sono appunto queste. E prima à carta 11. “Non l'Interuallo <strong>di</strong><br />

un semplice Tuono intiero si u<strong>di</strong>rà risonar trà quelle: Ma si bene una Diapason<br />

unisona, ò <strong>di</strong>ciamo una Ottaua. Poi à carta 12. “Cosi restando noj gabbati sentiressimo<br />

in cambio <strong>di</strong> uno Intero Tuono una Diapason unisona.” Et presso la Fine <strong>di</strong> essa carta<br />

12. “Per breuità ui <strong>di</strong>rò solamente che si u<strong>di</strong>rebbe la Diapason unisona sotto la<br />

proportione dupla.” Ma lo Artusi uolendo, che dallo Autore del Parere sia stato preso<br />

(cosi usa lo Artusi <strong>di</strong> <strong>di</strong>re nella fine <strong>di</strong> questa sua Inconsideratione carta 15. et à 43. et<br />

à 52.) un Moscone. E pur uoj, Benigni, e sinceri Lettori, uedrete essere luj; che lo<br />

haurà secondo il suo solito preso) allega Boethio nel Capitolo 10 del 5. libro della sua<br />

Musica duplicatamente et alla seconda Allegatione soggiunge. “Di modo che si uede<br />

<strong>di</strong> mente <strong>di</strong> Tolomeo da Boetio rapportata, che la Diapason è nel numero delle<br />

Equisone non delle Unisone.” Hor ue<strong>di</strong>amo, s'è pur uero, he tale sia la mente <strong>di</strong><br />

Tolomeo, ò pur <strong>di</strong>uersa. Tolomeo primieramente nel Capitolo 7. del primo libro de gli<br />

Armonici (e rimettiamoci alla Traduione latina Gogauinina, come allo Artusi<br />

famigliare, se ben egli ha commo<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> potere ad ogni suo piacere, e uolontà far<br />

ricorso alla [-23-] Copia, et Essemplare <strong>di</strong> Tolomeo manuscritto famosissimo. Ma<br />

graecum est; Ideo ab Artusio [nec add. supra lin.] intelligi, nec legi [[minime]] potest)<br />

<strong>di</strong>ce appunto cosi. Manifestè <strong>di</strong>fferunt Diapason, et Bis<strong>di</strong>apason ab aliis Consonantiis,<br />

ut illae ab idoneis cantuj; Quare illas propriè uniuocas quis appellet. Ma che per<br />

maggior chiarezza hauendo Ei però prima detto, Ubi primum <strong>di</strong>uiserimus in tria<br />

Genera inaequalis tonj, <strong>di</strong>stinctasque uoces; Inter quae praecedet, uirtutis gratia,<br />

Genus uniuocarum: Secundum est Consonantiam, terium Cantui aptarum, soggiunge.<br />

Deffiniuntur uero nobis uniuocae quidem quae ob contactum ueluti unius uocis<br />

perceptionem offerunt au<strong>di</strong>tuj, ut Diapason, quaeque inde cpmponuntur. Consonae<br />

uero, quae proximae uniuocas consistunt, ut Diapente, et Diatessaron; quae ex iis, et<br />

uniuocis <strong>di</strong>sponuntur. Aptae Cantuj, quae proximae consonantes, ut Tonicae, et id<br />

genus ceterae. Quocirca componunt etiam uniuocae e Consonantibus: Porrò<br />

Consonantes ex Cantuj idoneis. E poco più oltre <strong>di</strong>ce. Uniuocarum autem

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